da admin | 19 Gen 2019
La sezione A.N.P.I. Renato Biagetti , insieme al Municipio VIII, al Comitato Madri per Roma Città Aperta e a numerose realtà antifasciste che operano sul territorio del Municipio VIII, invitano la cittadinanza a partecipare, sabato 19 gennaio, all’iniziativa in Memoria di Primo de Lazzari.
PROGRAMMA:
Dalle ore 11
via Rosa Raimondi Garibaldi 40 – affissione della targa
Mercato di Garbatella – cantata della resistenza con il CORO Sgarbatello
Parco di Garbatella – Dedica di una Quesrcia Sottile a Primo De Lazzari
Primo de Lazzari è stato un Partigiano (nome di battaglia “Il Bocia”), che ha combattuto nella Brigata Garibaldi “Erminio Ferretti”.
Dopo la Liberazione è stato nella direzione della Federazione Giovanile Comunista Italiana e Vicepresidente dell’ANPI di Roma. Primo De Lazzari è stato un Partigiano e tale è rimasto per tutta la vita.
Una di quelle “querce sottili” che con generosità ci hanno lottato per la Libertà e la Democrazia, beni inestimabili da proteggere oggi più che mai.
Non ha mai smesso di raccontare alle nuove generazioni, attraverso un’intensa attività nelle scuole, le speranze e i sogni che ebbero i ragazzi e le ragazze come lui, i ragazzi e le ragazze della Resistenza, giovani investiti dalla tirannia del fascismo e della guerra.
La messa della targa sotto la sua casa, non vuole essere solo uno sterile esercizio della memoria, ma vuole rappresentare un gesto collettivo di riappropriazione di essa da parte delle nuove generazioni.
Le radici del nostro Paese devono essere più che mai ricercate oggi, nei gesti e nei sogni di chi ha sacrificato la propria vita per la nostra libertà.
da admin | 11 Apr 2017 | Blog, Comunicati, Scuola e Università
A poco più di due settimane dai festeggiamenti della Liberazione, un nuovo episodio di limitazione della libertà di espressione e manifestazione si registra in quel di Roma3, nella facoltà di lettere e filosofia.
La Rete Antifascista Roma Sud, insieme al collettivo link degli studenti universitari, aveva organizzato per la giornata di domani, 11 aprile, l’iniziativa culturale al titolo “Italiani brava gente? Dall’Etiopia ad affile, Memorie di un’occupazione italiana” che avrebbe incluso la proiezione del documentario “If only I were that warrior” , vincitore del premio “imperdibili” del festival dei popoli 2015 e del premio best documentary 2016 globo d’oro, e a seguire discussione con il regista valerio ciriaci, Mulu ayele interprete del documentario e cristiana Pipitone, archivista.
Ma al neo eletto preside di facoltà Giovanardi, tutto ciò non andava bene, e i tentativi di ostacolarci nella costruzione dell’iniziativa sono iniziati fin da subito.
La prima scusa addotta è stata l’assenza di un docente interno all’università, in quanto della preparazione e professionalità dei nostri invitati all’illustre preside non poteva importare nulla.
Individuato il professor P.Mattera come docente interno, a cui rinnoviamo il nostro ringraziamento per la disponibilità e appoggio con il proprio intervento introduttivo, il preside sembrava avesse deposto l’ascia di guerra.
Ma così non è stato, a un giorno dalla data concordata, i compagni di link ci informano di un ulteriore ostacolo: Sanzioni disciplinari individuali e invalidazione della lista elettorale, quindi impossibilità per link di partecipare alle elezioni universitarie, nel caso di realizzazione dell’evento.
Ovviamente davanti una repressione di questo calibro, sostenuta non dal solo preside ma dall’amministrazione tutta della facoltà, non ci resta che rinviare l’evento.
Il regolamento dell ateneo prevede, in effetti, l’inammissibilità, per gli studenti che stiano concorrendo o meno alle elezioni, di organizzare iniziative di qualsiasi genere nei 60 giorni precedenti le elezioni.
Ma come mai di questo cavillo burocratico ce ne si è ricordati così tardi? E quali le ragioni di tutta questa severità nel minacciare sanzioni e imporre disciplina?
Sembra un po’ di respirare un aria viziata nelle facoltà di Roma Tre; evidentemente l’amministrazione universitaria ritiene sufficiente alla vita culturale le quattro mura della propria istituzione, un po’ come fosse la solita torre d’avorio, scordando invece quanto sia legata a doppio filo al territorio. Una scelta ottusa con una prospettiva molto ristretta e un’occasione persa per un dibattito di alto livello.
Forse parlare in un’università pubblica di antifascismo spaventa, forse ricordare diventa scomodo, forse per qualcuno è così.
Noi domani in facoltà ci saremo per rivendicare le nostre idee, più convinti e forti che mai, e per raccogliere le firme con gli studenti per la realizzazione dell’iniziativa al più presto.
Rete antifascista romasud