Millevoi in corteo: la mobilitazione contro la cementificazione non si ferma
Nonostante l’approvazione comunale di un documento che chiede la sospensione dei lavori della cabina Acea la protesta prosegue senza alcun tentennamento. Infruttuoso anche l'incontro con l'assessore Caudo avvenuto il 10 novembre
Oggi, alle ore 18, in via Millevoi, si terrà nuovamente una manifestazione contro la cementificazione dell’agro romano. Un corteo che si preannuncia scoppiettante, sulla falsariga di quello andato in scena il 23 ottobre scorso, sempre in via Millevoi, sull’Ardeatina. In quella occasione 400 cittadini, appartenenti a comitati locali, associazioni e coordinamenti per la difesa dell’ambiente, hanno deciso di far sentire la propria voce contro lo scempio che si sta perpetrando nel quadrante sud-est della Capitale: la parte meridionale dell’agro romano.
Una mobilitazione che ha già dato i suoi primi frutti, costringendo di fatto le istituzioni, nella specie l’assemblea capitolina, a compiere un atto insolito: chiedere la sospensione dei lavori della cabina. Una atto eccezionale, alla luce della delittuosa cecità che ha sempre contraddistinto le istituzioni comunali negli ultimi decenni in materia di tutela ambientale. Tuttavia, anche l’incontro avvenuto lunedì 10 tra l’assessore Giovanni Caudo, il Presidente del Municipio IX, Andrea Santoro e alcuni esponenti di Acea, non ha fornito risposte adeguate secondo il Coordinamento Agro Romano Bene Comune e i Comitati di Quartiere Millevoi Ardeatina.
Nonostante questa importante quanto inusuale presa di posizione da parte della classe politica romana, i cittadini stanno dimostrando di essere determinati e difficilmente suggestionabili: senza ripensamenti hanno inizialmente indetto una nuova giornata di mobilitazione per il 6 novembre, saltata per allerta meteo, proclamandone immediatamente un’altra per il 13 novembre (ore 18), sempre in zona Millevoi.
I cittadini sono pienamente consapevoli del fatto che, per quanto in assemblea capitolina si sia verificato un fatto di notevole importanza, rimane pur sempre “solo” un atto politico a cui devono seguire fatti concreti: l’effettiva sospensione dei lavori.
“Proprio per questo – spiega Luca Verducci, un esponente del coordinamento agro romano bene comune – è necessario proseguire nella mobilitazione della cittadinanza.”
Queste iniziative, è assolutamente necessario precisare, non sono contro le cabine elettriche in sé, per i danni elettromagnetici che potrebbero teoricamente provocare ma per ciò che rappresentano: ossia degli strumenti a garanzia di nuove cementificazioni e speculazioni edilizie. Di conseguenza impedire la loro messa a punto, arresterebbe il processo di devastazione ambientale in atto nel quadrante.
Subito dopo il corteo del 13 novembre, è previsto l’inizio di un presidio permanente adiacente alla cabina; un presidio che promette di essere estremamente partecipato ed effervescente: verranno organizzate numerose assemblee che avranno come argomento principe la tutela ambientale.
“In merito al presidio” – afferma Adriano Sacco, un altro esponente del coordinamento agro romano – “ci auguriamo che possa rappresentare un luogo di aggregazione sociale dove la cittadinanza abbia l’opportunità di incrementare la propria conoscenza su un argomento così delicato quanto importante”.
Questo auspicio potrà essere fattivamente realizzato qualora gli eventi e le assemblee, che si avvicenderanno durante il presidio, riuscianno ad innescare un processo di mobilitazione cognitiva dal quale potranno emergere forme organizzative efficaci a contrastare “il partito unico del cemento” e i suoi interessi poco trasparenti.

