Canili comunali: ipotesi di accordo sotto banco
In esclusiva gli ultimi aggiornamenti sul bando pubblico per i tre canili comunali e i documenti che lascerebbero spazio all'ipotesi di un accordo fuori bando tra Comune di Roma e l'associazione Avcpp.
Il Comune si sarebbe accordato con l’associazione Avcpp Onlus per la gestione dei due canili rimasti vacanti, Poverello e Muratella, per una cifra di 250 mila euro. La notizia arriva stamane, da fonti che abbiamo motivo di ritenere attendibili, che ci mettono a disposizione un primo documento della CGIL che confermerebbe questa indiscrezione.
Ecco il documento.
La notizia, se confermata, sarebbe doppiamente grave sia perché con questa manovra il Comune aggirerebbe risultati e procedura di una gara pubblica, sia perché confermerebbe l’accusa, sostenuta in primo luogo dalle associazioni Avcpp e L’Impronta, che le cifre a base d’asta del bando comunale, 78 mila euro per Muratella e 26 mila euro per Poverello, sarebbero del tutto incongrue, insufficienti in un caso ed eccessive nell’altro.
Questa indiscrezione arriva infatti proprio all’indomani della scelta operata dal secondo classificato al bando, L’Impronta Onlus, per il lotto di Muratella, avvenuta lunedì mattina. Come riportato nel precedente articolo il bando ha avuto un unico vincitore, Mapia Srl, su tutti e tre i lotti di gara ma potendo gestire un solo canile, la società pugliese ha scelto quello di Ponte Marconi. L’iter procedurale prevedeva a questo punto che il Comune invitasse il secondo classificato, in questo caso L’Impronta Onlus, ad indicare un’altra preferenza, per evitare un ulteriore bando a cui sottoporre i lotti rimasti vacanti.
Ad ulteriore sostegno dell’ipotesi di una trattativa diretta con Avcpp c’è anche un altro documento.
È la lettera che L’Impronta ha appena ricevuto dal Dipartimento di Tutela Ambientale in cui si comunica la non accettazione dell’offerta dell’associazione per il lotto della Muratella, poichè l’offerta non si ritiene ‘compatibile con l’integrale rispetto dei propositi dell’amministrazione’.
Ricapitolando, il Comune ha posto una base d’asta di 78 mila euro per Muratella. Mapia srl ha vinto la gara con un’offerta di 71 mila euro ma avendo vinto su tutti i lotti ha scelto un altro canile. Allora il Comune chiede un’offerta al secondo classificato, L’Impronta, che ripropone, ovviamente, i 78 mila suggeriti nel bando dal Comune stesso. Il Comune dichiara l’offerta non compatibile.
Lo scorso giovedì 8 ottobre i lavoratori de L’Impronta in un tavolo tecnico con il Dipartimento di Tutela Ambientale avevano indicato, tra i due lotti possibili, quello di Muratella. Il Comune ha comunque deciso di rinviare la decisione a lunedì 12 ottobre. Nel secondo incontro L’Impronta ha però confermato di candidarsi per la gestione di Muratella, procedendo a comunicazione ufficiale tramite fax, pec e comunicato stampa.
Questo ha aperto un bel problema per il Comune, mettendo il luce tutti i punti deboli di un bando di cui si fatica a comprendere la ratio. Perché il Comune stesso, nel tavolo di concerto con L’Impronta, avrebbe tentato di dissuadere l’associazione spingendola verso il Poverello, consapevole dell’impossibilità di gestire un canile sanitario con 600 cani, gestito negli ultimi quattordici anni con 327 mila euro al mese, con i 78 mila della nuova gara. Inoltre, finora, Avcpp non aveva in carico le voci di smaltimento rifiuti, disinfestazione, derattizzazione e taglio dell’erba, rendicontate in appalti a ditte esterne, come pure farmaci, cure veterinarie e direttore sanitario, gestite dalla Asl e sempre rendicontate a parte. Tutte voci che il bando attuale include invece nella cifra d’asta.
A questo punto la situazione appare estremamente delicata, L’Impronta, indicando la preferenza Muratella, sembrerebbe aver provocato la preoccupazione del Comune ma, se è vero che il canile è ingestibile a quella cifra, alla luce della legittimità della scelta, la cosa più corretta da fare sembrerebbe la sospensione del bando in autotutela e l’ammissione della svista.
Nel frattempo procede il ricorso al Tar avviato da Avcpp nei confronti del bando, che contesta tra le altre cose proprio le cifre incongrue, e stamane L’Impronta ha presentato un secondo esposto, il primo era addirittura precedente la chiusura del bando in agosto, in cui si chiede nuovamente conto della totale non corrispondenza delle cifre.
«Una delle cose che va assolutamente chiarita» sottolinea Paolo, vice presidente de L’Impronta «è come mai se 78 mila euro sono ritenuti sufficienti dal Comune per gestire Muratella, per quasi 14 anni ne hanno pagati circa 327 mila al mese? Che ne è di quei 249 mila euro in più?»
Stante questo quadro, la situazione ad oggi è che sia L’Impronta Onlus a Ponte Marconi che Avcpp Onlus a Muratella e Vitinia, continuano ad occuparsi dei cani e a svolgere tutte le mansioni di gestione nonostante al 30 settembre il proprio affidamento sia terminato. Mentre, sempre lunedì mattina, il Comune ha provveduto a far rimuovere il cassone per lo smaltimento dei rifiuti speciali (ovvero le deiezione canine) antistante la struttura di Ponte Marconi. Il bando prevede infatti che sia il nuovo gestore ad occuparsene, ma ad oggi Mapia non è subentrata. Il rischio quindi è che nel frattempo le deiezioni siano accumulate nell’area antistante l’ingresso del canile.
Per capire meglio quali e quante sono le questioni che si intrecciano in questa vicenda, nei giorni scorsi abbiamo realizzato due interviste, a Luciano Garofalo amministratore di Mapia, e a Simone Gentili, Responsabile operatori Canile Ponte Marconi per L’Impronta Associazione Onlus.
La replica di Mapia e l’intervista a Luciano Garofalo
La società Mapia srl ci ha segnalato sulla propria pagina facebook, una dichiarazione in cui espone alcune precisazioni in merito alle polemiche di cui è stata oggetto e che moltissimi media hanno riportato.
In particolare risponde ai dubbi su un possibile conflitto di interessi generato dalla sua gestione di stabulari “per un laboratorio di ricerca scientifica, in cui vengono allevati gli animali che poi si impiegano negli esperimenti scientifici” precisando che “per definizione OGNI CANILE è uno stabulario“ e che “La M.A.P.I.A. S.r.l. non ha MAI FATTO e NON FARÀ MAI esperimenti sugli animali“. Rispetto ai dubbi sollevati dalle due associazioni uscenti e da molte campagne animaliste degli ultimi mesi sulla qualità di una gestione vinta con un ribasso del 9% sulla base d’asta risponde “che assumerà TUTTO l’attuale personale impiegato nel canile di Ponte Marconi (ex Cinodromo) garantendo, quindi, agli animali attualmente ospitati lo stesso trattamento, se non migliore, di quello fino ad ora ricevuto perché, sul suddetto lotto, non c’è stata riduzione da parte del Comune di Roma ma un aumento sul prezzo a base d’asta pari al 17%. Quindi con la nostra offerta ribassata dell’8% abbiamo vinto un appalto maggiorato del 9% sul prezzo corrisposto al vecchio gestore”.
A seguito di questa segnalazione abbiamo proposto un’intervista telefonica alla società Mapia. L’amministratore Luciano Garofalo ci ha gentilmente ricontattato, e, pur segnalando una volontà di mantenere una politica di attesa per “gli esiti di una gara che di fatto non si sono ancora conclusi, perché il Comune non ha ancora affidato i lotti numero uno e numero due” ha risposto ad alcuni ai nostri quesiti. La conversazione infatti è avvenuta giovedì 8 ottobre, prima cioè dell’incontro del 12 ottobre in cui i lavoratori de L’Impronta hanno reso pubblica la notizia di opzionare per Muratella, escludendo quindi definitivamente l’ipotesi di essere assunti da Mapia.
Sulla questione delle assunzioni, Garofalo ha confermato di aver comunicato sia al Comune di Roma che a L’Impronta di essere intenzionato ad assumere tutti i lavoratori attualmente impiegati presso l’associazione, a tempo indeterminato.
Qual’è il contratto che intendete offrire ai lavoratori de L’Impronta?
«Basta vedere che tipo di società siamo noi, siamo un’azienda di servizi, pulizie, cioè multiservizi, e il nostro contratto è quello, quello nazionale».
Quindi, nel caso rifiutassero (L’Impronta, ndr), farete una gara d’assunzione?
«Certo, avremo i nostri lavoratori come è giusto che sia».
Come mai avete scelto il canile di Ponte di Marconi, avendo vinto su tutti e tre i lotti, e non quello più grande -Muratella- che aveva anche un appalto maggiore?
«Perché non è detto che quello più grande sia un fattore determinante in molte occasioni, nè il solo punto da valutare. Bisogna valutare altri punti, noi abbiamo ritenuto congruo il terzo (Ponte Marconi, ndr)».
Ma è per questo motivo, perché la cifra che il Comune ha proposto sul canile della Muratella non la ritiene congrua, sufficiente?
«Ma noi la riteniamo sufficiente rispetto a quello che ha chiesto, non rispetto a quello che viene fatto. Rispetto a quello che viene fatto non è congrua, certo».
Quello che viene fatto ad oggi intende?
«Certo, certo».
Non è congruo nel senso che ad oggi lo considera troppo o troppo poco?
«Rispetto ad oggi è poco. Rispetto a quello che viene fatto da Avcpp. È chiaro no? Il prezzo congruo è quello che prende Avcpp per le prestazione che fa. Però il Comune avrà deciso di chiedere meno servizi. Quindi se un cliente chiede meno servizi l’appaltatore che fa? Non si butta sull’appalto? Rimane incompiuta l’opera? Le faccio un esempio. Se, come succede adesso con la spending review, un ente pubblico, mi rifaccio ad enti statali piuttosto che qualsiasi ente, ma anche gli uffici de La Repubblica, La Gazzetta, appalta i servizi abbassando le prestazioni, come di fatto fanno alcuni, ad esempio decidono di togliere la spolveratura, faccio un esempio banale, oppure lavare una volta a settimana piuttosto che lavarne due, questa è una variazione di prezzo, che determinerà per conseguenza logica a cascata, una riduzione delle ore di lavoro del personale, immagino. Questo dovuto al fatto che magari l’ente ha meno soldi da spendere, oppure per altri motivi interni. Ma il caso attuale è che ci sono meno soldi da spendere. Quindi in virtù di questo non ci sarà mai nessun partecipante a quella gara di appalto? Quegli uffici vengono abbandonati a se stessi? Oppure si va incontro a una trattazione, con la riduzione delle prestazioni da parte dei lavoratori assunti? Si dovrà trovare una soluzione. Quindi in questo senso va letto quello che ho detto poc’anzi, nel senso che in funzione delle prestazioni attuali il prezzo congruo è quello che prende Avcpp, in funzione delle nuove condizioni contrattuali che ha posto il Comune è giusto il canone che ha messo a base d’asta».
E allora a maggior ragione, come mai non lo avete scelto?
«Lo sa quanti cani stanno al cinodromo?»
Sì, 62, anzi adesso 60 mi pare.
«Lo sa per quanti verremo pagati?»
No, me lo dica lei.
«Duecentocinquanta. E quindi lascio fare a lei un calcolo matematico. Un calcolo pro capite di quanto costerà un cane è diverso da se fossero duecentocinquanta. È una base diciamo di guadagno diverso. È una valutazione».
Quindi la sua è una valutazione prettamente imprenditoriale?
«Io faccio il mio mestiere da quarant’anni, faccio l’imprenditore. Di cosa ci stiamo meravigliando non lo capisco. Sono anche veterinario. Perché poi sfuggono certe cose e si guarda solo l’aspetto sterile della situazione. No, siamo anche professionisti».
Il bando a cui lei ha partecipato ha scadenza al 31 dicembre 2015?
«Salvo proroghe».
Lei ha modo di pensare che ci saranno certamente delle proroghe?
«Sa, per partire un bando, è una questione tecnica, ci sono dei termini da rispettare per legge. Ci sono quindici giorni di pubblicazione, c’è una commissione da formare, bisogna insediarla, bisogna riunire, ci sono dei tempi tecnici. Quindi ragionevolmente…».
Quindi secondo lei, come dire, vale la pena perché non si tratterà veramente di tre mesi ma sarà una gestione più lunga?
«Saranno sei mesi, cinque mesi, quattro mesi e mezzo…il tempo che il comune faccia queste procedure di gara. Lo dice la 163, il codice degli appalti».
E poi siete comunque interessati a proseguire la gestione partecipando anche al bando europeo?
«Lo valuteremo nel working progress. Lo valuteremo al momento se sarà stata un’avventura che avrà dato delle ulteriori competenze, se saremo stati in grado di sviluppare dei nuovi moduli, diciamo, lì, piuttosto che acquisire nuovi moduli a implementare».
I lavoratori del canile di Bari hanno il contratto da multiservizi, sono cioè a tutti gli effetti dipendenti della società o c’è una gestione separata del canile?
«Si, sono dipendenti della società».
Li da quanto tempo avete la gestione?
«Noi siamo stati la prima azienda nazionale a fare i canili. Quando non c’erano manco i canili a Roma. Noi l’abbiamo inventato questo lavoro».
Quale lavoro, quello della multiservizi o dei canili?
«Quello della gestione dei canili. Come multiservizi siamo nati nel 1957. Quindi molti lustri fa, con il mio papà. Poi come canile, è nato nel 1987, prima delle leggi dello stato italiano. Quindi crediamo, senza peccare di presunzione, di saperne qualcosa di più rispetto a chi, quantomeno, può essere nato dopo di noi. Non fosse altro sul piano delle esperienze che possiamo aver vissuto, poi, senz’altro altri saranno più bravi di noi, però un pò di esperienza ce l’abbiamo visto che abbiamo iniziato prima della legge dello stato, la 281. La nostra legislazione viene da una legislazione che fa riferimento alle leggi Europee».
Lei ha fatto un discorso da imprenditore e adesso fa un discorso di esperienza nella gestione dei canili. Allora, quale pensa che possa essere il vostro contribuito in termini di esperienza e di valore aggiunto nella gestione di un canile su Roma?
«Noi siamo anche scuola Enci di formazione personale. Formiamo addestratori cinofili, formiamo educatori cinofili, implementiamo competenze delegandole a professionisti veterinari. Può bastare?».
Il bando secondo L’Impronta, l’intervista a Simone Gentili
Realizzata lunedì 12 ottobre a seguito della scelta ufficiale di Muratella.
Siete ancora in occupazione?
«Ma guarda non ti posso dire che siamo in occupazione. Noi ovviamente non possiamo non entrare la mattina per dare da mangiare ai cani. Se in un primo momento abbiamo deciso di occupare il canile per protesta e per far sapere ai cittadini la situazione ad oggi non si può più definire un’occupazione la nostra, anche perché non impediamo assolutamente a nessuno di entrare e nessuno si è mai presentato. La realtà è che stiamo lavorando gratis da dodici giorni, altrimenti gli animali sarebbero abbandonati a sè stessi. Stamattina, come da richiesta del Comune, abbiamo fatto la nostra scelta tra i due lotti vacanti, decidendo per Muratella. Adesso sta al Comune capire come procedere».
Avete rifiutato l’assunzione da parte di Mapia, perché?
«Non l’abbiamo nemmeno presa in considerazione. C’è stato un fax di informativa, ma non c’è stato niente di sindacale, niente di concertato o di richiesto. Come per dire ‘facciamo un cambio indolore’. Il contratto proposto, da multiservizi, corrisponde al 50% del nostro salario attuale».
Cosa chiedete al Comune, e a chi?
«Noi chiediamo la sospensione del bando ai tre soggetti interessati. L’assessora Estella Marino e il suo staff per la parte politica, e il capo Dipartimento di Tutela Ambientale Pelusi e il Direttore dell’Ufficio Tutela e Benessere Voglino per l’amministrativo. Tutti e tre questi soggetti, sicuramente l’assessora, sono in grado di stoppare il bando, in autotutela. Soprattutto ora che non c’è il Sindaco».
Perché?
«L’errore fondamentale di questo bando è stato innanzitutto prendere come riferimento per le basi d’asta una cifra sbagliata, ovvero quattro euro e trenta centesimi al giorno per cane, che è la somma che il Comune paga per il soggiorno dei suoi cani presso i canili privati convenzionati. Ma è evidentemente sbagliato equiparare la cifra al giorno di un canile convenzionato con la cifra dei canili comunali. Un canile privato ha tutta un’altra gestione, imprenditoriale, non ha vincoli nei confronti del Comune né della cittadinanza, mentre un canile comunale deve garantire tutta una serie di servizi al pubblico come l’apertura, che sono cadenzati, sempre quelli, a 360 gradi e 7 giorni su 7. Ma sopratutto il bando replica questa cifra, già incongrua, per tutti e tre i canili. Quando Poverello è un canile rifugio in chiusura, Muratella è un canile sanitario con 600 cani, dove arrivano tutti gli animali, che fa servizio al pubblico, ha una portineria, servizio adozioni, e qui a Ponte Marconi ci sta un canile rifugio con le adozioni gestite sempre da Muratella. Tre profili con relativi servizi completamente diversi.»
Perché avete scelto Muratella a 78 mila euro, se ritenete che la cifra messa a bando dal Comune non sia sufficiente alla gestione, piuttosto che Poverello a 26 mila?
«Abbiamo ricevuto molte pressioni in proposito, e crediamo sia per questo che il Comune ha deciso di rimandare di qualche giorno la scadenza per la nostra scelta. Ma noi non possiamo scegliere Poverello per due ragioni, entrambe di ordine etico. È un canile rifugio che su una capienza massima di 200 cani ne ospita attualmente solo 29, e non ha l’autorizzazione sanitaria agli ingressi, quindi possono solo andare a diminuire fino a chiusura. Oltre alle cure alla mano per gli animali, non prevede altre mansioni. Facendo un semplice calcolo ci si accorge che il bando mette a disposizione più di 29 euro al giorno a cane, quasi 1.000 euro al mese. Uno sproposito. Con questa cifra si fa prima a trovare 29 disoccupati disposti ad adottarlo un cane in cambio di 29 euro al giorno, piuttosto che pagare dei lavoratori di un canile, anche perché per ne basterebbero due. Per noi è immorale accettare questo incarico ed intascarci questi soldi per tre mesi. In più, è un canile rifugio per cui, lo dice il bando stesso, ‘sono in corso ulteriori attività di approfondimento per dirimere le questioni connesse alla possibilità del mantenimento del canile stesso’. Volevano darci delle garanzie, convincerci che non chiuderà, ma nulla di scritto, e soprattutto, per legge il responsabile dei cani è il Sindaco e solo lui può assicurare una non chiusura della struttura. Ora più che mai questa garanzia ci appare complicata da ottenere».
Mapia sostiene che in realtà sul canile di Ponte Marconi il bando ha previsto una maggiorazione, e quindi pur vincendo grazie ad un ribasso sulla base d’asta, in realtà disporrà di più denaro di voi.
«Si. Tremila euro in più. A fronte dell’aumento delle mansioni. Noi ad oggi non compriamo il cibo, perché è incluso nell’appalto di Avcpp per Muratella e ce lo spediscono loro, c’era lo smaltimento deiezioni e rifiuti in appalto ad Ecoservizi con il cassone all’ingresso, non abbiamo disinfestazione e derattizzazione. C’è un appalto di un anno ad una veterinaria che è esterno alla nostra gestione, e idem per il trasporto e le cure veterinarie. Insomma, 3 mila euro in più sono pochi a fronte delle nuove richieste del Comune, comunque noi abbiamo perso contro Mapia per una differenza di 1.500 euro. Ce l’avremmo messa tutta per provvedere alle nuove mansioni».
Che succede adesso?
«L’amministrazione ha tirato dritto in maniera legalista sul bando che ha fatto a quella cifra, e ha tirato dritto a chiedere la scelta al secondo concorrente che siamo noi. A questo punto non ha altra scelta che tirare dritto anche di fronte alla nostra scelta. Potrebbe ridistribuire i cani, visto che Muratella è l’unico al completo. Potrebbe smettere di mandare i cani in convenzione con i privati visto che ci sono due canili comunali pieni di stalli vacanti e gratuiti. Potrebbe sospendere il bando. L’unica cosa certa però è che da domani le feci le poggieremo a terra dove prima c’era il cassone. Purtroppo il Comune ha gestito egregiamente anche questo passaggio delle consegne. Anche se arrivasse Mapia, mica si porta appresso i cassoni?».

