Resistenze mobilità

Pubblicato il 5 gennaio 2015 | da Carolina Antonucci

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Il desiderio espresso per il 2015? Un’altra mobilità

“Have you ever been experienced? Not necessarily stoned, but beautiful”

Se si parla di bici a Roma si deve parlare con Paolo Bellino. Questo l’ho imparato la scorsa primavera quando @rotafixa, come si firma sul web – sui social e sul suo blog – mi è stato presentato a Garbatella, il giorno della Critical Mass e poche ore prima della sua partenza per il giro intorno al mondo in sella alla sua bici autocostruita. Insomma un’istituzione. In quella circostanza la nostra è stata una chiacchierata breve ed informale, ma a lui devo un’illuminazione. La mia prima domanda è stata ingenua: “spiegami perché scegliere la bicicletta anziché la macchina”. Lui mi ha guardata con un po’ di compassione e mi ha detto, “è la scelta tra la pace e la guerra, chi va in macchina è costantemente in guerra con l’umanità”. Per chi vive a Roma e ha provato l’ebbrezza, qualche volta nella vita, di attraversare sulle strisce a qualunque latitudine della città, questa affermazione non potrà che risultare la verbalizzazione di una sensazione vissuta. Per questo vorrei partire da qui, dalla frase di Paolo, nella speranza che in questo 2015 si lasci un po’ più spesso la macchina a casa e si scelga la felicità e la condivisione, anche sulla strada.

Cominciamo il nuovo anno con un’intervista a @rotafixa, un messaggio alla città da un cicloattivista militante, residente a via Urbana . E proprio da questa fantastica strada della nostra città siamo partiti.

E’ inizata la campagna per rendere una delle più belle strade del centro di Roma completamente pedonalizzata. Parlaci della campagna, come sta andando la raccolta firme, da chi è partita l’idea e quali sono state – per il momento – le reazioni. E le istituzioni come si stanno ponendo?

Ahimé e ahitutti, l’idea è partita dal sottoscritto. Visto i lavori di risistemazione dopo l’intervento di Italgas ho chiesto al presidente dell’associazione di strada di via urbana, Renato Gargiulo, se pensava di scrivere una lettera al municipio per chiedere la pedonalizzazione, e lui si è detto assolutamente d’accordo. Dopo qualche verifica con gli altri negozianti, la lettera è stata scritta, io l’ho pubblicata sul mio blog e la cosa ha cominciato a circolare su altri media. Massimiliano Baccanico (del “Biciclettaro”) ha avuto l’idea di fare il gruppo Fb e la cosa è scoppiata.
Direi anche doverosamente: non ricordo episodi a Roma in cui i commercianti, quasi unanimemente, chiedessero la pedonalizzazione della via dove hanno l’attività. Forse qualcosa al Tridente, ma non con una proporzione così schiacciante, 40 su 45.
Ora l’argomento è a pieno titolo nella discussione cittadina, e so di altri commercianti che, a Monti, stanno pensare di fare la stessa cosa. Per esempio a via Panisperna, oggi funestata da una perenne doppia fila di vetture.

– Il 18 dicembre è stato approvato in Commissione Trasporti della Camera dei Deputati l’emendamento che reintroduce nella proposta di legge di modifica del C.d.S. il cosiddetto “Senso unico eccetto bici”. Qualora questa proposta divenisse finalmente legge nelle “zone 30” – quelle aree in cui il limite di velocità sarebbe posto a 30 km/h per i veicoli a motore – le biciclette potrebbero circolare nel senso opposto di marcia rispetto agli altri veicoli. Cerchiamo di spiegare ai lettori per quale motivo quella che potrebbe sembrare, in apparenza, una misura pericolosa per la sicurezza stradale, in realtà permetterebbe la circolazione delle biciclette in sicurezza e senza dover ricorrere alle piste ciclabili “pesanti”, peraltro da costruire ex novo.

Paradossalmente è proprio la sicurezza, anche se va vissuto per capirlo. Per esempio a Reggio Emilia, dove vidi per la prima volta questa nuova regola, l’effetto era di calmieramento naturale della velocità delle auto. Sapendo che davanti puoi trovarsi improvvisamente un ciclista, l’automobilista va piano perché in caso di scontro avrebbe torto. E si sa, con il bonus/malus l’assicurazione sale….
il senso unico eccetto bici è già adottato in diversi paesi europei e in qualche città italiana. In ogni luogo dove vige gli incidenti sono calati. E, diciamocelo: è una pratica (come per esempio usare le corsie preferenziali) già adottata spontaneamente un po’ ovunque. La prova dei fatti la consiglia come scelta di sicurezza e aiuto alla mobilità ciclabile, che non dovrebbe per la sua natura (esiguità d’ingombro, inconsistenza di peso, bassa velocità) essere costretta a seguire le vie tortuose imposte alle automobili. In bici si va dritto, punto e basta.

– Il Sindaco di Roma, fin dalla campagna elettorale, ha parlato di pedonalizzazioni e – almeno in parte – anche di ciclabilità. Ha scelto spesso di apparire pubblicamente a bordo della sua bici, ma il 12 dicembre, nell’incontro con alcuni bloggers attivi su Roma, tra cui #Salvaiciclisti, si è mostrato “scettico” – così è apparso sul web – di fronte alle obiezioni mossegli sulle ciclabili. Dopo averci spiegato cosa sono le piste ciclabili leggere e perché sono da preferirsi a quelle che invece potremmo definire pesanti – e che sono poi le uniche che la nostra città conosce, con l’eccezione del nuovo ponte della Garbatella – cosa senti di dire alla città e al sindaco, da cicloattivista, per questo 2015? Ci sono delle priorità da mettere in agenda?

Come Salvaiciclisti abbiamo inviato a Marino, in seguito a quell’incontro, un nostro documento di inquadratura generale degli interventi infrastrutturali a favore della ciclabilità: non piste separate -come si ostinano a pensare i tecnici comunali, di cui nessuno usa la bici per spostarsi e dunque nella totale ignoranza pratica del tema anche se sicuramente hanno una conoscenza teorica dello stesso- ma soluzione di punti critici. Come appunto il tunnel di Santa Bibiana, la cui corsia attesa da anni è stata realizzata da non oltre 12 volontari in 45 minuti di lavoro e 140 euro di spesa: per un totale di 120 metri di corsia, fatta solo di vernice e di un cartello abusivo “pista ciclabile” all’inizio del tunnel.
Non abbiamo ancora feedback sull’effettiva comprensione, da parte del sindaco, del “light acting” che proponiamo all’intera città. In ogni caso, noi cerchiamo attivamente di rendere utilizzabili le strade, non di costruirne di nuove: non solo perché mancano i soldi o irritano gli automobilisti per la sottrazione di parcheggi, ma soprattutto perché la bici è un veicolo e l’infrastruttura per usarla già c’è e si chiama strada. Poi, dopo Mafia Capitale (quei criminali hanno intascato 800.000 euro per la manutenzione, inesistente, delle ciclabili….) direi che l’argomento ha forti chances di essere finalmente compreso. Sempre che lo si voglia comprendere.

– In chiusura vorrei chiederti cosa pensi dell’inchiesta “Mondo di Mezzo”. #MafiaCapitale ha travolto, negli ultimi giorni del 2014, la nostra città. Le istituzioni, la politica, la cosiddetta società civile. Ecco, Roma vive la sua mobilità in modo complesso, disordinato. Questa inchiesta ricordiamo ha scoperchiato anche una gara pilotata da 800 mila euro sulle ciclabili in favore della Cooperativa di Salvatore Buzzi.
Pochi giorni prima veniva posta fine all’esperienza della ciclabile di San Bibiana. Insomma, a Roma regna semplicemente il caos sulla mobilità, oppure ci sono interessi ben precisi e attori che hanno tutta l’intenzione di non risolvere i tanti problemi in questo ambito nella nostra città?

In parte ti ho già detto cosa ne penso. Da un punto di vista generale credo che Roma abbia un ben preciso carattere: “cialtronesco”, “improvvisatorio”, del giorno per giorno. In questo carattere cittadino, tutto sommato un po’ divertente, un po’ innocuo e un po’ ridicolo, si innestano perfettamente le immondizie degli interessi privati. Per me l’inchiesta è appena cominciata e ne scopriremo giorno per giorno le sorprese. Per quel che riguarda gli argomenti che mi/ci stanno a cuore, credo che non sia più rinviabile la nomina di un responsabile unico per la ciclabilità, con poteri di intervento, e che necessariamente debba essere un ciclista urbano quotidiano. In Italia ci sono fior di ingegni che sanno esattamente di cosa si parli, mentre al momento non è affatto così nell’amministrazione romana.

A @rotafixa avevo anche chiesto un commento rispetto alle parole pronunciate dal Sulpl (Sindacato Autonomo ) in un’intervista rilasciata a margine di un grave incidente stradale che, il 30 dicembre, ha visto per l’ennesima volta finire un pedone investito da un auto-pirata in ospedale in codice rosso. Il Sindacato ha pensato bene in quell’occasione di rilasciare una dichiarazione, di cui riportiamo uno stralcio. “Speriamo di riuscire a rintracciare il pirata entro oggi perchè domani e dopodomani a Roma non ci sarà nessuno che potrà indagare in quanto tutto il personale disponibile sarà impegnato per i servizi di capodanno”, neanche mezza riga a commento dell’accaduto. Paolo Bellino mi ha detto di non voler intervenire “altrimenti ti sfascio il pezzo con le mie bestemmie”, frase che riporto in accordo con lui.
Avrei voluto scrivere un paio di righe a commento a questa dichiarazione, ma aver letto sui quotidiani che la notte di Capodanno a Roma l’83,5% dei vigili di Roma Capitale ha consegnato un certificato medico di malattia sono convinta che rappresenti, da sola, una risposta più eloquente di qualunque altra pedante considerazione personale.

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