A poco più di due settimane dai festeggiamenti della Liberazione, un nuovo episodio di limitazione della libertà di espressione e manifestazione si registra in quel di Roma3, nella facoltà di lettere e filosofia.

La Rete Antifascista Roma Sud, insieme al collettivo link degli studenti universitari, aveva organizzato per la giornata di domani, 11 aprile, l’iniziativa culturale al titolo “Italiani brava gente? Dall’Etiopia ad affile, Memorie di un’occupazione italiana” che avrebbe incluso la proiezione del documentario “If only I were that warrior” , vincitore del premio “imperdibili” del festival dei popoli 2015 e del premio best documentary 2016 globo d’oro, e a seguire discussione con il regista valerio ciriaci, Mulu ayele interprete del documentario e cristiana Pipitone, archivista.

Ma al neo eletto preside di facoltà Giovanardi, tutto ciò non andava bene, e i tentativi di ostacolarci nella costruzione dell’iniziativa sono iniziati fin da subito.

La prima scusa addotta è stata l’assenza di un docente interno all’università, in quanto della preparazione e professionalità dei nostri invitati all’illustre preside non poteva importare nulla.

Individuato il professor P.Mattera come docente interno, a cui rinnoviamo il nostro ringraziamento per la disponibilità e appoggio con il proprio intervento introduttivo, il preside sembrava avesse deposto l’ascia di guerra.

Ma così non è stato, a un giorno dalla data concordata, i compagni di link ci informano di un ulteriore ostacolo: Sanzioni disciplinari individuali e invalidazione della lista elettorale, quindi impossibilità per link di partecipare alle elezioni universitarie, nel caso di realizzazione dell’evento.

Ovviamente davanti una repressione di questo calibro, sostenuta non dal solo preside ma dall’amministrazione tutta della facoltà, non ci resta che rinviare l’evento.

Il regolamento dell ateneo prevede, in effetti, l’inammissibilità, per gli studenti che stiano concorrendo o meno alle elezioni, di organizzare iniziative di qualsiasi genere nei 60 giorni precedenti le elezioni.

Ma come mai di questo cavillo burocratico ce ne si è ricordati così tardi? E quali le ragioni di tutta questa severità nel minacciare sanzioni e imporre disciplina?

Sembra un po’ di respirare un aria viziata nelle facoltà di Roma Tre; evidentemente l’amministrazione universitaria ritiene sufficiente alla vita culturale le quattro mura della propria istituzione, un po’ come fosse la solita torre d’avorio, scordando invece quanto sia legata a doppio filo al territorio. Una scelta ottusa con una prospettiva molto ristretta e un’occasione persa per un dibattito di alto livello.

Forse parlare in un’università pubblica di antifascismo spaventa, forse ricordare diventa scomodo, forse per qualcuno è così.
Noi domani in facoltà ci saremo per rivendicare le nostre idee, più convinti e forti che mai, e per raccogliere le firme con gli studenti per la realizzazione dell’iniziativa al più presto.

Rete antifascista romasud