Giornata Mondiale del Rifugiato

Giornata Mondiale del Rifugiato

Giornata Mondiale del Rifugiato – Bivacco contro i decreti Minniti – Orlando

Il 20 giugno si celebra la Giornata Mondiale del Rifugiato: ancora una volta assisteremo ad una passerella vuota di fronte alle politiche nazionali ed europee che, al contrario, si mostrano molto aggressive .

Crediamo che oggi più che mai i riflettori siano puntati sul fenomeno migratorio.

Se da una parte in migliaia continuano a morire in mare, dall’altra sono i salvataggi e la solidarietà ad essere criminalizzati, a favore della legittimazione di posizioni xenofobe e razziste. Abbiamo recentemente assistito all’incredibile campagna d’odio contro chi salva le vite in mare: solo settimana fa la nave di Medici Senza Frontiere ha sbarcato nel porto di Napoli 1500 persone che altrimenti sarebbero affogate nel Mediterraneo.

Le forze parlamentari non solo non si sono distinte per sensibilità politica e comprensione delle tensioni sociali ma spesso divengono megafoni di campagne d’odio molto pericolose. I Decreti Minniti-Orlando ormai divenuti leggi sono l’esito di tale clima e irresponsabilità politica.

In nome di sicurezza e decoro vengono penalizzate, marginalizzate e discriminate le figure più vulnerabili, a partire dai migranti.

A Roma assistiamo ad un intensificarsi di operazioni di “pulizia”, dalle stazioni, Termini e Tiburtina a Piazza Vittorio.

Non si risparmiano, in nome del decoro, retate e rastrellamenti. Si preferisce dare vita ad una forsennata caccia all’uomo per le vie del centro invece di regolarizzare la posizione dei lavoratori ambulanti: così e’ morto Niam Maguette, lavoratore senegalese stroncato da un infarto mentre fuggiva dai vigili urbani.

In una giornata dedicata ai richiedenti asilo e rifugiati, vogliamo smascherare l’ipocrisia istituzionale, che piange le stragi in mare ma al contempo respinge chi fugge da guerra e miseria, utilizzando gli Hotspot come luoghi, borderline in termini normativi, di selezione arbitraria ed espulsione, firmando accordi bilaterali, agendo una sempre più massiccia operazione di esternalizzazione delle frontiere: l’Europa e l’Italia in particolare sono pronti a versare miliardi di euro a stati autoritari come la Turchia o a governi fantasma come la Libia per mantenere i migranti in condizioni disumane, lontani dalle proprie frontiere, alla faccia dei diritti umani.

Da Milano a Bologna, passando per Napoli, migliaia di cittadini si sono attivati per provare a ribaltare l’ordine del discorso, per affermare il valore di un accoglienzadignitosa, per costruire reti di solidarietà, quali unica possibilità di amplificare la voce del dissenso, contro i decreti Minniti-Orlando, contro l’approccio Hotspot e la negazione di diritti umani fondamentali.

Vorremmo ritrovarci anche a Roma il 20 giugno per prendere parola come Roma meticcia e solidale, per concludere la giornata, al tramonto, assieme ai tanti, migranti e italiani, che osservano il Ramadan e che continuano ad essere ingiustamente perseguitati ed esclusi e spesso, privati di dignità e diritti.

Giornata Mondiale del Rifugiato

Giornata Mondiale del Rifugiato

Giornata Mondiale del Rifugiato – Bivacco contro i decreti Minniti – Orlando

Il 20 giugno si celebra la Giornata Mondiale del Rifugiato: ancora una volta assisteremo ad una passerella vuota di fronte alle politiche nazionali ed europee che, al contrario, si mostrano molto aggressive .

Crediamo che oggi più che mai i riflettori siano puntati sul fenomeno migratorio.

Se da una parte in migliaia continuano a morire in mare, dall’altra sono i salvataggi e la solidarietà ad essere criminalizzati, a favore della legittimazione di posizioni xenofobe e razziste. Abbiamo recentemente assistito all’incredibile campagna d’odio contro chi salva le vite in mare: solo settimana fa la nave di Medici Senza Frontiere ha sbarcato nel porto di Napoli 1500 persone che altrimenti sarebbero affogate nel Mediterraneo.

Le forze parlamentari non solo non si sono distinte per sensibilità politica e comprensione delle tensioni sociali ma spesso divengono megafoni di campagne d’odio molto pericolose. I Decreti Minniti-Orlando ormai divenuti leggi sono l’esito di tale clima e irresponsabilità politica.

In nome di sicurezza e decoro vengono penalizzate, marginalizzate e discriminate le figure più vulnerabili, a partire dai migranti.

A Roma assistiamo ad un intensificarsi di operazioni di “pulizia”, dalle stazioni, Termini e Tiburtina a Piazza Vittorio.

Non si risparmiano, in nome del decoro, retate e rastrellamenti. Si preferisce dare vita ad una forsennata caccia all’uomo per le vie del centro invece di regolarizzare la posizione dei lavoratori ambulanti: così e’ morto Niam Maguette, lavoratore senegalese stroncato da un infarto mentre fuggiva dai vigili urbani.

In una giornata dedicata ai richiedenti asilo e rifugiati, vogliamo smascherare l’ipocrisia istituzionale, che piange le stragi in mare ma al contempo respinge chi fugge da guerra e miseria, utilizzando gli Hotspot come luoghi, borderline in termini normativi, di selezione arbitraria ed espulsione, firmando accordi bilaterali, agendo una sempre più massiccia operazione di esternalizzazione delle frontiere: l’Europa e l’Italia in particolare sono pronti a versare miliardi di euro a stati autoritari come la Turchia o a governi fantasma come la Libia per mantenere i migranti in condizioni disumane, lontani dalle proprie frontiere, alla faccia dei diritti umani.

Da Milano a Bologna, passando per Napoli, migliaia di cittadini si sono attivati per provare a ribaltare l’ordine del discorso, per affermare il valore di un accoglienzadignitosa, per costruire reti di solidarietà, quali unica possibilità di amplificare la voce del dissenso, contro i decreti Minniti-Orlando, contro l’approccio Hotspot e la negazione di diritti umani fondamentali.

Vorremmo ritrovarci anche a Roma il 20 giugno per prendere parola come Roma meticcia e solidale, per concludere la giornata, al tramonto, assieme ai tanti, migranti e italiani, che osservano il Ramadan e che continuano ad essere ingiustamente perseguitati ed esclusi e spesso, privati di dignità e diritti.

Musica contro la tortura – MEDU MUSIC BAND in concert

Musica contro la tortura – MEDU MUSIC BAND in concert

Se la tortura è la pratica umana più abominevole, la musica e il ballo sono le medicine più formidabili contro ogni violenza e discriminazione.
Con questo spirito è nata, all’interno del progetto Psychè – centro per la cura e la testimonianza contro la tortura- la Medu Music Band che calcherà per la prima volta un palco in una serata di musica e in-formazione.

h 19 -20 TESTIMONIANZE

Proiezioni, incontro con operatori e volontari MEDU e testimonianze sulle rotte migratorie con allestimento della mappa interattiva ESODI – Rotte migratorie dai paesi sub-sahariani verso l’Europa
http://esodi.mediciperidirittiumani.org/

h 20 APERICENA

h 20_30 concerto MEDU MUSIC BAND

Una serata per sostenere il nascente presidio umanitario e di dignità per migranti in transito a Roma, un intervento diventato necessario a causa della vergognosa omissione di soccorso delle istituzioni che lasciano centinaia di migranti in arrivo in città senza alcun tipo di assistenza.

Medu ha deciso di non rimanere indifferente davanti a ciò e per questo con i volontari e le clinica mobile e in collaborazione con Centro Baobab, la Rete legale e altre associazioni sta lavorando per creare un presidio umanitario che fornisca prima accoglienza, assistenza sanitaria e orientamento socio-legale.

Contributo suggerito 10 euro

Per informazioni
comunicazione@mediciperidirittiumani.org
06 97844892

L’Europa è marcia ma noi…

L’Europa è marcia ma noi…

“L’Europa è Marcia ma noi facciamone un’altra”

un’eretica Lectio Magistralis con Franco Bifo Berardi
Nel corso della serata presenteremo con l’autore “La Rivoluzione è finita abbiamo vinto – Storia della Rivista A/traverso” di Luca Chiurchiù ed. Derive Approdi, 2017.

Tornano a Moby Dick le storie ribelli di Uprising per ospitare questa volta una delle voci più controverse del panorama italiano, Franco Berardi Bifo, mediattivista, filosofo, agitatore culturale, e autore di numerosi e eterogenei saggi su lavoro, innovazione e processi comunicativi, tra cui le più recenti produzioni quali “Heroes – Suicidio e Omidicio di Massa” (Baldini&Castoldi 2015), “La Nonna di Schauble – Come il colonialismo finanziario ha distrutto il progetto europeo” (Ombre Corte 2015) e il suo primo romanzo “Morte ai Vecchi” (Baldini&Castoldi 2015) scritto con Massimiliano Geraci. In quest’occasione Franco Berardi Bifo sarà con noi per un’eretica Lectio Magistralis sul destino europeo, all’indomani del summit per il 60° anniversario dei Trattati di Roma e nel pieno del calendario di vertici internazionali che raggiungerà il suo apice in occasione dell’incontro dei G7 a Taormina il prossimo Maggio, il primo dell’Era Trump. Una discussione eretica per aprire una breccia e leggere i cambiamenti epocali che oggi si riflettono sul quadro europeo, stretto tra le tensioni centrifughe del sovranismo nazionalista e le politiche di austerity del globalismo liberista.

C’è una via d’uscita dagli scenari più foschi di una Guerra Civile Europea? Ne parleremo in una discussione senza argini prestabiliti e coglieremo l’occasione per presentare assieme all’autore il libro di Luca Chiurchiù, La rivoluzione è finita abbiamo vinto. Storia della rivista «A/traverso», DeriveApprodi, 2017.

«A/traverso», fondata a Bologna alla metà degli anni Settanta, fu una delle riviste più rappresentative del Movimento del ’77. Grafica punk, scrittura da avanguardia artistica, linea editoriale maodadaista, la rivista proponeva raffinate analisi filosofiche e politiche attraverso una comunicazione che sovvertiva le dinamiche codificate della comunicazione tipiche del formalismo marxista-leninista. A quarant’anni esatti dal Settantasette, Luca Chiurchiù, autore di uno studio su «A/traverso» appena pubblicato da DeriveApprovi, ne discute con Franco Berardi Bifo, fondatore della rivista.

«A/traverso» si esprimeva così: «Appropriazione e liberazione del corpo, trasformazione dei rapporti interpersonali, sono il modo in cui oggi ricostruiamo un progetto contro il lavoro di fabbrica, contro qualsiasi ordine fondato sulla prestazione e sullo sfruttamento».

25 Marzo: Corteo – Libertà di movimento- Europe for all

25 Marzo: Corteo – Libertà di movimento- Europe for all

Il 25 marzo i capi di stato e di governo d’Europa si riuniranno a Roma per celebrare il 60° anniversario del Trattato di Roma, costitutivo della Comunità economica europea.

Questo incontro, al di là della retorica celebrativa, assume un significato che non può e non deve essere occultato: quello di accelerare il processo di integrazione europea come risposta all’elezione di Trump, a Putin e alla Brexit.

L’Europa che verrà celebrata è, però, un continente ad (almeno) due velocità, segnato dalle politiche di austerity e che fonda la cooperazione interstatuale su accordi economici e quadrature di bilancio, mentre lascia morire sui propri confini chi fugge da condizioni drammatiche di esistenza e cerca rifugio e protezione in territorio europeo, nonché la possibilità di riprogettare il proprio futuro.

Anche il trattato di Schengen che sembrava essere il necessario strumento comunitario per abbattere le frontiere interne all’Europa, è stato vanificato dalle politiche migratorie dei singoli stati membri, che hanno ridisegnato i confini come luoghi di morte: per chi salta sui treni in corsa per raggiungere la propria destinazione, per chi muore folgorato dalle reti elettriche di protezione o investito dai tir nelle gallerie tra Ventimiglia e la Francia, oppure – ma è divenuta una notizia talmente rituale da non suscitare più scandalo né indignazione – per chi muore nel Mar Mediterraneo, dove si contano più di 5.000 morti accertati nel solo 2016.

Riteniamo fondamentale non perdere l’occasione del 25 marzo per ricollocare al centro del discorso la libertà di movimento, a maggior ragione se il palcoscenico è la città di Roma, uno spazio metropolitano, attraversato da un susseguirsi letale di confini, divieti, inadempienze e corruzione. Uno spazio nel quale lo stesso concetto di accoglienza sembra aver perso qualsiasi significato.

Siamo l’ Europa meticcia, solidale e migrante e lo spazio europeo è il nostro terreno di azione politica. E in questo senso accettiamo la sfida posta da un campo “disintegrato”, a molteplici velocità, dove l’opzione nazionale rischia (e già in parte è così) di offrire terreno ad un populismo che si nutre di razzismo, fascismi, assottigliamento degli spazi di libertà e uguaglianza.

Proprio i migranti e le migranti, infatti, sono i soggetti che più di altri sono in grado di dislocare costantemente le forme del disciplinamento e della repressione della mobilità, nonché di trasformare i limiti della cittadinanza. Il loro spostamento mette in tensione i confini nazionali ed intraeuropei, e la loro collocazione nel mercato del lavoro ridetermina le forme molteplici di sfruttamento del lavoro contemporaneo. Ed è proprio con loro che vogliamo contestare le politiche migratorie europee che negli ultimi anni hanno prodotto hotspot, relocation, accordi bilaterali criminali, svuotando di senso il diritto d’asilo e la libertà di movimento dentro lo spazio europeo, già compromessi dal regolamento Dublino.

Conferma di queste politiche è il Decreto legge Minniti del 17 febbraio, configurato come nuovo “pacchetto sicurezza”, in cui vengono lesi diritti garantiti costituzionalmente e dalle convezioni internazionali, e in cui viene introdotto il lavoro gratuito servile anche per i richiedenti asilo.

Politiche che, in una trappola di austerità selettiva e populismo xenofobo, producono soggettività impoverite, vulnerabili e precarie, funzionando quale dispositivo di ricatto e di confinamento materiale e simbolico delle vite.

Ripartiremo dunque da qui, da Roma, e proprio il 25 marzo, perché vogliamo rendere visibile una costellazione europea di esperienze sociali e politiche che, nelle pratiche mutualistiche, nell’autodeterminazione dei soggetti e nelle rotture conflittuali, siano in grado di contrastare politiche emergenziali, retoriche umanitarie, e sentimenti xenofobi.

Saremo in piazza per gridare, ancora una volta, che vogliamo e possiamo realizzare un’Europa diversa che parta dalla valorizzazione di territori inclusivi e solidali.

Le proteste anti Trump negli USA, l’invasione degli aeroporti contro il “muslim ban”, One day without us, e la piazza dei 200mila di Barcellona al grido di “vogliamo accogliere” ci hanno segnalato, che è necessario, fare coalizione, ‘essere marea’, per segnare l’ordine del discorso rimettendo al centro la libertà di movimento e il diritto per ogni essere umano di scegliere dove andare e dove stare.

Rome, 25th March: International Call for a day of struggle against borders, austerity, racism, and for the freedom of movement in Europe.

https://www.facebook.com/Europeforall25marzo/

#libertadimovimento
#EuropeForAll