Protesta pacifica della Rete Restiamo Umani davanti al Ministero dell’Interno

Protesta pacifica della Rete Restiamo Umani davanti al Ministero dell’Interno

OGNI GIORNO 8 MORTI IN MARE, DRAMMATICA CONSEGUENZA DI POLITICHE GOVERNO SU MIGRAZIONE

ROMA, 12.11.18 – Alla vigilia dell’inizio della conferenza sulla Libia che si terrà oggi e domani a Palermo, circa trenta attivisti della Rete Restiamo umani hanno organizzato una protesta nonviolenta davanti al Viminale, per denunciare le politiche del governo Conte – e del ministro dell’Interno Salvini – in fatto di migrazioni e accoglienza.

Nel piazzale antistante il ministero, gli attivisti hanno disposto a terra delle sagome di cartone ed esposto dei cartelli con i dati dei morti nel Mar Mediterraneo e con le storie di alcune delle persone che hanno perso la vita in mare, nel tentativo di arrivare in Europa. Gli attivisti hanno inoltre aperto uno striscione con la scritta “Naufragi di Stato”, slogan che sottolinea le responsabilità del nostro governo, così come delle politiche europee.

Come spiega un’analisi condotta dall’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (ISPI), elaborando dati UNHCR, nel periodo che va dal giorno di insediamento del governo Conte (1° giugno) al 30 settembre, si è registrato un «nuovo forte aumento del numero di morti e dispersi, tornati ad aumentare fino a raggiungere le 8 persone al giorno». Sempre secondo ISPI, dunque, «a quattro mesi dall’inizio della stretta sui salvataggi in mare (…) appare come minimo dubbia l’utilità delle politiche di deterrenza nei confronti del soccorso in mare che, a fronte di una riduzione relativamente modesta degli sbarchi in Italia, ha coinciso con un forte aumento del numero di morti e dispersi».

«Nonostante quanto si ostinino a dichiarare importanti esponenti del governo come Salvini, la vera emergenza in corso non è il fantomatico allarme invasione sbandierato di continuo, utilizzato strumentalmente e non supportato da dati effettivi, ma il numero di persone che muore nel Mediterraneo nel tentativo di approdare in Europa, alla ricerca di un luogo sicuro», dichiarano le attiviste e gli attivisti della Rete Restiamo Umani.

E del resto la situazione non è meno drammatica in Libia. Medici per i Diritti Umani (MEDU) ha recentemente denunciato che l’85% dei migranti sbarcati in Italia e provenienti dall’Africa subsahariana è stato vittima in questo Paese di torture e trattamenti inumani e degradanti. Per questo la Libia non può essere considerata un porto sicuro e la Guardia Costiera libica non può avere la responsabilità del pattugliamento del Mediterraneo centrale.

Nessuna Persona è Illegale – Corteo

Nessuna Persona è Illegale – Corteo

ROMA, 21 OTTOBRE 2017: Nessuna persona è illegale – Libertà di movimento!

TUTTE E TUTTI A PIAZZA DELLA REPUBBLICA ALLE 14,30

È arrivato il momento di dire con forza che bisogna smettere di tollerare l’intolleranza, che occorre togliere qualsiasi spazio agli spacciatori di odio e razzismo, che NESSUNA PERSONA È ILLEGALE.

Vogliamo essere in piazza perché riteniamo urgente rispondere al clima di odio razziale e di guerra ai poveri che sta imperversando nelle nostre città e che viene alimentato ad arte dal razzismo istituzionale e dallo sciacallaggio di formazioni esplicitamente neofasciste.

Vogliamo essere in piazza assieme alle donne e agli uomini migranti che continuano a mostrarci grande coraggio e determinazione nel disegnare le proprie rotte e costruire il proprio futuro.

Vogliamo essere in piazza contro la legge Minniti-Orlando, razzista e securitaria che pretende di toglierci la parola e gli spazi di vita nelle nostre città.

Vogliamo oltrepassare i confini di Ventimiglia, del Brennero, dove in troppi cercano di affermare il proprio diritto all’esistenza, così come vogliamo abbattere i confini interni alle nostre città, quelli visibili che producono una povertà di differenti colori ma fatta della stessa sostanza e quelli invisibili che ci mettono l’uno contro l’altro.

Vogliamo portare in piazza un’ “altra accoglienza”, che non si basi sul business dell’immigrazione, il confinamento dei corpi e lo sfruttamento di chi vi lavora, ma che, attraverso pratiche solidali e di mutualismo, promuova diritti e percorsi inclusivi

Vogliamo costruire questa giornata insieme alle seconde generazioni e a tutt@ i/le cittadin@ che rivendicano lo Ius Soli come battaglia di civiltà essenziale per iniziare a demolire le impalcature del razzismo istituzionale, saremo a Montecitorio con loro il 13 ottobre quando manifesteranno sotto il parlamento per rimettere questo elemento al centro dell’agenda politica.

Il 21 ottobre saremo quindi in piazza con tutte queste rivendicazioni e con un unico slogan, su cui non c’è mediazione possibile: Nessuna persona è illegale!

Invitiamo tutti coloro che lo condividono a mobilitarsi, a diffondere l’appello, a organizzare autobus e macchine per partecipare al corteo e costruire insieme la manifestazione.

21 Ottobre in piazza a Roma: #Nonèreato!

21 Ottobre in piazza a Roma: #Nonèreato!

In un momento difficile della storia del paese e del pianeta intero, dobbiamo decidere fra due modelli di società. Quello includente, con le sue contraddizioni, e quello che si chiude dentro ai privilegi di pochi. Sembriamo condannati a vivere in una società basata su una solitudine incattivita e rancorosa, in cui prendersela con chi vive nelle nostre stesse condizioni, se non peggiori, prevale sulla necessità di opporsi a chi di tale infelicità è causa. Una società che pretende di spazzare via i soggetti più fragili a partire da chi ha la “colpa” di provenire da un altro paese, rievocando un nazionalismo regressivo ed erigendo muri culturali, normativi e materiali. Una società in cui il prevalere di un patriarcato violento e criminale è l’emblema evidente di un modello tradizionale che sottopone le donne alla tutela maschile e ne nega la libertà. Disagio e senso di insicurezza diffuso sono strumentalizzati dalla politica, dai media e da chi ha responsabilità di governo. Si fomentano odi e divisioni per non affrontare le cause reali di tale dramma: la riduzione di diritti, precarietà delle condizioni di vita, mancanza di lavoro e servizi.

Eppure sperimentiamo quotidianamente, nei nostri luoghi di vita sociale, solidarietà e convivenza, intrecciando relazioni di eguaglianza, parità, reciproca contaminazione, partendo dal fatto che i diritti riguardano tutte e tutti e non solo alcuni. Scegliamo l’incontro e il confronto nella diversità, riconoscendo pari dignità a condizione che non siano compromessi i diritti e il rispetto di ogni uomo o donna.

Vogliamo attraversare insieme le strade di Roma il 21 ottobre e renderci visibili con una marea di uomini, donne e bambini che chiedono eguaglianza, giustizia sociale e che rifiutano ogni forma di discriminazione e razzismo.

Migranti, richiedenti asilo e rifugiati che rivendicano il diritto a vivere con dignità insieme a uomini e donne stanchi di pagare le scelte sbagliate di governi che erodono ogni giorno diritti e conquiste sociali, rendendoci poveri, insicuri e precari.

Associazioni, movimenti, forze politiche e sociali, che costruiscono ogni giorno dal basso percorsi di accoglienza e inclusione e che praticano solidarietà insieme a migranti e richiedenti asilo, convinti che muri e confini di ogni tipo siano la negazione del futuro per tutti.

Ong che praticano il soccorso in mare e la solidarietà internazionale.

Persone nate o cresciute in Italia, che esigono l’approvazione definitiva della riforma sulla cittadinanza.

Giornalisti che tentano di fare con onestà il proprio mestiere, raccontando la complessità delle migrazioni e prestando attenzione anche alle tante esperienze positive di accoglienza.

Costruttori di pace mediante la nonviolenza, il dialogo, la difesa civile, l’affermazione dei diritti umani inderogabili in ogni angolo del pianeta e che credono nella libertà di movimento.

Vogliamo ridurre le diseguaglianze rivendicando, insieme ai migranti e ai rifugiati, politiche fiscali, sociali e abitative diverse che garantiscano per tutte e tutti i bisogni primari.

Il superamento delle disuguaglianze parte dal riconoscimento dei diritti universali, a partire dal lavoro, a cui va restituito valore e dignità, perché sia condizione primaria di emancipazione e libertà.

Chiediamo la cancellazione della Bossi-Fini che ha fatto crescere situazioni di irregolarità, lavoro nero e sommerso, sfruttamento e dumping socio-lavorativo.

Denunciamo l’uso strumentale della cooperazione e le politiche di esternalizzazione delle frontiere e del diritto d’asilo. Gli accordi, quasi sempre illegittimi, con paesi retti da dittature o attraversati da conflitti; le conseguenze nefaste delle leggi approvate dal parlamento su immigrazione e sicurezza urbana che restringono i diritti di migranti e autoctoni (decreti Minniti Orlando) di cui chiediamo l’abrogazione; le violazioni commesse nei centri di detenzione in Italia come nei paesi a sud del Mediterraneo finanziati dall’UE. Veri e propri lager, dove i migranti ammassati sono oggetto di ogni violenza. Esigiamo che delegazioni del parlamento europeo e di quelli nazionali si attivino per visitarli senza alcun vincolo o limitazione.

Chiediamo canali di ingresso sicuri e regolari in Europa per chi fugge da guerre, persecuzioni, povertà, disastri ambientali.

Occorrono politiche di accoglienza diffusa che vedano al centro la dignità di chi è accolto e la cura delle comunità che accolgono. Politiche locali che antepongano l’inclusione alle operazioni di polizia urbana. E occorre un sistema di asilo europeo che non imprigioni chi fugge nel primo paese di arrivo.

Il 21 ottobre uniamo le voci di tutte le donne e gli uomini che guardano dalla parte giusta, cercano pace e giustizia sociale, sono disponibili a lottare contro ogni forma di discriminazione e razzismo.

Casa, diritti, dignità! – Dopo lo Sgombero di Piazza Indipendenza Scendiamo in Piazza!

Casa, diritti, dignità! – Dopo lo Sgombero di Piazza Indipendenza Scendiamo in Piazza!

In un Agosto tristemente caratterizzato da continui sgomberi e attacchi alle realtà sociali italiane, la guerra ai poveri portata avanti dalla Prefettura e dal Campidoglio, con il benestare del Ministero dell’Interno, ancora non si ferma.

La mattina del 22 Agosto è arrivato l’ennesimo sgombero, questa volta ai danni dell’occupazione abitativa di Palazzo Curtatone, a Piazza Indipendenza, che da anni ospitava circa 800 occupanti, con lo status di rifugiati e in molti casi con regolare cittadinanza italiana.

L’immobile, occupato dal 2013, era proprietà del fondo di speculazione immobiliare Idea Fimit SGR, con primo azionista De Agostini, seguito da INPS e Carispezia. La stessa Idea Fimit SGR che si è candidata però ad ospitare presso due immobili di sua proprietà circa 1000 migranti, riscoprendo l’interesse per questi nel momento in cui rappresentano una fonte di guadagno.

Allo sgombero non è seguito alcun tentativo di trovare una soluzione dignitosa per le centinaia di persone sbattute in strada da un giorno all’altro, che hanno quindi deciso di rimanere in presidio permanente a Piazza Indipendenza.  Offerti solo 140 posti, tra Torre Maura e Tivoli, prendere o lasciare; non si è tenuto conto, solo per fare un esempio, di dove si trovano le scuole che i moltissimi bambini frequentano regolarmente da tempo.

Nei giorni seguenti, tutto ciò che è stato fatto è stato far intervenire le forze dell’ordine: cariche pesantissime, idranti e manganelli, bambini spaventati portati in questura, perché tutte quelle persone, secondo chi gestiva le operazioni di ieri “devono sparire”.

Ieri abbiamo assistito all’ennesimo atto di una guerra ai poveri che viene come sempre giustificata da politica e stampa, nel nome di una legalità che puzza di razzismo, anche quando la brutalità delle forze dell’ordine è provata, come in quel “se tirano qualcosa rompetegli il braccio” registrato nel video seguente; una “legalità” vergognosa, poiché nasce da un pretesto – quello dello sgombero di un immobile occupato – che è conseguenza delle mancanze delle istituzioni, che avrebbero dovuto occuparsi della sistemazione di quelle donne, di quei bambini e di quegli uomini nel momento in cui è stato garantito loro lo status di rifugiato.

Per ribadire che non si può continuare con il razzismo vestito di legalità, che non si può continuare a lasciare per strada centinaia di persone ogni settimana a suon di sgomberi, e che la nostra città non può diventare un laboratorio di pulizia etnica e sociale, SABATO 26 AGOSTO alle ore 16.00 saremo in Piazza Dell’Esquilino: mai più senza casa, diritti, dignità!

Link ai video:

Repubblica.it – Polizia carica a termini

YouMedia.Fanpage.it – Roma, rifugiati picchiati e caricati. La polizia minaccia attivisti e giornalisti

YouMedia.Fanpage.it – Cariche e Idranti sui Rifugiati

Vietato criticare i decreti Minniti-Orlando: avvocato denunciato per reato d’opinione

Vietato criticare i decreti Minniti-Orlando: avvocato denunciato per reato d’opinione

Un avvocato della rete Resistenze Meticce denunciato per aver protestato pubblicamente contro i decreti Minniti-Orlando, altri attivisti per violenza o minaccia. La loro colpa? Aver chiesto spiegazioni.

Lo scorso 20 giugno al Pantheon abbiamo partecipato ad una manifestazione in occasione della “Giornata mondiale del rifugiato”. Nella stessa piazza centinaia di persone, richiamate da un appello di Amnesty International e da una convocazione di spazi sociali, sportelli e reti di solidarietà con i migranti con la sigla EuropeForAll, manifestavano per un’accoglienza degna, contro il razzismo di Stato e per la libera circolazione delle persone.

Al termine del flash mob di Amnesty un attivista e legale di Resistenze Meticce, Gianluca, prendeva la parola intervenendo contro i decreti Minniti-Orlando, raccontando gli effetti che hanno sulla vita dei migranti e sulle vite degli ultimi nelle nostre città. Un intervento duro nei contenuti, un giudizio politico che vuole corrispondere alla nostra ferma opposizione quotidiana alle politiche (anche) di questo Governo in materia di politiche migratorie e di sicurezza pubblica.

Subito dopo che si è allontanato dal microfono, è scattata la provocazione e l’intimidazione delle forze dell’ordine che sorvegliavano la piazza. Così, Gianluca viene fermato e gli viene chiesto di avvicinarsi alla volante per essere identificato: alla polizia non sono piaciuti i contenuti del suo intervento. La piazza reagisce in maniera ferma, protesta senza cadere nella provocazione, ma le forze dell’ordine insistono nel volerlo identificare e assieme a lui identificano anche altri attivisti che chiedono spiegazioni. Al portavoce di Amnesty viene chiesto – come testimoniato da diversi video – di “dissociarsi” dalle nostre parole.

Una situazione kafkiana, dove chi protesta pubblicamente e a viso aperto viene identificato e intimidito: non si può e non si deve criticare il razzismo di Stato. Ora l’avvocato è stato raggiunto da una notifica di indagine altrettanto assurda: è indagato per “vilipendio della Repubblica, delle istituzioni costituzionali e delle forze armate”, secondo l’articolo 290 del codice penale, nonché di minaccia e violenza contro le forze dell’ordine (reato quest’ultimo per cui sono stati denunciati anche altri attivisti).

Di fatto nel nostro Paese, a Roma, viene reintrodotto il reato di opinione: ogni voce di dissenso deve essere azzittita. L’ultima volta che un cittadino italiano è stato condannato per l’accusa di “vilipendio delle istituzioni costituzionali” era il 1977, i poliziotti di Cossiga uccidevano Giorgiana Masi e ci trovavamo in pieno stato d’emergenza.

Ma non ci faremo di certo intimidire e, oltre a esprimere la nostra solidarietà a tutti gli attivisti denunciati, continuiamo a batterci per contrastare le politiche della sicurezza e della paura, per costruire un mondo fatto di ponti e non di muri: già oggi in tante e tanti saremo in piazza del Campidoglio e nei prossimi giorni a Ventimiglia.

Dinamopress.it

Giornata Mondiale del Rifugiato

Giornata Mondiale del Rifugiato

Giornata Mondiale del Rifugiato – Bivacco contro i decreti Minniti – Orlando

Il 20 giugno si celebra la Giornata Mondiale del Rifugiato: ancora una volta assisteremo ad una passerella vuota di fronte alle politiche nazionali ed europee che, al contrario, si mostrano molto aggressive .

Crediamo che oggi più che mai i riflettori siano puntati sul fenomeno migratorio.

Se da una parte in migliaia continuano a morire in mare, dall’altra sono i salvataggi e la solidarietà ad essere criminalizzati, a favore della legittimazione di posizioni xenofobe e razziste. Abbiamo recentemente assistito all’incredibile campagna d’odio contro chi salva le vite in mare: solo settimana fa la nave di Medici Senza Frontiere ha sbarcato nel porto di Napoli 1500 persone che altrimenti sarebbero affogate nel Mediterraneo.

Le forze parlamentari non solo non si sono distinte per sensibilità politica e comprensione delle tensioni sociali ma spesso divengono megafoni di campagne d’odio molto pericolose. I Decreti Minniti-Orlando ormai divenuti leggi sono l’esito di tale clima e irresponsabilità politica.

In nome di sicurezza e decoro vengono penalizzate, marginalizzate e discriminate le figure più vulnerabili, a partire dai migranti.

A Roma assistiamo ad un intensificarsi di operazioni di “pulizia”, dalle stazioni, Termini e Tiburtina a Piazza Vittorio.

Non si risparmiano, in nome del decoro, retate e rastrellamenti. Si preferisce dare vita ad una forsennata caccia all’uomo per le vie del centro invece di regolarizzare la posizione dei lavoratori ambulanti: così e’ morto Niam Maguette, lavoratore senegalese stroncato da un infarto mentre fuggiva dai vigili urbani.

In una giornata dedicata ai richiedenti asilo e rifugiati, vogliamo smascherare l’ipocrisia istituzionale, che piange le stragi in mare ma al contempo respinge chi fugge da guerra e miseria, utilizzando gli Hotspot come luoghi, borderline in termini normativi, di selezione arbitraria ed espulsione, firmando accordi bilaterali, agendo una sempre più massiccia operazione di esternalizzazione delle frontiere: l’Europa e l’Italia in particolare sono pronti a versare miliardi di euro a stati autoritari come la Turchia o a governi fantasma come la Libia per mantenere i migranti in condizioni disumane, lontani dalle proprie frontiere, alla faccia dei diritti umani.

Da Milano a Bologna, passando per Napoli, migliaia di cittadini si sono attivati per provare a ribaltare l’ordine del discorso, per affermare il valore di un accoglienzadignitosa, per costruire reti di solidarietà, quali unica possibilità di amplificare la voce del dissenso, contro i decreti Minniti-Orlando, contro l’approccio Hotspot e la negazione di diritti umani fondamentali.

Vorremmo ritrovarci anche a Roma il 20 giugno per prendere parola come Roma meticcia e solidale, per concludere la giornata, al tramonto, assieme ai tanti, migranti e italiani, che osservano il Ramadan e che continuano ad essere ingiustamente perseguitati ed esclusi e spesso, privati di dignità e diritti.