Resistenze

Pubblicato il 27 aprile 2012 | da Giulia Salandri

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Un progetto aperto fra cittadinanza e istituzioni

In data 25 Marzo il Parco regionale dell’Appia Antica ha ospitato la giornata inaugurale del primo orto antico romano della Capitale. Realizzato in un sito verde abbandonato posto lungo l’Almone, a pochi metri dalla via Appia Antica, l’Hortus Urbis risponde ad un’idea di riqualificazione e recupero di aree abbandonate attraverso pratiche ambientali e sostenibili del tutto innovative, al fine di restituire uno spazio pubblico alla cittadinanza.

Il progetto è nato dalla spinta delle associazioni romane e del Municipio XI, che hanno trovato nelle istituzioni locali degli interlocutori attenti e disponibili. Non a caso all’inaugurazione dell’opera ha partecipato il Consigliere Provinciale Gianluca Peciola, che ha patrocinato l’intero progetto.

“La realizzabilità dell’iniziativa – ha spiegato il Consigliere Peciola – la si deve, per lo più, al generoso merito del collettivo Zappata Romana e alle altre reti che si sono mobilitate ideando, tramite esperienze di orti urbani e didattici, un nuovo modo di ripensare il territorio e la città ”. È sul futuro di Roma che si è focalizzato l’intervento del Consigliere Provinciale di Sel. “La nostra ambizione – ha dichiarato Gianluca Peciola – è di sfidare l’altra città, ossia quella che vorrebbe Roma invasa dal cemento e che è attenta soltanto alle dinamiche della rendita. Noi vogliamo investire su un’idea di città diversa e l’intraprendenza delle associazioni che hanno aderito al progetto Hortus Urbis è una buona prassi che vuole contaminare e farsi spazio”.

Per il Consigliere Provinciale anche il supporto delle istituzioni di prossimità è stato fondamentale per il completamento dell’opera. “Tutto questo avviene nell’Undicesimo Municipio. Ciò non è casuale perché oltre ad un Ente Parco attento – sottolinea Peciola – c’è anche un’istituzione e tante reti che sono attive come ad esempio Eutorto, l’orto urbano dei cassaintegrati ex Eutelia, Orti Urbani di Garbatella, la Cooperativa Coraggio, Giardini sovversivi Romani ed anche molti orti didattici che stanno nascendo sul territorio”. Insomma un terreno fertile non solo per piante e ortaggi, ma anche per progetti e pratiche che stanno disegnando la Roma del futuro.




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