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Pubblicato il 11 febbraio 2015 | da Irene Salvi

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Racconti di una rivoluzione

Giovedì al C.s.o.a. La Strada “Mèxico en rebeldìa”, racconti e riflessioni dei partecipanti alla carovana zapatista di fine anno

Sono passate cinque settimane dalla conclusione del primo Festival mondiale delle resistenze e ribellioni anticapitaliste in Messico.

Il Festival, convocato dall’EZLN e dal Comitato nazionale dei popoli indigeni (CNI) a 21 anni dalla sollevazione zapatista, ha rappresentato una’eccezionale occasione di incontro per migliaia di attivisti e giornalisti di media indipendenti, circa 500 dei quali arrivati in Messico da ogni parte del mondo. Ma è stato, soprattutto, il megafono in cui familiari e compagni dei 43 studenti desaparecidos di Ayotzinapa hanno lanciato una pubblica chiamata alla solidarietà internazionale per la battaglia che portano avanti – ormai da oltre quattro mesi – alla ricerca di verità e giustizia.

Anche il C.s.o.a. La Strada e la redazione di CORE sono stati parte di quest’esperienza: tre redattori del nostro giornale e due attivisti del centro sociale hanno attraversato il paese in carovana, dalla capitale alle montagne del Chiapas.

Domani, giovedì 12 febbraio alle 19, torneremo a incontrarci per raccontare in parole e immagini quei giorni straordinari. Lo faremo con Andrea Cegna (ideatore del progetto 20ZLN, autore di libri e documentari sulla storia della lotta zapatista, presente al festival) e agli attivisti di Nodo Solidale rientrati da pochi giorni in Italia; in collegamento Skype dal Messico ci sarà Omar Garcìa, studente della Escuela Normal de Ayotzinapa sopravvissuto alla notte del 26 settembre.

Dopo le recenti, inverosimili dichiarazioni del Procuratore Generale di Città del Messico, che attribuiscono l’intera responsabilità della sparizione dei 43 alla polizia locale dello stato di Guerrero esonerandone esercito e governo, è necessario tornare a parlare di Ayotzinapa e delle mobilitazioni che continuano a infiammare il paese. A partire da questa lotta, comunità indigene e movimenti sociali stanno attivando nuove connessioni per sfidare la repressione del governo Peña Nieto e reclamare una democrazia reale, non asservita agli interessi delle grandi compagnie nordamericane: ancora una volta, dal Messico arriva ovunque un’esemplare lezione di resistenza.

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