Verità e Giustizia per Sakine, Fidan e Leyla

Verità e Giustizia per Sakine, Fidan e Leyla

09/01/2013- 09/01/2018

A 5 anni dall’assassinio di Sakine Cansiz, co-fondatrice del Partito del Lavoratori del Kurdistan, di Fidan Doğan, rappresentante del KNK (Congresso Nazionale del Kurdistan) di Parigi e della componente del movimento giovanile, Leyla Şaylemez, torniamo in piazza con i fratelli e le sorelle curde, per denunciare la responsabilità dello Stato turco e la complicità dell’Europa di questa triste scomparsa prematura.

“…Negli ultimi cinque anni c’è stata una continua ricerca di giustizia. In questi cinque anni sono emerse moltissime informazioni sul massacro e tutti i segnali indicano Ankara.
Ogni pezzo di informazione che emerge conferma e completa il prossimo. Dopo cinque anni le nuove informazioni hanno sottolineato la responsabilità del MİT.

Il ruolo dell’intelligence turca era stato stabilito in precedenza e era chiaramente compreso nel rinvio a giudizio. Ma il processo non si è concluso. Il sospetto assassino Ömer Güney è improvvisamente morto poche settimane prima che il processo iniziasse. Il caso è stato di fatto abbandonato. Ma la ricerca di giustizia è andata avanti.

Successivamente è stato affermato che il massacro di Parigi è stato pianificato durante gli incontri di Oslo e Imrali, perfino che componenti della delegazione nei colloqui fossero tra i cospiratori.
Nel quinto anniversario del massacro, a pochi giorni dal quinto anniversario della visita del primo comitato a Imrali, il 3 gennaio 2018, la Co-Presidenza del Consiglio Esecutivo della KCK ha rilasciato una dichiarazione.

Le informazioni che la KCK ha condiviso, riguardo a due importanti funzionari del MİT catturati nell’agosto 2017, hanno rivelato il nome dell’uomo che ha progettato il massacro di Parigi: Sabahattin Asal. Secondo la dichiarazione della KCK, ha partecipato agli incontri di Imrali a nome dello Stato insieme a Muhammed Dervişoğlu. Asal è un funzionario del MİT, in particolare, una delle quattro firme sul documento riservato datato 18 novembre 2012 trapelato nel gennaio 2014.

Il fatto che questo nome annunciato dalla KCK coincida con il nome sul documento e con lo stesso uomo che ha partecipato agli incontri di Imrali mostra che il ruolo dello Stato turco nel massacro va anche più in profondità. Con queste nuove informazioni il caso del massacro di Parigi è entrato in una nuova era.” (dichiarazioni complete http://www.uikionlus.com/decifrati-gli-assassinii-di-parigi/)

Una fiaccolata seguita da un lancio di lanterne, per ricordare assieme con gli occhi al cielo, tre tra le compagne del movimento più attive nel processo di liberazione delle donne in Medio Oriente, senza le quali, le idee e i percorsi della rivoluzione del Confederalismo Democratico, probabilmente non starebbero dando i loro straordinari frutti.

Sakine è viva!
Fidan è viva!
Leyla è viva!

Chi ha compagne e compagni non muore mai

42 Anni di Memoria – In Ricordo di Piero Bruno

42 Anni di Memoria – In Ricordo di Piero Bruno

Il 23 novembre del ’75 perdeva la vita Piero Bruno, studente e militante dei nostri quartieri, ferito il giorno prima con un colpo d’arma da fuoco durante un corteo internazionalista in solidarietà alla popolazione dell’Angola.

Negli anni la sua memoria e le donne e gli uomini che l’hanno tenuta viva hanno tracciato un sentiero fatto di attivazione sociale e politica dal basso, cui abbiamo contribuito anche con la nascita della Scuola Popolare Piero Bruno e dell’Aula Studio Piero Bruno. Questi progetti ci hanno permesso di tenere viva la memoria di Piero e degli anni e delle lotte che ha vissuto e combattuto fino al giorno della sua uccisione.

Quest’anno è proprio dalle lotte internazionaliste che vogliamo ricordare Piero. Crediamo infatti che il ricordo debba essere un meccanismo attivo, che possa aiutarci a ragionare e a interrogarci sul nostro presente e, nel caso specifico, a interrogarci su come le lotte internazionaliste si siano evolute dagli anni ’70 ad oggi e su quale direzione siamo interessati a dargli. Lo scenario globale ci pone di fronte a nuove e vecchie sfide, dalle questioni migratorie al riaffacciarsi sempre più forte dei nazionalismi, dal riemergere di spinte autonomiste all’affermarsi di nuove pratiche politiche in Kurdistan con il Confederalismo Democratico.

Quindi come ogni anno ricorderemo Piero GIOVEDì 23 dalle 18.00 sotto la targa che lo ricorda in Via Passino, 24 con a seguire la proiezione del documentario PerChe di Paolo Di Nicola e una tavola rotonda sul tema dell’Internazionalismo nell’Aula Studio Piero Bruno.

18.00 Commemorazione sotto la Targa in Via Passino, 24

18.30 Proiezione del Documentario PerChe di Paolo Di Nicola

19.00 Tavola Rotonda – Il Ricordo di Piero nelle Lotte e nelle pratiche Internazionaliste. Un confronto Generazionale.

Durante l’iniziativa sarà disponibile un piccolo aperitivo presso l’ Aula Studio Piero Bruno per sostenere i progetti che a partire dal ricordo di Piero hanno portato avanti negli anni le sue lotte e istanze e quelle dei suoi compagni.

Dal Messico al Kurdistan, le donne curde scrivono alle donne indigene

Dal Messico al Kurdistan, le donne curde scrivono alle donne indigene

Pubblichiamo la lettera scritta dalle donne del Consiglio Indigeno di Governo alle donne curde questo Ottobre, per sottolinerare l’importanza degli scambi, dei legami e dei rapporti che si costruiscono tra questi due popoli in lotta.
Traduzione a cura del Nodo Solidale.

San Cristobal de las Casas, Cideci-Unitierra,

Chiapas, Messico – Ottobre 2017

Al Movimento delle Donne del Kurdistan Komalên Jinên Kurdistan (KJK),

Compagne e sorelle:
Noi, donne delegate indigene originarie del Messico, le consigliere e la portavoce del Consiglio Indigeno di Governo, dei popoli amuzgo, tojolabal, ñahñu/ñatho, nahua, wixárika, tzeltal, maya, tohono odham, totonaco, binniza, tzotzil, guarijio, kumiai, chol, purépecha, mayo, rarámuri, tepehuano, me´phaa, popoluca, zoque, cochimi, coca, cora, yaqui, mam, mazahua, tenek, chinanteco, na savi, cuicateco, mixe, triqui, ikoots, chichimeca y mazateco, riunite in assemblea del Consiglio Nazionale Indigeno, spazio che da 21 anni mette in connessione i popoli originari del Messico, vi inviamo un saluto fraterno e vi ringraziamo di tutto cuore per la lettera che ci avete fatto arrivare lo scorso giugno, con l’abbraccio e l’appoggio solidale e rivoluzionario che dai vostri territori manifestate verso di noialtre, le donne indigene, verso di noialtri, popoli originari del Congresso Nazionale Indigeno.

Questa lettera l’abbiamo letta in numerose delle nostre assemblee comunitarie, lo abbiamo condiviso con molte compagne e compagni, e vogliamo dirvi che conoscere la vostra lotta degna e la vostra solidarietà, ci ha permesso di rispecchiarci in voi e ci ha rafforzato. Siamo lontane geograficamente, però molto vicine nelle nostre idee e pratiche libertarie. Insieme a voi, diciamo che in questa guerra portata avanti contro l’umanità, noi le donne dei popoli originari stiamo alzando la nostra voce e ci organizziamo e mettiamo in cammino per la liberazione dei nostri popoli e di noialtre le donne, che rappresentiamo la metà della comunità umana.

Riconosciamo, diamo valore alla vostra lotta, perché tutte le lotte di qualsiasi donna in qualsiasi parte del mondo ed in qualsiasi tempo della storia che lottano, si ribellano e propongono di costruire nuovi cammini di vita di fronte il mostro patriarcale capitalista che ci opprime, è una lotta degna che deve renderci sorelle. Crediamo fermamente nel recuperare l’importanza di fermarci noialtre le donne a partire dalla nostra comunità, non per scontrarci, ma per organizzarci con i nostri fratelli ed i nostri popoli.

Questo sistema capitalista patriarcale di morte ci colloca, a noi donne, nella posizione più infima, la più scomoda, la più dimenticata e la più repressa e non solo ci colpisce noialtre ma anche i nostri fratelli; però se la comunità è malata, lo è ancor di più per noialtre le donne. sia malata, ancora di più per noialtre, le donne.

In Messico, noialtre, le donne del Congresso Nazionale Indigeno, viviamo un triplo disprezzo per essere donne, per essere indigene e per essere povere; per questo affermiamo che noialtre siamo le più disprezzate e per questa ragione anche noi possiamo esplodere, unite tra tutte e tutti nel Messico e nel mondo, il fine di questo sistema che ci azzittisce e la costruzione di uno nuovo, radicato nelle nostre culture ancestrali e guardando verso il futuro con giustizia, pace e libertà comunitarie.

Viviamo in un mondo dove trionfa l’esistenza individuale e una privatizzazione estrema che minaccia i nostri territori, nel quale colonizzano i nostri pensieri e ci vendono l’idea di una vita irraggiungibile. Questo sistema poco a poco si è insinuato, ci ha permeato, levandoci la nostra identità comunitaria e di popoli, ma noialtre, le donne e gli uomini indigene del Messico appartenenti al Congresso Nazionale Indigeno abbiamo detto “ya basta”; adesso basta che la nostra voce non sia presa in considerazione, di ritornare nell’oblio dopo il risveglio generato dalle nostre compagne e compagni zapatisti più di 20 anni fa. Adesso diciamo che è giunta l’ora della fioritura dei popoli ed è giunta l’ora della dignità di noi donne che nuovamente stiamo dando voce alle nostre lotte e continueremo a farlo. Di fronte a questo impeto del sistema capitalista che vuole sterminarci, noialtre le donne indigene diciamo che non faremo nemmeno un passo indietro e che lotteremo, ci organizzeremo con le nostre ribellioni e resistenze; affronteremo questo sistema che ci vuole desaparecidas, desaparecidos, e continueremo a dire che non lo permetteremo.

Il vostro popolo ed i nostri popoli hanno la stessa storia. A partire dalla lotta di conquista che la corona Spagnola ha intrapreso nelle nostre terre, i nostri popoli hanno continuato a resistere come il vostro, per sopravvivere come popoli, nazioni e tribù insieme ai nostri territori, alle nostre lingue, ai nostri abiti, alle nostre culture e le nostre proprie forme di governo; per questo diciamo che sono più di cinquecento anni che i nostri popoli hanno lottato contro tutti i malgoverni che hanno cercato di sterminarci.

Vogliamo dirvi che ascoltare la vostra parola e conoscere la vostra lotta ci permette di capire che i problemi che ci affliggono si riflettono in altre geografie; è molto chiaro che questo sistema di morte che domina il mondo colpisce tutte le persone, organizzazioni e popoli che si rifiutano di farne parte; ma è anche evidente con il vostro esempio ed il vostro respiro che solo unendo le lotte anticapitaliste e antipatriarcali in tutto il mondo, la vostra e la nostra lotta, come quella di migliaia e migliaia di donne e uomini, delle lavoratrici e dei lavoratori, con i sindacati, dei giovani e dei popoli originari, che solo organizzandoci e mettendoci in connessione, possiamo vincere il nostro nemico comune, questa idra dalle mille teste del sistema capitalista, patriarcale, razzista e coloniale.

Le compagne ed i compagni zapatisti ci hanno già avvertito che la tormenta si avvicina; noialtre crediamo che già ci siamo dentro; viviamo in un paese dove governano il capitale straniero ed il crimine organizzato; in forme differenti dalla vostra, anche noi viviamo quotidianamente la guerra con decine di migliaia di persone assassinate, in particolare femminicidi e assassini di lottatrici e lottatori sociali, di giornalisti impegnate ed impegnati, di defensoras e difensori dei diritti umani, con decine di migliaia di persone scomparse, con migliaia di prigionieri e prigioniere politiche, con la spoliazione dei nostri territori, con lo sfruttamento e la schiavitù dei nostri fratelli e sorelle, con la distruzione della nostra madre terra. Di fronte a questo scenario, raccogliendo l’invito dei nostri fratelli e sorelle zapatiste in questi ultimi 20 anni, crediamo che la miglior maniera di difenderci e passare all’offensiva è con l’organizzazione dal basso, di noialtre e noialtri, dei popoli indigeni, dei popoli della campagna e della città che già ci siamo risvegliati, che mettiamo da parte paura ed apatia, che ci ribelliamo, che ci organizziamo e agiamo in comunità, provando e costruendo spazi di società non capitalista e non patriarcale.

Diciamo che è il momento di noialtri i popoli, è il momento di noialtre le donne che approfittando di questa congiuntura elettorale del 2018, però guardando molto più in là; è il momento che, seguendo l’esempio dei nostri fratelli e sorelle zapatiste e di altri popoli, di voialtre, facciamo risorgere dal basso, processi organizzativi autonomi, governi autonomi che obbediscano al popolo organizzato in comunità, come il Consiglio Indigeno di Governo che articoli le nostre lotte verso la costruzione di un mondo dove entrino e si rispettino tutti i mondi, che ci permetta di essere ciò che siamo e che vogliamo essere; senza sfruttamento e senza discriminazione alcuna, dove le donne siano rispettate, avvalorate ed incluse, per costruire insieme ai compagni, relazioni di libertà e convivenza armonica tra noialtri e noialtre, tra i nostri popoli e con la nostra madre terra.

Con il ricordo vivo delle nostre sorelle e fratelli che sacrificarono la propria vita nella costruzione dei nostri sogni e continuano ad accompagnarci, vi salutiamo, vi abbracciamo e vi diciamo grazie, sorelle del popolo delle montagne, lontane nella distanza e vicine ai nostri cuori, che sappiamo vivono, si organizzano, lottano e muoiono per la liberazione di tutte le donne e tutti i popoli del mondo.

Che vivano i popoli originari del Mondo!
Viva la fratellanza dei Popoli!
Viva la degna lotta di liberazione delle donne Kurde! Mai più un Messico senza Noialtre!
Mai più un Mondo senza Noialtre!

Le Consigliere e la Portavoce del Consiglio Indigeno di Governo/ Congresso Nazionale Indigeno.

Una Canzone per il Rojava – live

Una Canzone per il Rojava – live

Il 14 ottobre a Logos Festa della Parola presentazione della compilation musicale “Una canzone per il Rojava”

Abbiamo scelto di contribuire alla campagna, lanciata dalla Mezzaluna Rossa Kurdistan Italia Onlus e sostenuta dalla staffetta sanitaria della ▼Rete Kurdistan Roma▼ per ricostruire l’ospedale di Tall-Tamr in #Siria, utilizzando uno dei linguaggi più popolari e celebrati dai kurdi, per far arrivare ai cuori dei solidali italiani la voce di questo popolo in lotta per la libertà.
Questo è stato possibile solo grazie ad artist* e compagn* della scena romana e non, che in questi mesi hanno condiviso con solidarietà e passione l’importanza di tale progetto, e che si esibiranno al ▼▼Csoa eXSnia▼▼ durante la Festa della Parola INDIE “Logos”, Roma

Radio Torre Sound System
Dalton Roma
Los3saltos
Emiliano Ill Nano Rapnoize
De’ Soda Sisters
LHHM – Lab Hip Hop Meticcio
Fun (band)
Radici nel cemento
Tacita Rock Gang
Nuove Tribù Zulu

a breve il programma completo della giornata e del festival