da admin | 16 Mar 2018
Nell’ambito della settimana contro l’apartheid, promossa annualmente dal movimento a guida palestinese per il Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS Italia) contro le politiche colonialiste israeliane, in concomitanza con il 15esimo anniversario dell’assassinio di Davide Dax a Milano, dedichiamo la serata del 16 Marzo a Rachel Corrie, attivista americana uccisa a Rafah nel 2003: indentico giorno, identico anno, fascismi diversi.
Nel 2017, grazie all’esperienza editoriale di Elementi Kairos e del progetto Be Filmaker a Gaza, due favole per bambine e bambini sono state prodotte per sostenere e sensibilizzare i percorsi di lotta e di solidarietà con il popolo palestinese.
Dal coinvolgimento delle giovani generazioni, cui queste realizzazioni sono indirizzate, parte la nostra dedica, anno dopo anno sempre più sensibile e capace di intercettare nuove relazioni e sogni condivisi, che contrastino l’avanzata di vecchi e nuovi fascismi, sostenendo le resistenze, come quella di Ahed Tamimi, giovanissima attivista della Cisgiordania, la cui scarcerazione stiamo aspettando con rabbia crescente.
Programma
• Ore 17
– Appuntamento pubblico davanti alla targa di Rachel
(via delle Sette Chiese)
interventi, cura della targa, sistemazione dell’aiuola, laboratorio artistico per bambini e bambine.
•Ore 18.30
CSOA La Strada ( via Francesco Passino 24)
Merenda palestinese
Presentazione, Lettura e laboratorio delle favole resistenti
“Nella bolla di sapone” e “Il mio nome è Amal” pubblicate nel 2017 a sostegno del progetto Be Filmaker a Gaza e del Centro Culturale Amal Al Mustakbal, nel campo profughi di Aida a Betlemme, Palestina.
•Ore 19.30
Dibattito su aggiornamenti e campagne in solidarietà con il popolo palestinese, intervengono
-Bilal (in collegamento da Aida Camp)
– BDS Italia
-Daniela Galiè Esc infomigrante
•Ore 20.30
Cabaret di raccolta fondi per il progetto di Circo a Gaza
•Ore 21.30
concerto della rassegna Originale
Nel 2003 Rachel Corrie, studentessa e attivista di Olympia (Washington), aveva 23 anni e si trovava nella striscia di Gaza come membro dell’International Solidarity Movement. Il 16 marzo, a Rafah, partecipava con altri attivisti – tre britannici e quattro statunitensi – a un’azione di resistenza contro le operazioni militari volte ad abbattere le abitazioni palestinesi nella zona del cosiddetto Philadelphia Corridor, nonché a distruggere le vie d’accesso al vicino confine egiziano. Rachel fu ferita da un bulldozer corazzato dell’esercito israeliano: trasportata d’urgenza dalla Mezzaluna Rossa all’ospedale Najar, sarebbe stata dichiarata morta alle 5.20 di quello stesso giorno.
Nonostante le denunce di numerose ONG, la tenacia dei familiari e le testimonianze degli altri attivisti presenti all’azione, il processo per la morte di Rachel si sarebbe concluso senza condanne. Nel 2012 la Corte di Haifa ha respinto la richiesta di risarcimento danni avanzata dai genitori di Corrie nei confronti dello Stato d’Israele; nel febbraio 2015 la Corte Suprema ha infine rigettato l’istanza di appello presentata dalla famiglia, sostenendo che l’esercito israeliano non possa ritenersi responsabile per le azioni avvenute in una zona di guerra, così confermando la tendenza ad applicare “l’eccezione delle attività di combattimento” per assolvere i responsabili in divisa di omicidi e violazioni dei diritti fondamentali, tanto nei confronti del popolo palestinese quanto degli attivisti e solidali stranieri. L’omicidio fu definito dal portavoce dell’esercito israeliano come “un deprecabile incidente”.
da admin | 26 Gen 2018 | Blog, Glocal
La Turchia sta attaccando Afrin e il Rojava perché è una regione curda che sta portando avanti la propria condizione di entità stabile e democratica.
La Turchia non è riuscita ad accettare la sconfitta dell’ISIS, e dal 20 gennaio sta aggredendo Afrin con tutta la propria forza. I suoi aerei da caccia e i suoi carri armati stanno deliberatamente bombardando le aree abitate da civili. Decine di civili sono stati uccisi, di cui la maggior parte donne e bambini, centinaia sono i feriti: le forze armate turche stanno commettendo crimini di guerra e delitti umanitari.
Il nord della Siria è stato ampiamente ripulito dall’ISIS e da altri gruppi salafiti. La minaccia salafita, tuttavia, esiste ancora. Gli attacchi della Turchia stanno destabilizzando la regione e compromettendo la lotta contro l’ISIS.
Sebbene questi sviluppi siano davanti agli occhi di tutti, le reazioni della Russia, degli Usa, della UE e dell’ONU contro gli attacchi della Turchia sono deludenti. La Russia, che controlla lo spazio aereo nella regione, ha prima ritirato i propri soldati dall’area e dopo ha aperto lo spazio aereo ai caccia turchi. Usa, UE e ONU hanno rilasciato dichiarazioni inconsistenti di fronte alla gravità della situazione,di conseguenza stanno incoraggiando l’aggressione turca “riconoscendo prima di tutto il diritto della Turchia di proteggere i confini, preoccupati per la propria sicurezza”. Quali preoccupazioni? Gli unici ad essere attaccati, ad essere vulnerabili, sono il Rojava e i popoli della Siria del nord. Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU riunito il 22 gennaio 2018, non è neanche riuscito a condannare l’offensiva turca. Quest’atteggiamento conferma che l’ONU è un semplice spettatore di fronte a questa aggressione immotivata. Non è che così che si deve trattare un popolo che ha combattuto strenuamente contro l’ISIS in difesa dell’umanità !
In questo contesto:
- Facciamo appello a tutte/i nel sostegno solidale ad Afrin .
- Facciamo appello a Russia, Usa, UE, affinché si rendano conto della realtà sul campo e assumano una posizione chiara contro gli attacchi della Turchia.
- il Rojava e la Siria del Nord, compresa Afrin, devono essere dichiarate no-fly zone.
- Nell’occasione del 4° anniversario del Cantone di Afrin, il 29 gennaio chiamiamo la Comunità Internazionale a riconoscere l’Autogoverno Democratico dei Popoli del Nord della Siria.
- La minaccia dell’ISIS non è terminata nella regione. Tutte le forze devono volgere la propria attenzione all’ISIS e gruppi similari.
UFFICIO DI INFORMAZIONE DEL KURDISTAN (UIKI)
Rete Kurdistan
da admin | 23 Nov 2017
Il 23 novembre del ’75 perdeva la vita Piero Bruno, studente e militante dei nostri quartieri, ferito il giorno prima con un colpo d’arma da fuoco durante un corteo internazionalista in solidarietà alla popolazione dell’Angola.
Negli anni la sua memoria e le donne e gli uomini che l’hanno tenuta viva hanno tracciato un sentiero fatto di attivazione sociale e politica dal basso, cui abbiamo contribuito anche con la nascita della Scuola Popolare Piero Bruno e dell’Aula Studio Piero Bruno. Questi progetti ci hanno permesso di tenere viva la memoria di Piero e degli anni e delle lotte che ha vissuto e combattuto fino al giorno della sua uccisione.
Quest’anno è proprio dalle lotte internazionaliste che vogliamo ricordare Piero. Crediamo infatti che il ricordo debba essere un meccanismo attivo, che possa aiutarci a ragionare e a interrogarci sul nostro presente e, nel caso specifico, a interrogarci su come le lotte internazionaliste si siano evolute dagli anni ’70 ad oggi e su quale direzione siamo interessati a dargli. Lo scenario globale ci pone di fronte a nuove e vecchie sfide, dalle questioni migratorie al riaffacciarsi sempre più forte dei nazionalismi, dal riemergere di spinte autonomiste all’affermarsi di nuove pratiche politiche in Kurdistan con il Confederalismo Democratico.
Quindi come ogni anno ricorderemo Piero GIOVEDì 23 dalle 18.00 sotto la targa che lo ricorda in Via Passino, 24 con a seguire la proiezione del documentario PerChe di Paolo Di Nicola e una tavola rotonda sul tema dell’Internazionalismo nell’Aula Studio Piero Bruno.
18.00 Commemorazione sotto la Targa in Via Passino, 24
18.30 Proiezione del Documentario PerChe di Paolo Di Nicola
19.00 Tavola Rotonda – Il Ricordo di Piero nelle Lotte e nelle pratiche Internazionaliste. Un confronto Generazionale.
Durante l’iniziativa sarà disponibile un piccolo aperitivo presso l’ Aula Studio Piero Bruno per sostenere i progetti che a partire dal ricordo di Piero hanno portato avanti negli anni le sue lotte e istanze e quelle dei suoi compagni.