Con Piero Bruno nel cuore
La Scuola Popolare Piero Bruno e il Csoa La Strada organizzano Sabato 22 Novembre 2014 la commemorazione per la morte di Piero Bruno. L’appuntamento è alle ore 19 a via Passino 24
Trentanove anni fa, il 22 Novembre del 1975, uno studente dell’Istituto Tecnico Statale Armellini, viene ucciso dalla polizia durante un corteo in solidarietà con l’Angola ,una delle neonate Repubbliche Libere Africane in quel momento sotto pesante attacco delle milizie dello Zaire; il clima è quello di una manifestazione dimostrativa per denunciare la complicità dell’Italia con la politica imperialista e colonizzatrice che minava l’indipendenza dei popoli Africani. Il periodo però è quello della fine degli anni ’70, appena un gruppo di ragazzi si disperde per raggiungere l’Ambasciata dello Zaire le forze dell’ordine intervengo e sparano. Sparano una, due, tre, molte volte, e colpiscono. Piero Bruno è uno studente, un membro attivo nel circolo di Lotta Continua di Garbatella, dove si impegna con un progetto di doposcuola per garantire il diritto allo studio a tutte e tutti, è un ragazzo come Carlo, Stefano, Rémi e tanti altri, un ragazzo di soli diciotto anni la cui vita viene troncata da un proiettile della polizia che lo prese alle spalle, uccidendolo dopo poche ore di agonia in ospedale. Nonostante il chiaro svolgimento dei fatti e le evidenti prove sulla colpevolezza dell’agente di polizia, il giudice istruttore nel Novembre del 1976 dispone per l’archiviazione del caso, la sentenza finale si conclude con: “La colpa della perdita di una vita umana è da ascrivere alla irresponsabilità di chi, insofferente della civile vita democratica, semina odio tra i cittadini”. Sono passati trentanove anni, ma risalgono a poco più di una settimana la sentenza sul processo per la morte di Stefano Cucchi così come la morte di Remìs, un giovane francese ucciso da una granata della polizia durante una manifestazione contro la costruzione della diga di Sivens. Altre due vite che vengono strappate per essere simbolicamente immolate come monito in un meccanismo che usa repressione ed impunità per affermare la sovranità dello Stato sui corpi e sulla libertà di pensiero. Non è solo la scadenza segnata da una data del calendario a riportare il ricordo di Piero, non lo è mai stato, ma ad oggi ci sembra ancora più importante fare di un momento di commemorazione un passaggio di riflessione, necessario per ritornare con maggiore consapevolezza nelle lotte territoriali ed internazionali. Usare la memoria collettiva come spazio di costruzione e di riaffermazione dei diritti, come luogo simbolico in cui viene ritrovato ciò che è andato perduto, rielaborato e riportato nella dimensione reale delle vite di ciascuno. Per questo, l’invito migliore che ci è sembrato poter mandare è sempre “con Piero nel cuore”.

