Mobilità Nuova Pedibus

Pubblicato il 7 novembre 2013 | da Giovanni Battistuzzi

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A Garbatella la scuola è a portata di piede

Dalla Ciclofficina La Strada una riflessione sul progetto “Pedibus”. Domani 8 Novembre alle 16,30 a p.zza Sauli si terrà un incontro pubblico sul tema della mobilità

Inghilterra-Italia 41 a 7, Germania-Italia 40 a 7. Non sono i risultati di una partita di basket o rugby. Magari, sarebbe stata una batosta e basta. Sono percentuali, percentuali che riguardano l’autonomia di spostamento dei bambini della scuola primaria nel tragitto casa-scuola. In poche parole la constatazione della poca autonomia che i bambini italiani hanno in tema di spostamento. Ma lo sanno tutti che l’Italia è mammona e attaccata alla famiglia. Quindi? Quindi non è questo il punto. Si prenda in considerazione un altro dato: in Germania il 29% degli scolari delle elementari viene accompagnato in auto, nel Regno Unito il 34%, in Italia il 79%. Quindi? Quindi c’è un grosso problema da affrontare, un problema che provoca traffico, pericoli, inquinamento. E chi paga più di tutti sono i bambini che ogni giorno si ritrovano immersi in un delirio automobilistico, in una nube di gas di scarico, con la consapevolezza inconscia che va bene così, a scuola ci si deve andare in auto perché così fan tutti.
Ecco quindi il problema. Ed è un problema educativo e culturale prima che ambientale e di mobilità. Perché se la questione traffico in Italia la si sta iniziando ad affrontare, anche se in maniera farraginosa e poco consapevole, molte volte solamente in modo superficiale con pedonalizzazioni inesistenti o quasi, si prenda ad esempio via Fori Imperiali, l’idea che il traffico non dipenda soltanto dai percorsi che le automobili compiono in una città, ma che sia causato invece da un’idea sbagliata di approccio alla mobilità individuale non si è ancora diffusa.
L’arretratezza dell’Italia in movimento parte da qui. Parte da un’educazione sbagliata, parte dall’incapacità, o forse dalla poca lungimiranza di chi dovrebbe dare il buon esempio e che invece per pigrizia o per cecità non lo fa. Parte dai genitori che si mettono in auto per portare i propri figli a scuola, magari per compiere solo poche centinaia di metri.
Ecco perché il pedibus, ovvero il ‘trenino’ di bimbi a piedi, molto spesso autogestito da qualche genitore, da qualche associazione, da qualche centro sociale, non è solo qualcosa di folkloristico, di fuori dalla norma, ma è qualcosa di importante, se non essenziale per la vita di tutti noi, qualcosa di indispensabile per far passare l’idea che un cambiamento alle nostre abitudini è possibile. È un atto di formazione, un veicolo per far capire ai nostri figli, alle nuovi generazioni, che esiste qualcos’altro oltre l’automobile.
A Garbatella questo processo è già in atto. È partito a settembre, grazie a qualche mamma, grazie all’impegno della Ciclofficina La Strada, e si sta espandendo, evolvendo, ampliando. I quasi venti bambini del primo giorno sono già diventati quasi quaranta, la scarsa attenzione degli inizi, si è trasformata in richieste di informazioni, in entusiasmo, in una nuova forma di mobilità. In educazione. In una tavola rotonda che domani 8 novembre in Piazza Sauli, di fronte alla scuola Cesare Battisti, ci porterà a tentare di ragionare su quello che sta succedendo, su quello che si sta creando di nuovo. Con i ragazzini e le mamme che si stanno impegnando in questa impresa saranno presenti anche esperti di mobilità come Gianfranco Fantini, dell’Ufficio Mobilità Ciclabile del Comune di Reggio Emilia e rappresentanti delle istituzioni come l’assessore alla Mobilità del municipio Roma VIII, Paola Angelucci e il consigliere municipale Amedeo Ciaccheri.

Giovanni Battistuzzi
Ciclofficina La Strada

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