Canili comunali: il Tar respinge il ricorso di Avcpp per la sospensione del bando
Stamattina il Tar del Lazio ha respinto il ricorso, presentato lo scorso 11 settembre, con cui l‘associazione Onlus Avcpp – che gestiva da 14 anni sia il gattile e i canili comunali di Muratella e del Poverello a Vitinia che quello di Ponte Marconi fino al subentro de L’Impronta, sei anni fa – chiedeva annullamento e sospensione del bando del Comune di Roma per l’assegnazione in gara d’appalto della nuova gestione dei canili, a seguito della scadenza dei precedenti affidamenti diretti. Un bando ponte che avrebbe dovuto coprire, e lo farà solo in parte, la gestione dei canili per pochi mesi in attesa di un nuovo bando europeo.
In particolare erano oggetto del ricorso, articolato in dieci punti, le cifre che nel bando il Comune ha posto come base d’asta per ciascun canile, in quanto ritenute incongrue. «Le cifre non sono assolutamente compatibili con il benessere animale – spiega così in una recente intervista l’origine del ricorso una portavoce Avcpp – con i servizi ai cittadini, oltre che con la tutela di operatori professionalizzati. Noi diciamo da sempre una cosa sola: si mettano a norma i canili comunali e si proceda con la gara europea». Opinione condivisa anche dall’altra associazione coinvolta nel bando e gestore uscente del canile Ponte Marconi, L’impronta Onlus.
Respinto il ricorso viene meno la speranza di una sospensione del bando comunale – i cui termini e importi, secondo la prima valutazione dei magistrati in sede cautelare, “non sembrano incongrui” – ma, di fatto, la garanzia di assegnazione tramite pubblico avviso avviene solo per metà. Questo perché, come abbiamo riportato in un precedente articolo, la decisione odierna non sembra riguardare troppo da vicino l’associazione che ha presentato il ricorso.
Ci sono conferme infatti riguardo gli accordi tra il Comune e Avcpp per un nuovo affidamento diretto, a 250 mila euro, dei due canili rimasti scoperti al termine della gara. Mentre è praticamente certa, ed avverrà a giorni, la presa in gestione del canile di Ponte Marconi da parte di Mapia Srl.
Non ci sono dubbi che questo accordo diretto eviti il licenziamento di oltre cento lavoratori di Avcpp, almeno fino al prossimo bando europeo del 2016. Ma, dal punto di vista di una politica chiara e trasparente delle strutture comunali, gli effetti operativi del bando sono quanto meno contraddittori e parziali. Se l‘obiettivo del Comune era il ribasso dei costi di gestione a tutela delle risorse pubbliche, l’operazione bando raggiunge lo scopo per vie traverse.
Da un lato si fa strada nel panorama della gestione dei canili comunali una ditta privata, extraterritoriale e multiservizi, la Mapia srl appunto. Vincitrice su tutte e tre le gare, sceglie però l’unico canile in cui la cifra mensile è stata aumentata piuttosto che diminuita. E che su una capienza di 250 cani ne ospita al momento solo 60. Difficile rintracciare quindi un risparmio effettivo per il Comune.
Dall’altro lato viene confermato l’affidamento diretto alla storica Avcpp, associazione Onlus con l’obiettivo del benessere animale prima del profitto ma con il risultato, per il Comune, di aver contrattato un prezzo mensile, 250 mila per i due canili Muratella e Poverello, decisamente superiore ai rispettivamente 78 mila e 26 mila proposti dal bando. Di sicuro però il risparmio c’è stato se si fa il confronto con i 326 mila precedentemente pagati per la sola Muratella.
È quindi lecito domandarsi se l’obiettivo del Comune non fosse fin dall’inizio quello di tenere al proprio posto garanzie e professionalità di Avcpp, contrattando un nuovo prezzo grazie al bando, piuttosto che attraverso il bando.
L’Impronta Onlus, a meno di non presentare ricorso per il rifiuto ricevuto dal Comune sulla scelta di gestire Muratella in quanto secondi classificati, esce invece di scena. I dieci dipendenti continuano a gestire la struttura gratuitamente dal 1 ottobre ma hanno rifiutato l’assunzione da parte di Mapia. Questo perché hanno ritenuto inaccettabile un cambio di contratto che avrebbe comportato una riduzione del 50% dello stipendio. Scelta che, di fatto, li pone in una condizione senza impiego.
Meglio dieci che cento, sembra essere il ragionamento in Campidoglio.

