J’accuse… ma senza fermarsi mai

J’accuse… ma senza fermarsi mai

J’accuse… ma senza fermarsi mai

Riflessioni sulla seconda ondata || In fondo, l’elenco degli strumenti di mutualismo a disposizione

Quando, tra febbraio e marzo, la pandemia ha fatto irruzione nella nostra quotidianità abbiamo compiuto la scelta di interrompere le aperture del Centro Sociale La Strada, prima che ad imporcelo fossero le misure governative. Pensavamo allora (e continuiamo a pensare oggi) che una realtà che compie lo sforzo quotidiano di immaginare e praticare un altro mondo possibile, fondato su dignità e diritti per tutte e tutti, non potesse non di tutelare la salute della propria comunità.

Lo stesso senso di responsabilità e cura della propria comunità ci ha fatto poi dedicare braccia e gambe ai percorsi  mutualismo e solidarietà dal basso nei mesi del lockdown, e, con la breve parentesi estiva di riapertura, a immaginare nuovamente gli spazi ed i contenuti del centro sociale per garantire la sicurezza di tutte e tutti.

Di fronte all’impennata di contagi e vittime degli ultimi giorni ci troviamo di nuovo davanti alla necessità di limitare fortemente le modalità di alcuni dei progetti che quotidianamente si svolgono all’interno del nostro spazio, e di metterne in pausa altri.

Sentiamo però il dovere di chiarire un fatto: sospendere momentaneamente l’apertura del centro sociale non significa fermarci.

Tutte le energie che non troveranno forma nelle attività usuali saranno riversate negli strumenti di solidarietà che abbiamo contribuito a costruire nei mesi passati, nella consapevolezza che dire “Andrà bene davvero, solo se andrà bene per tutte e tutti” non è uno slogan ma un’attitudine politica, da praticare nei quartieri della nostra città.

E sospendere alcune cose non significherà, soprattutto, cessare d’interrogare il presente per immaginare un altro futuro.

Ci chiediamo, ad esempio, dove fosse quel senso di responsabilità che noi (come tutte le realtà che in ogni città d’Italia hanno animato una risposta dal basso all’emergenza) ci sentiamo addosso, in chi ci governa.

Non solo nel momento in cui le misure che avrebbero potuto limitare questa nuova ondata non sono state programmate, ma soprattutto negli anni in cui la sanità pubblica è stata smantellata.

I fondi costantemente tagliati, la medicina territoriale annullata, il principio universalistico che la salute è un bene pubblico sacrificato all’altare dei profitti dei potentati della sanità privata.

Dov’era quel principio di solidarietà intergenerazionale nel momento in cui le studentesse e gli studenti, già colpiti da una condizione di precarietà assoluta estesa ad un’intera generazione, venivano abbandonati a sé stessi a causa dell’assenza più completa di una programmazione che ne permettesse la tutela?

La chiusura di ogni luogo di studio e la scelta colpevole di non prevedere alcuna forma di welfare hanno addensato ancor di più sulla testa di una generazione intera non solo le nubi della crisi presente ma anche quelle dell’incertezza futura.

Ci chiediamo quale fossero i principi morali di chi per decenni ha ignorato la questione ambientale, tollerato la presenza di attività biocide nelle nostre città, promosso grandi opere inutili a favore di pochi grandi speculatori, mentre le patologie legate all’inquinamento andavano a colpire fasce sempre più ampie di popolazione, mentre si gettavano le basi per quelle comorbilità di origine ambientale che sappiamo essere il miglior alleato del virus.

Con quale ipocrisia ci si dedica oggi alla ricerca di capri espiatori per le cause del contagio?

Si additano le irresponsabilità dei singoli, ignorando le condizioni in cui decenni di annullamento delle politiche che avrebbero dovuto garantire la vivibilità delle nostre città hanno portato: dallo stato decadente dei trasporti pubblici alla crisi abitativa, che quella sanitaria ha, se possibile, ancor di più esacerbato.

Ci chiediamo come sia tollerabile imporre misure restrittive dimenticando però di colpire le grandi industrie, gli apparati della produzione e della distribuzione, come se l’adesione a Confindustria garantisse un salvacondotto dall’infezione.

Come ci si possa appellare all’unità quando la prima, semplice risposta all’incertezza esistenziale di milioni di persone, ovvero un reddito universale incondizionato viene ignorata o additata come elemosina da chi da questa crisi sta guadagnando.

Ci interroghiamo (certo, un po’ retoricamente) su tutto questo, e non abbiamo bisogno di cercare lontano le risposte. Sono quelle che per 26 anni abbiamo gridato nelle piazze e nelle strade di questa città, dal posto che abbiamo scelto per tentare di costruire la nostra barricata per un mondo che cerchiamo di ricostruire migliore di quello che è.

A quel posto, nonostante tutto, continuerete a trovarci.

COSA METTIAMO IN CAMPO:

Se vuoi diventare un volontari@ e collaborare nelle attività di mutualismo contattaci alla mail csoalastrada@gmail.com

Consegna di pacchi alimentari con il Municipio Solidale:
https://www.municipio-solidale.it/

Se hai bisogno di servizi di assistenza legale, sociale e di ascolto gratuita è disponibile lo Sportello Minerva. Scrivi all’indirizzo mail, lascia il tuo numero e ti richiameremo.
MAIL: popica.info@gmail.com
https://www.popicaonlus.org/

Raccolta beni alimentari, materiale didattico e supporti informatici per la DAD:
Sabato 10:00-12:00
Per maggiori infomazioni sui dispositivi https://www.facebook.com/events/363526701426343
Per maggiori informazioni sui beni alimentari https://www.municipio-solidale.it/la-spesa-sospesa/

Se hai bisogno di un aiuto con i compiti e lo studio, gratuito, online, contatta la ScuolaPop Piero Bruno:
MAIL: csoalastrada@gmail.com
https://www.facebook.com/scuolapop.pierobruno

Se hai bisogno di una bici o di una riparazione gratuita contatta la Ciclofficina Popolare Alfredo Martini
MAIL: ciclofficinalastrada@gmail.com
https://www.facebook.com/ciclofficina.alfredo.martini

Se vuoi rimanere aggiornat@ su attività, workshop e progetti futuri del Laboratorio Artistico contatta il Laboratorio Helter Skelter:
https://www.facebook.com/666helterskelter666

 

 

Riflessioni lungo la strada // tenere insieme centri sociali e comunità parrocchiali.

Riflessioni lungo la strada // tenere insieme centri sociali e comunità parrocchiali.

Il centro sociale “La Strada” e il Municipio solidale: storia di cosa tiene insieme antagonisti e comunità parrocchiali.

Tra i tanti aspetti della realtà per cui questo stato di emergenza rappresenta la possibilità di una messa in luce del tutto nuova agli occhi dei molti, c’è sicuramente anche il ruolo dei centri sociali nelle città di questo paese. Dipinti dalla retorica salviniana (ma non solo) come parassiti, buoni a nulla se non alla protesta a prescindere, fine a se stessa, i militanti e le militanti dei centri sociali si sono invece dimostrati ovunque in grado di mettere a disposizione, immediatamente, un numero sorprendente di forze per contrastare lo stato di emergenza sanitaria e sociale.

“Alla paura dell’intaccare la propria purezza abbiamo sempre contrapposto la riscoperta di quella gioia infantile dello sporcarsi”

In alcuni casi, hanno dimostrato capacità di autorganizzazione in contrasto con istituzioni latitanti o assenti; in altri è emersa l’intelligenza e l’agilità di sapersi reinventare a fianco di quelle istituzioni che ne avevano bisogno, persino in alcuni casi in cui, per farlo, non è stato necessario chiudere un occhio, ma direttamente bendarsi.

Ovunque hanno saputo dare prova di appartenere a spazi che non sono solo luoghi di svago o aggregazione ( aspetto comunque forse anche questo da rivalutare con occhi nuovi, ora che entrambi ci mancano come l’aria), ma dei veri e propri laboratori di organizzazione di ricchezza politica e umana.

Oltre ad augurare quindi lunga vita al C.S.O.A. La Strada, ai nostri fratelli e sorelle del L.O.A Acrobax (come noi, in campo in queste settimane) e agli altri centri sociali di questo paese, vogliamo però spendere alcune parole per raccontare la nostra specifica esperienza di solidarietà attiva in questo periodo, che ha delle caratteristiche del tutto particolari.

Più che volontarie e volontari

Nell’VIII municipio di Roma infatti, è stata messa in campo una rete solidale che tiene insieme istituzioni locali, cittadinanza attiva, centri sociali e piccole imprese.

Sono state le porte del nostro municipio ad essere, in senso letterale, aperte, ai tantissimi volontari e volontarie di ogni tipo: collettivi dei licei, scout laici e cattolici, comunità parrocchiali, comitati di quartiere, associazioni culturali e sociali e anche noi, i militanti dei centri sociali!

Nel nostro fortunato caso la parola “comunità” si riscopre come la più adatta a descrivere qualcosa che esiste nel concreto, e non che si sogna.

Parliamo di fortuna perchè siamo giovani, e parte di questo lavoro ci è stato passato come prezioso regalo ed eredità: il progetto del “Municipio Solidale” e, più in generale, la giunta del nostro municipio, reattiva e all’avanguardia, sono infatti figli di un lavoro consolidato negli anni e del coraggio collettivo di questo territorio, che cerca punti di incontro e orizzonti comuni di fronte a differenze che possono sembrare incolmabili.

Alla paura dell’intaccare la propria purezza abbiamo sempre contrapposto la riscoperta di quella gioia infantile dello sporcarsi: il risultato è che di fronte a questa situazione di emergenza, siamo in grado di mettere in campo un esercito di più di 350 volontari attivo su un territorio di oltre 130mila abitanti.

Sono oltre 700 i nuclei familiari che ricevono settimanalmente un pacco alimentare, preparati grazie al supporto di singoli, esercizi commerciali e mercati rionali.

Oltre 200 quelli che usufruiscono dei servizi di spesa a domicilio.

14 le associazioni che hanno messo a disposizione numeri telefonici e competenze di varia natura: servizi per le persone anziane e i malati di Alzheimer, supporto per le donne a rischio di violenza domestica, aiuto specializzato per le persone LGBTQ+, consulenza e supporto psicologico garantito a chiunque ne senta il bisogno. Portiamo la nostra solidarietà ovunque, anche a chi risulta invisibile ai dispositivi minimi della cittadinanza, come nel caso delle occupazioni abitative.

In una comunità così larga e variegata, diventiamo a volte persino difficili da distinguere: raccontare però cosa ci caratterizza come “La Strada” all’interno di tutto questo, cosa sentiamo che ci rende diversi è solo un ulteriore modo di sottolinearne la ricchezza e molteplicità.

“Ai responsabili di tutto questo, a chi rende ogni giorno il mondo un posto in cui per molti il volontariato è l’unico appoggio e sostegno, non stiamo sorridendo: stiamo mostrando i denti.”

Noi non siamo volontari. Siamo militanti.

Per il volontariato, la beneficienza, il terzo settore e per la chiesa, che ci ricorda che i valori cristiani non sono solo quelli di Fontana, nutriamo profondo rispetto. L’ultima cosa che vogliamo è però risultare una stampella che tappi i buchi e le crepe generate da un sistema ingiusto, che rivela ora ancor più che in altri momenti la sua scandalosa inadeguatezza, venendogli in aiuto.

Viviamo in un sistema fatto di disuguaglianze sociali, di lavoro che quando c’è è molto spesso privo di garanzie e diritti, un sistema che ti rispedisce a lavorare in condizioni precarie, applicando agli esseri umani la logica del profitto, che ordina una gerarchia delle relazioni, quelle familiari, per principio, più importanti di tutte le altre.

Noi per questo sistema non vogliamo rappresentare un aiuto, ma ambiamo ad esserne il peggior nemico.
Stanno rimbalzando sui nostri social in questo periodo foto che ci mostrano allegri nel nostro reinventato ruolo di volontari e volontarie.

Riceviamo ogni giorno complimenti e ringraziamenti, ma non vogliamo che vi commuoviate. Noi vogliamo che vi uniate a noi nel rivendicare ciò che ci spetta. E vogliamo la rabbia.

All’umanità che tutti i giorni incontriamo, a chi è in difficoltà e a chi come noi cerca di rappresentare la parte sana delle nostre città, seppur da sotto le mascherine, sono rivolti i nostri sorrisi.

Ai responsabili di tutto questo, a chi rende ogni giorno il mondo un posto in cui per molti il volontariato è l’unico appoggio e sostegno, non stiamo sorridendo: stiamo mostrando i denti.

Per questo lavoro insieme, un grazie, tra i tanti, per l’APS Nessun Dorma, la Villetta Social Lab, il Collettivo Politico Galeano, Acrobax, la Casetta Rossa.

Per maggiori informazioni sui servizi del Municipio Solidale CLICCA QUI

Per partecipare attivamente trovi tutti i nostri contatti QUI

25 Aprile 2020 – Join the Resistence!

25 Aprile 2020 – Join the Resistence!

25 Aprile 1945 – 25 Aprile 2020

Qualcosa in questo periodo di quarantena non permette di fermarsi. È la spinta interiore che ci sprona ad attivarci e a non cadere nell’oblio della noia e dell’indifferenza. Il 25 Aprile del 1945 l’Italia veniva liberata dal più grande dei mali: l’oppressione nazifascista. Verso il 25 Aprile 2020, in un momento come quello che stiamo attraversando, la Memoria della Liberazione deve dettarci la giusta strada per non cadere nella trappola dell’egoismo, della supremazia e dell’odio, che nella crisi, invadono più facilmente i nostri cuori.

Chiunque senta forte la spinta ad attivarsi è chiamato a rispondere a questo appello.
Chiunque non riesca a fermarsi. Chi lavora, chi rischia la vita e chi pratica solidarietà ogni giorno.
La libertà e la giustizia sociale che animarono le giovani partigiane e i giovani partigiani sono i tasselli fondamentali oggi, e ancor di più domani, per la costruzione di un futuro migliore.

In questi giorni cupi, vogliamo che il 25 aprile sia un sorriso sui volti di tutto il Paese: una giornata di festa e di memoria.
Proponiamo, quindi, tre diverse attività per festeggiare e ricordare il 25 Aprile, per approfondire ciò che ha significato nel passato e cosa può significare nel presente

E allora, partecipa anche tu alla Resistenza di ieri e di oggi, JOIN THE RESISTANCE!

SING THE RESISTANCE

Il primo modo per organizzarsi in questo periodo, è farlo dalle proprie case, dai propri balconi. Aderiamo, quindi, all’appello dell’Anpi . Suoniamo, cantiamo, facciamo sentire Bella Ciao direttamente dai nostri terrazzi, diffondiamo questo canto di lotta universale.

SHOW THE RESISTANCE

Tantissimi sono i film che raccontano il terrore da cui i partigiani e le partigiane ci hanno liberato quel 25 Aprile. Tantissime sono le scene che cercano di farci rivivere la Resistenza attraverso delle immagini.
Da diversi punti di Roma organizzeremo un “cineforum da casa”: trasmetteremo sulle facciate dei palazzi film come Roma Città Aperta, o Una Questione Privata, e per rendere fruibile a tutte e tutti questo spettacolo, riproporremo la visione in diretta tramite i nostri canali.
Per approfondire, rivivere, amare la Resistenza, invitiamo chiunque abbia a casa un proiettore a partecipare anche dalla propria casa o dal proprio balcone a questa iniziativa, per illuminare Roma con video e film che raccontino cosa vuol dire lottare contro il fascismo.

THINK THE RESISTANCE

La Resistenza è spesso raccontata come qualcosa che attiene al passato, ai libri di Storia. Invece oggi, soprattutto durante la quarantena ma non solo, ci rendiamo sempre più conto che sono tante le Resistenze che continuano ad esistere nel 2020, e tante sono quelle che dovranno esistere in futuro. Creare una continuità e un paragone con la Resistenza che i partigiani opposero al nazifascismo è quasi naturale.
Ognuno ha il suo modo di esternare questo pensiero, di libertà passata e di quella che vorremmo fosse libertà presente.
Vi invitiamo quindi a mandarci un vostro contributo (una foto, una grafica, un disegno, un testo, una poesia, un libro, un articolo..) in merito a questa domanda:

“𝗗𝗮 𝗰𝗼𝘀𝗮 𝗰𝗶 𝘀𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗹𝗶𝗯𝗲𝗿𝗮𝘁𝗶 𝗶𝗹 𝟮𝟱 𝗔𝗽𝗿𝗶𝗹𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝟭𝟵𝟰𝟱? 𝗘 𝗱𝗮 𝗰𝗼𝘀𝗮 𝗻𝗼𝗻 𝗰𝗶 𝘀𝗲𝗻𝘁𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗮𝗻𝗰𝗼𝗿𝗮 “𝗹𝗶𝗯𝗲𝗿𝗮𝘁𝗶”?”
Questo può essere un modo per approfondire la storia della Resistenza Partigiana, per conoscere i nostri diversi punti di vista in merito, ma soprattutto per capire da cosa non vogliamo più sentirci oppressi, da cosa sentiamo di voler liberare questo mondo.

Pubblicheremo tutto quello che ci arriverà attraverso i nostri canali (Instagram: @join_theresistance Facebook: Join The Resistance ) e, nella notte di sabato 25 Aprile, proietteremo i vostri pensieri e contributi sui palazzi della nostra città.

Vi chiediamo di mandarci la vostra forma di “Resistenza” entro venerdì 24 di Aprile, sui canali sopra indicati o alla mail jointheresistance25@gmail.com .

Andrà tutto bene… se nessun@ resta indietro – Municipio Solidale

Andrà tutto bene… se nessun@ resta indietro – Municipio Solidale

Dall’inizio della quarantena abbiamo messo le nostre energie a disposizione del progetto “Municipio solidale” ( https://www.municipio-solidale.it ).

Più di 30 volontarie e volontari, impegnati non solo nelle consegne della spesa a domicilio, ma anche in quella di pacchi alimentari gratuiti e pasti caldi indirizzati a chi si trova in questo momento in maggiore difficoltà.

La solidarietà è un’arma potentissima e non possiamo che ringraziare per l’incredibile quantitativo di gratitudine, complicità, bellezza umana ed energia positiva che abbiamo ricevuto ogni giorno da chi abbiamo incontrato. L’impressione è sempre quella di avere indietro molto più di quello che si da, in forma di grandi lezioni di dignità e fiumi di affetto ed allegria. Quello che ci teniamo a dire, però, è che il nostro impegno non è iniziato e non finirà con la fine (speriamo sempre più prossima) di questa pandemia.

Perchè quello che questa situazione straordinaria ha fatto, oltre a scombussolare tutte le nostre vite, è anche mettere sotto una luce sempre più forte il male della violenza che caratterizza i nostri tempi, in tutte le sue forme.

Il collasso del sistema sanitario mette in evidenza il disastro generato dai continui tagli e privatizzazioni alla sanità pubblica.

L’assenza di tutele di alcun tipo per chi è lavoratore autonomo, part-time o in nero mette in evidenza la violenza della precarietà e della mancanza di un reddito di base universale che garantisca una vita degna a tutti e tutte.

La riduzione dell’inquinamento dell’aria dovuto ai cambiamenti dei ritmi di produzione e degli spostamenti mette in evidenza la violenza ambientale del nostro sistema produttivo e dei nostri stili di vita.

L’impossibilità per senzatetto e migranti di “stare a casa” mostra la violenza dell’assenza di politiche abitative e di accoglienza nelle metropoli e l’assoluta centralità e necessità delle occupazioni abitative come forma di resistenza soprattutto in momenti di crisi.

Le rivolte nelle carceri evidenziano la violenza del nostro sistema carcerario, aggravata dal sovraffollamento, in cui le parole “diritto ” e “dignità” faticano a trovare attuazione.

Ciò che rappresenta l’obbligo di restare a casa per alcune donne, ci urla ancora più forte in questi giorni il male prodotto dalla presenza della violenza di genere all’interno della nostra società, così spesso consumata proprio nelle pareti domestiche e perpetrata all’interno dei nuclei familiari.

Alla fine di tutto questo, quindi, quello che ci aspetta è un mondo più giusto da costruire: un mondo che non ha bisogno di eroi ma di persone che hanno voglia di attivarsi e lavorare insieme.

Ti aspettiamo!

Restiamo Umani – Verso il presidio di Venerdì 25 Gennaio – All migrants are welcome!

Restiamo Umani – Verso il presidio di Venerdì 25 Gennaio – All migrants are welcome!

Manifestazione pacifica per denunciare le politiche del governo Conte – e del ministro dell’Interno Salvini – in fatto di migrazione e accoglienza.

Circa 25 tra attiviste e attivisti della Rete Restiamo Umani hanno manifestato pacificamente questa mattina davanti al Vittoriano di Piazza Venezia  per denunciare le politiche del governo Conte – e del ministro dell’Interno Salvini – in fatto di migrazioni e accoglienza. Mentre veniva aperto uno striscione con il messaggio “Naufragi di Stato”, attiviste e attivisti si sono coperti il volto in modo simbolico, per ricordare quanto le persone migranti vengano rese invisibili da frontiere, chiusure e leggi.

Per protestare contro le politiche dell’esecutivo in carica, la Rete Restiamo Umani invita tutte e tutti a prendere parte al presidio “Frontiere visibili persone invisibili! All migrants are welcome!” che si terrà venerdì prossimo in Piazza dell’Esquilino a Roma, alle ore 17.

«Sin dal suo insediamento, il governo gialloverde si è contraddistinto per la sua pericolosa propaganda in fatto di migrazione, chiudendo i porti italiani a suon di tweet e alimentando un clima di scontro sempre più violento e xenofobo tra cittadini e migranti», dichiarano dalla Rete.

Le attiviste e gli attivisti denunciano le costanti violazioni di diritti fondamentali e la creazione di frontiere visibili e non, che colpiscono le fasce più deboli della popolazione, e che derivano da provvedimenti come il Decreto Legge Salvini su sicurezza e immigrazione. “È un vero e proprio atto di guerra al diverso, a chi non ha diritti, ma anche a chi compie atti di solidarietà e disobbedienza civile», continuano. “La chiusura del CARA di Castelnuovo di Porto è un drammatico effetto del decreto. Quel centro non era certo un modello di accoglienza, ma sradicare, separare e deportare le persone da un giorno all’altro è inaccettabile”. «Abbiamo un governo, trainato dal ministro dell’Interno, che sorveglia e punisce chi alza la testa contro questo stato di paura e contro la violazione dei diritti fondamentali delle persone. Tale condizione è poi ulteriormente alimentata da una permanente campagna mediatica mistificatoria, razzista e asfissiante».

Le attiviste e gli attivisti inoltre hanno voluto rimarcare ancora una volta quanto sta verificandosi nel Mediterraneo. Eventi drammatici come il recentissimo naufragio di 117 migranti e il respingimento in Libia di altre 100 persone.

«Tutto questo non sarebbe accaduto se fossero state date istruzioni precise alla guardia costiera italiana per intervenire, e se non ci fosse stata in corso una chiara politica contro il ruolo delle ONG che operano salvataggio in mare. Non possiamo più restare a guardare, è tempo di agire. Restiamo Umani sostiene ogni atto di disobbedienza civile alle politiche securitarie di questo governo, per mare e per terra, e invita tutte e tutti in piazza dell’Esquilino a Roma, venerdì 25 gennaio a partire dalle ore 17.00», concludono dalla Rete Restiamo Umani.

Per protestare contro le politiche dell’esecutivo in carica, la Rete Restiamo Umani invita tutte e tutti a prendere parte al presidio “Frontiere visibili persone invisibili! All migrants are welcome!” che si terrà venerdì prossimo in Piazza dell’Esquilino a Roma, alle ore 17.

Roma è con chi combatte l’isis. Forza YPG/YPJ, Forza Rojava!

Roma è con chi combatte l’isis. Forza YPG/YPJ, Forza Rojava!

SOLIDARIETA’ DA ROMA A TORINO, DALL’ITALIA AL ROJAVA!

Oggi a Torino, si tiene l’udienza per la richiesta avanzata dalla procura di applicare le misure di sorveglianza speciale a cinque giovani, che negli ultimi anni hanno raggiunto la Siria del Nord, per sostenere in prima persona l’esperienza della rivoluzione confederale, combattendo al fianco delle forze democratiche siriane.

Criminalizzare chi, in questi anni, è riuscito a rompere il muro del silenzio mediatico, facendo vera informazione e tenendo aggiornata un’Europa avviluppata nella produzione e nel commercio di armi, distribuite generosamente ai complici dell’Isis e della Turchia, è inaccettabile.

i veri soggetti pericolosi non sono certo Eddi, Jacopo, Davide, Paolo e Jack a cui va tutto il nostro rispetto e la massima solidarietà.

Stanotte, il nostro pensiero va a loro e a Leyla Güven, deputata del Partito Democratico dei Popoli (HDP) arrestata in Turchia, che da 77 giorni è in sciopero della fame contro l’isolamento di Ocalan.

Verso il 16 febbraio LIBERTA’ PER TUTTE E TUTTI I PRIGIONIERI POLITICI.
DIFENDIAMO IL ROJAVA PER LA LIBERTA’ E LA PACE IN MEDIO ORIENTE!

#DoNotAbandonRojava #SupportYpg #FckIsis
Io sto con chi combatte l’Isis – Forza Ypg/Ypj