Il futuro del Casale infiamma il Municipio
Si discute del futuro dello stabile. Ancora una volta le associazioni del territorio costrette a restare a margine. La modifica di Ciaccheri per renderle protagoniste alza polemiche che spaccano il PD. Molti i cittadini in aula
Il Casale di Grottaperfetta 610 torna al centro della politica municipale. Ieri mattina si è discussa in Consiglio la mozione proposta dalla Commissione delle Elette per destinare il Casale ad attività di prevenzione della violenza sulle donne. Il progetto, sostenuto dal PD, prevede la realizzazione di un Centro Antiviolenza. Le proposte di modificare il documento hanno creato tensioni in aula, sfociate in un duro scontro interno anche al Partito Democratico. Tanti cittadini e rappresentanti delle associazioni di Roma 70 hanno partecipato alla seduta.
La proposta. Presentata dal consigliere Amedeo Ciaccheri, la modifica prevedeva di dare maggior risalto al ruolo delle associazioni che hanno promosso un processo partecipativo che ha portato i cittadini a sentirsi finalmente protagonisti della vita dello stabile di via di Grotta Perfetta. “Questa modifica è sostanziale, perché riconosce ai percorsi di cittadinanza dal basso quella che è l’operatività concreta che si costruisce ogni giorno dentro ai territori – dichiara Amedeo Ciaccheri – oggi votiamo un atto incompleto. È importante, ma non tiene conto di quelli che sono stati i percorsi che hanno riguardato il casale. Credo che questa debba essere una priorità.”
Le divisioni. Ma il Partito Democratico, o almeno parte di esso, ha dimostrato di ragionare in maniera diversa. Immediatamente dimostrata la contrarietà alla proposta di Ciaccheri da parte di alcune firmatarie della mozione, il partito si è spaccato tra i sostenitori della restituzione dell’immobile al territorio e chi, sordo alle voci provenienti anche dall’aula da parte dei cittadini e delle cittadine di Roma 70, ha sostenuto fino all’ultimo la proposta della Commissione. La votazione ha visto favorevole tutto il Consiglio, ma solo dopo diverse ore di tensione e accesi scontri verbali.
I cittadini e le associazioni. Intervenuto a margine della votazione anche Luca Di Carlo, rappresentante della associazione Nessun dorma. Attiva da anni su Roma 70, Nessun dorma ha seguito fin da subito la vicenda del Casale, anche promuovendo la campagna partecipativa #ilCasalecheVogliamo. “Noi non vi abbiamo mai visto – dice Luca Di Carlo, rivolto ai promotori della mozione – è importante che in questo momento, se vogliamo dare reale ascolto alle esigenze del quartiere, le cose non calino dall’alto, ma che ci sia un coinvolgimento dei territori”. E conclude con una proposta: “Crediamo che sia urgente organizzare un momento di confronto dove darete risposte alle esigenze del quartiere e spiegherete come tutto questo dovrà avvenire”.
Rimane però un dubbio alla fine di questa discussione: è veramente possibile far convivere un Centro Antiviolenza per le donne e un luogo di aggregazione sociale gestito dalle associazioni? Le caratteristiche di questi servizi sono molto differenti e se da una parte è necessaria la serenità, dall’altra è importante la partecipazione; se uno ha bisogno di privacy, l’altro ha bisogno di essere aperto al territorio. La voglia di conciliare le due soluzioni dovrebbe, forse, essere sostituita da un ragionamento sulle priorità. E le priorità di Roma 70 sono ben note a tutti.
@FPatacconi

