Il cemento vien di notte. Agro romano sotto assedio.
Il 27 novembre, al Consiglio Comunale di Marino, la maggioranza “decide di non decidere” in merito alle delibere del 2011 riguardanti la cementificazione di una cospicua porzione di Agro Romano.
L’agro romano è sotto assedio! Dopo le mobilitazioni nel pezzo di Agro corrispondente al IX Municipio di Roma, dove un milione di cubature circa stanno per seppellire definitivamente la zona più verde della Capitale, basta spostarsi qualche chilometro più a sud per rendersi conto che il “film” è sempre lo stesso: altro cemento pronto ad essere “colato” su tutta l’enorme area verde adiacente al comune di Marino.
Era il 3 agosto del 2011. La giunta di centro-destra, guidata dall’allora Sindaco di Marino Palozzi approvò, tramite un accordo di programma con l’allora governatrice del Lazio Renata Polverini, un masterplan che prevedeva la “colata” di 1.300.000 mc di cemento e 12.500 nuovi residenti, con la conseguente devastazione di tutta la porzione di agro romano comprendente il Gotto d’oro.
Da quella fatidica data, comitati, associazioni e singoli cittadini hanno deciso di unire le forze, costituendo un’assemblea contro la cementificazione. I risultato di questi sforzi sono stato tre ricorsi al tribunale amministrativo regionale ( TAR), tuttora pendenti.
Nel corso di questi tre anni sono cambiati gli attori – il Sindaco non è più Palozzi ma Silvagni- però l’obiettivo della classe politica locale è sempre il medesimo: favorire il partito unico del cemento.
Il 27 novembre, al consiglio comunale di Marino, è andato in scena uno spettacolo indecoroso, messo in atto dalla giunta, sotto la regia del Sindaco Silvagni, allo scopo di far desistere la cittadinanza accorsa in massa per l’occasione.
L’inizio del Consiglio, previsto per le 15, viene posticipato di un’ ora, facendo intendere da subito che si andrà per le lunghe.
Sette sono i punti all’ordine del giorno e, guarda caso, quello riguardante la cementificazione, nella specie la mozione presentata dalle opposizioni- tranne il Pd – sotto la spinta di movimenti e associazioni, sarà l’ultimo.
I cittadini saranno costretti, prima di arrivare al punto interessato, ad assistere a 10 ore di patetica melina: interventi meramente ostruzionistici e pause di 45 minuti tra un ordine del giorno e l’altro, fino a quando, alle ore 01.15, il consiglio comunale decide di votare il rinvio della mozione “sine die”, favorendo, di fatto, la cementificazione dell’agro.
La tesi, da parte della Giunta, a sostegno del rinvio della mozione, consiste nel fatto che il Comune intende aspettare la decisione del Tribunale Amministrativo sui ricorsi presentati prima di pronunciarsi. Questa argomentazione però, risulta a dir poco paradossale; infatti, qualora il Tar decidesse di accogliere i ricorsi, cancellando le delibere comunali e regionali, renderebbe del tutto inutile la mozione stessa, in quanto il Comune di Marino dovrebbe prendere unicamente atto della decisione presa dal Tar.
Il “decidere di non decidere” da parte della classe politica marinese favorisce esclusivamente gli speculatori: la Giunta comunale e gli Uffici tecnici continuano a produrre atti alle società a forma di “scatole cinesi”costruite ad hoc per devastare per sempre il territorio intorno al Gotto d’oro.

