Il centro sociale “La Strada” e il Municipio solidale: storia di cosa tiene insieme antagonisti e comunità parrocchiali.

Tra i tanti aspetti della realtà per cui questo stato di emergenza rappresenta la possibilità di una messa in luce del tutto nuova agli occhi dei molti, c’è sicuramente anche il ruolo dei centri sociali nelle città di questo paese. Dipinti dalla retorica salviniana (ma non solo) come parassiti, buoni a nulla se non alla protesta a prescindere, fine a se stessa, i militanti e le militanti dei centri sociali si sono invece dimostrati ovunque in grado di mettere a disposizione, immediatamente, un numero sorprendente di forze per contrastare lo stato di emergenza sanitaria e sociale.

“Alla paura dell’intaccare la propria purezza abbiamo sempre contrapposto la riscoperta di quella gioia infantile dello sporcarsi”

In alcuni casi, hanno dimostrato capacità di autorganizzazione in contrasto con istituzioni latitanti o assenti; in altri è emersa l’intelligenza e l’agilità di sapersi reinventare a fianco di quelle istituzioni che ne avevano bisogno, persino in alcuni casi in cui, per farlo, non è stato necessario chiudere un occhio, ma direttamente bendarsi.

Ovunque hanno saputo dare prova di appartenere a spazi che non sono solo luoghi di svago o aggregazione ( aspetto comunque forse anche questo da rivalutare con occhi nuovi, ora che entrambi ci mancano come l’aria), ma dei veri e propri laboratori di organizzazione di ricchezza politica e umana.

Oltre ad augurare quindi lunga vita al C.S.O.A. La Strada, ai nostri fratelli e sorelle del L.O.A Acrobax (come noi, in campo in queste settimane) e agli altri centri sociali di questo paese, vogliamo però spendere alcune parole per raccontare la nostra specifica esperienza di solidarietà attiva in questo periodo, che ha delle caratteristiche del tutto particolari.

Più che volontarie e volontari

Nell’VIII municipio di Roma infatti, è stata messa in campo una rete solidale che tiene insieme istituzioni locali, cittadinanza attiva, centri sociali e piccole imprese.

Sono state le porte del nostro municipio ad essere, in senso letterale, aperte, ai tantissimi volontari e volontarie di ogni tipo: collettivi dei licei, scout laici e cattolici, comunità parrocchiali, comitati di quartiere, associazioni culturali e sociali e anche noi, i militanti dei centri sociali!

Nel nostro fortunato caso la parola “comunità” si riscopre come la più adatta a descrivere qualcosa che esiste nel concreto, e non che si sogna.

Parliamo di fortuna perchè siamo giovani, e parte di questo lavoro ci è stato passato come prezioso regalo ed eredità: il progetto del “Municipio Solidale” e, più in generale, la giunta del nostro municipio, reattiva e all’avanguardia, sono infatti figli di un lavoro consolidato negli anni e del coraggio collettivo di questo territorio, che cerca punti di incontro e orizzonti comuni di fronte a differenze che possono sembrare incolmabili.

Alla paura dell’intaccare la propria purezza abbiamo sempre contrapposto la riscoperta di quella gioia infantile dello sporcarsi: il risultato è che di fronte a questa situazione di emergenza, siamo in grado di mettere in campo un esercito di più di 350 volontari attivo su un territorio di oltre 130mila abitanti.

Sono oltre 700 i nuclei familiari che ricevono settimanalmente un pacco alimentare, preparati grazie al supporto di singoli, esercizi commerciali e mercati rionali.

Oltre 200 quelli che usufruiscono dei servizi di spesa a domicilio.

14 le associazioni che hanno messo a disposizione numeri telefonici e competenze di varia natura: servizi per le persone anziane e i malati di Alzheimer, supporto per le donne a rischio di violenza domestica, aiuto specializzato per le persone LGBTQ+, consulenza e supporto psicologico garantito a chiunque ne senta il bisogno. Portiamo la nostra solidarietà ovunque, anche a chi risulta invisibile ai dispositivi minimi della cittadinanza, come nel caso delle occupazioni abitative.

In una comunità così larga e variegata, diventiamo a volte persino difficili da distinguere: raccontare però cosa ci caratterizza come “La Strada” all’interno di tutto questo, cosa sentiamo che ci rende diversi è solo un ulteriore modo di sottolinearne la ricchezza e molteplicità.

“Ai responsabili di tutto questo, a chi rende ogni giorno il mondo un posto in cui per molti il volontariato è l’unico appoggio e sostegno, non stiamo sorridendo: stiamo mostrando i denti.”

Noi non siamo volontari. Siamo militanti.

Per il volontariato, la beneficienza, il terzo settore e per la chiesa, che ci ricorda che i valori cristiani non sono solo quelli di Fontana, nutriamo profondo rispetto. L’ultima cosa che vogliamo è però risultare una stampella che tappi i buchi e le crepe generate da un sistema ingiusto, che rivela ora ancor più che in altri momenti la sua scandalosa inadeguatezza, venendogli in aiuto.

Viviamo in un sistema fatto di disuguaglianze sociali, di lavoro che quando c’è è molto spesso privo di garanzie e diritti, un sistema che ti rispedisce a lavorare in condizioni precarie, applicando agli esseri umani la logica del profitto, che ordina una gerarchia delle relazioni, quelle familiari, per principio, più importanti di tutte le altre.

Noi per questo sistema non vogliamo rappresentare un aiuto, ma ambiamo ad esserne il peggior nemico.
Stanno rimbalzando sui nostri social in questo periodo foto che ci mostrano allegri nel nostro reinventato ruolo di volontari e volontarie.

Riceviamo ogni giorno complimenti e ringraziamenti, ma non vogliamo che vi commuoviate. Noi vogliamo che vi uniate a noi nel rivendicare ciò che ci spetta. E vogliamo la rabbia.

All’umanità che tutti i giorni incontriamo, a chi è in difficoltà e a chi come noi cerca di rappresentare la parte sana delle nostre città, seppur da sotto le mascherine, sono rivolti i nostri sorrisi.

Ai responsabili di tutto questo, a chi rende ogni giorno il mondo un posto in cui per molti il volontariato è l’unico appoggio e sostegno, non stiamo sorridendo: stiamo mostrando i denti.

Per questo lavoro insieme, un grazie, tra i tanti, per l’APS Nessun Dorma, la Villetta Social Lab, il Collettivo Politico Galeano, Acrobax, la Casetta Rossa.

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