Moby Dick: Municipio e Laziodisu fanno il punto della situazione
Nuova tappa verso l’apertura di un centro bibliotecario e culturale nel Municipio VIII: presentato il progetto di riqualificazione degli ex Bagni Pubblici di Garbatella
Un fatto è certo: in via Edgardo Ferrati aprirà una biblioteca pubblica. Tutto il resto è ancora da vedere. Mercoledì scorso all’Urban Center si è tenuto un incontro per presentare il piano di riqualificazione dello stabile, al momento in fase di ristrutturazione. Erano presenti l’assessore alla cultura del Municipio VIII Claudio Marotta e Carmelo Ursino, commissario straordinario di Laziodisu (Agenzia regionale per il diritto allo studio), incaricata della gestione dei servizi insieme all’Università di RomaTre che avrà in via Ferrati un proprio polo bibliotecario.
Sembra finalmente delinearsi il futuro degli ex bagni pubblici progettati da Innocenzo Sabbatini, già mobilificio Proietti, poi abbandonati e riaperti dall’occupazione lampo dei movimenti territoriali che ha portato – nel gennaio 2014 – alla firma tra Regione Lazio, Municipio VIII, Laziodisu e Ater (ente proprietario dell’immobile) di un accordo per destinare l’edificio a polo culturale e centro di formazione.
Il commissario Ursino ha affermato che si tratterà di «uno spazio pubblico, gestito da un ente pubblico per creare pubblico valore». Sul piano burocratico mancherebbero soltanto i nulla osta di MiBAc e Sovrintendenza dei beni archeologici – nel corso dei lavori al piano seminterrato sono emersi mosaici di valore – per ultimare la ristrutturazione e rendere fruibile lo spazio: ma le modalità di gestione che caratterizzeranno i nuovi servizi, così come i tempi previsti per la riapertura, non sono ancora ben individuati. L’accordo multilaterale impegnava i soggetti pubblici coinvolti a tenere in considerazione le proposte dei cittadini, emerse nel processo partecipato avviato nei giorni dell’occupazione e proseguito con una serie di incontri e tavoli di lavoro culminati nella Vision Fair di maggio, dove erano stati selezionati 14 progetti: oltre 200 persone avevano votato affinché il nuovo centro culturale ospitasse – tra gli altri servizi – un archivio della memoria storica del territorio, un centro di produzione editoriale e audiovisiva indipendente, uno spazio ludoteca.
Laziodisu si era detta decisa a rispettare l’impegno, e nell’incontro di mercoledì è stato genericamente ribadito che «le proposte della cittadinanza avranno spazio in sede di programmazione». La mappa post operam, visionabile presso il coworking Millepiani di via Odero, è piuttosto essenziale: al piano terra sono previsti una sala studio/lettura, uno spazio per incontri e convegni e una “sala multifunzionale” destinata a mostre, proiezioni e laboratori. Sarebbe anche previsto, «ma è ancora da stabilire», un angolo caffetteria.
Resta da capire come e quanto i progetti emersi in un anno di lavoro collettivo potranno inserirsi nel circuito gestionale, per consentire ai cittadini di animare il nuovo spazio – anziché viverlo da utenti passivi – e valorizzare le energie presenti sul territorio. Municipio e Laziodisu hanno concordato un nuovo appuntamento per la metà di giugno; mercoledì 10 giugno alle 18 – nello spazio coworking Millepiani di via Niccolò Odero 13 – anche i gruppi di lavoro nati dall’esperienza di Moby Dick torneranno a incontrarsi in un’assemblea pubblica per riattivare il percorso partecipato iniziato con l’occupazione e concluso con la selezione delle proposte, ora tutte da realizzare. L’obiettivo è immaginare «una nuova formula» che li veda non fruitori o controllori di un pubblico servizio ma soggetti attivi, protagonisti di un processo che crei e scambi cultura e che dalla partecipazione sembra avere tutto da guadagnare.

