Cultura

Pubblicato il 17 novembre 2016 | da Matteo Picconi

0

Weather Underground, a Garbatella storie dell’America Ribelle

Domani a Moby Dick l’iniziativa “Uprising”: un incontro con Bill Ayers e Bernardine Dohrn, co-fondatori del movimento rivoluzionario WUO che nel decennio delle grandi contestazioni portò “la guerra in casa” degli Stati Uniti

Un battesimo con i fiocchi per Moby Dick, la nuova biblioteca di via Edgardo Ferrati, che domani (dalle ore 17) ospiterà l’iniziativa “Uprising, storie dell’America Ribelle”. Organizzato dal collettivo di Casetta Rossa, l’evento tratterà della storica formazione rivoluzionaria dei Weather Underground che verrà raccontata attraverso le testimonianze di due ospiti d’eccezione, i fondatori Bill Ayers e Bernardine Dohrn, nonché mediante la proiezione del film-documetario del 2002 di Sam Green e Bill Siegel. Per l’occasione verrà presentato il libro dello stesso Ayers “Fugitive Days – Memorie dei Weather Underground” pubblicato quest’anno da DeriveApprodi Editore.

68 weather undergroundDa che parte soffia il vento”. Gli anni ’60 e ’70 rappresentano, nella storia globale, due decenni di incessanti rivoluzioni: culturali e politiche, d’indipendenza, tutte diverse tra loro a seconda delle esigenze, dei contesti e delle modalità. Per quanto riguarda il blocco occidentale sono soprattutto gli anni della contestazione giovanile e studentesca che da Berkeley, passando per Parigi, travolse le nuove generazioni di tutte le principali città europee. Questa sequenza, però, è incompleta: l’acuirsi del conflitto tra la vecchia società e le nuove generazioni, nell’immaginario collettivo quasi sempre vengono trattate come una vicenda principalmente europea. Italia, Germania, Francia, la Spagna di Franco, diventano lo scenario della lotta armata e di quello che, spesso ad arte, è stato denominato come terrorismo. Oltreoceano però la situazione era ancora più incandescente. Le lotte delle comunità nere, la violenta repressione del governo e la guerra in Vietnam crearono un clima di tensione senza precedenti nella storia statunitense. È in questo contesto che emerse una realtà politica attualmente ai più sconosciuta, capace di mettere in seria difficoltà il gigante Usa almeno per mezzo decennio: sono i Weathermen (poi Weather Underground Organization). Il loro nome, che racchiudeva in sé tutte le speranze e il sogno di una vera rivoluzione, fu tratto da una strofa del celebre cantautore Bob Dylan: “You don’t need a weatherman to know which way the wind blows” (Non hai bisogno di un meteorologo per sapere da che parte soffia il vento).

La società più violenta della storia”. A partire dal 1962 i movimenti di protesta delle università americane si concentrarono intorno al Students for a Democratic Society (SDS), capace di raccogliere le istanze di tutta la New Left per quasi tutti gli anni ’60. Ispirata ai movimenti pacifisti che praticavano la non violenza e principale voce dell’opposizione sia alla guerra in Indocina che al razzismo nei confronti delle comunità nere, i convegni della SDS avevano un’importanza e una risonanza nazionale. Tuttavia, dopo aver raggiunto l’apogeo nel 1968, il movimento nel 1969 entrò in crisi. b dohrn weather undergroundEmblematiche le parole di una giovanissima Bernardine Dhorn di quei mesi turbolenti: «non si può essere non violenti nei confronti della società più violenta della storia». La prima fase dei Weathermen si aprì proprio col convegno di Chigago del 1969. Le loro posizioni radicali, anticonformiste, al passo con lo stato d’animo delle nuove generazioni di studenti presero il sopravvento, ponendosi alla testa della contestazione. Rappresentarono il superamento della fase “moderata” praticata dalla SDS, ritenuta ormai insufficiente, inadeguata: «Alla marcia di Washington parteciparono fino a un milione di persone – spiega Brian Flanagan, un membro storico del movimento, nel documentario di Green e Siegel – ma questo non fermava l’offensiva americana in Vietnam, anzi… più cresceva l’opposizione negli Usa e più la situazione peggiorava». La vergogna del conflitto in Indocina diventa una vera e propria ossessione, un’ingiustizia a cui bisogna reagire. Solo portando la “guerra in casa” gli americani avrebbero compreso di cosa si stava macchiando il proprio paese. I Weathermen pensano in grande ed escono dal “guscio”, iniziando a fare politica in varie città della nazione, soprattutto nei quartieri operai. Le loro iniziative sono ancora legate alle sommosse studentesche, come manifestazioni, sit-in, scontri “programmati” con le forze dell’ordine, un modus operandi controproducente che, anzi, non fece altro che aumentare il divario con l’SDS e altre organizzazioni come i Black Panther. La fine della prima fase può inquadrarsi nella fallita manifestazione di Chicago nell’ottobre del ’69, i c.d. “Giorni della Rabbia”: «Quella notte dell’8 ottobre ci fu un duro scontro con la realtà – racconta Bill Ayers nel documentario – ci aspettavamo migliaia di giovani invece eravamo circa 250». È la prima crisi del movimento che aprirà la strada a una nuova fase, quella della lotta armata.

Alzare la posta”. I ’60 si chiudono in un forte clima di tensione. Mentre le violenze in Vietnam escono allo scoperto e, grazie a numerosi reportage fotografici, entrano nelle case degli americani, l’FBI infligge un duro colpo al movimento del Black Panther: il 4 dicembre dello stesso 1969 viene assassinato dagli agenti del FBI il 21nenne Fred Hampton, noto leader dell’organizzazione, freddato all’alba nella sua abitazione di Chicago senza aver opposto resistenza. Il caso Hampton scuote l’ancora acerbo movimento dei Weathermen: «Quando Fred fu ucciso io sentii che quella era la vera faccia dello stato – queste le parole di Ayers – quello che l’America era veramente: volontà di uccidere non solo a migliaia di chilometri di distanza, ma anche qui, a Chicago». Il passaggio è inevitabile, ci si prepara allo scontro e, per usare un’espressione della Dohrn, bisognava “alzare la posta”. Cominciano a circolare le prime pistole e, soprattutto, le prime bombe. greenwich-townhouse-explosion-1970 weather undergroundSeguirà nel marzo del 1970 il tragico incidente di Greenwich Village, a New York, in cui 3 membri dell’organizzazione, tra cui Diana Oughton e Terry Robbins, morirono per l’esplosione accidentale di una bomba che stavano preparando.
L’incidente di New York segna una tappa fondamentale nell’esperienza della formazione nata solo pochi mesi prima a Chicago, un passaggio che può riassumersi in due aspetti: con l’FBI alle calcagna molti di loro entrano in clandestinità; viene ripensato criticamente l’uso indiscriminato della violenza. È la nascita dei Weather Underground Organization ed è il superamento del concetto di “terrorismo”, becero, assassino, definizione tanto cara alle forze reazionarie. I caduti di Greenwich Village, infatti, rimarranno le uniche morti in tanti anni di attività della WUO. Solo nel corso dello stesso 1970 vi furono almeno cinque attentati dinamitardi ai danni di edifici pubblici, governativi, banche, quasi sempre di notte, permettendo in ogni occasione l’evacuazione del personale all’interno dello stabile. Emblematica l’esplosione dell’Ufficio Carceri nelle città di San Francisco e Sacramento in risposta dell’omicidio di George Jackson nel carcere di San Quentin, una morte tragicamente annunciata, alla quale ne seguiranno molte altre, soprattutto dopo la rivolta nel carcere di Attica. Le azioni dei Weather Underground, almeno fino al 1973, trovano largo seguito tra i movimenti di protesta giovanile ma qualcosa stava già cambiando. Il progressivo avvicinarsi della fine del conflitto in Vietnam, una generale crisi di tutta la New Left americana e la perdita dei riferimenti ideologici e politici che l’avevano forgiata nel corso degli anni ’60, porta i WUO ai margini dell’interesse pubblico: «Quello che cominciavo a comprendere è che gli americani sono convinti da sempre – spiega nel doc Marck Rudd – che ogni violenza che non sia legittimata dallo stato sia criminale o folle».

Uscire allo scoperto”. La conclusione fu che la violenza non funzionava, era inutile. Nel 1975 saltarono gli equilibri tra gli appartenenti del Weather Underground e in molti, logorati da anni vissuti in clandestinità, cominciarono a pensare di uscire allo scoperto. Tra i gli esponenti di spicco il primo a consegnarsi alle autorità fu proprio Marck Rudd nel 1977 mentre Bernardine Dohrn e Bill Ayers, si costituirono nel 1980, anno che (solo convenzionalmente) segna la fine del WUO. Fatta eccezione per uprising weather undergroundDavid Gilbert, che di fatto sta scontando un ergastolo (75 anni di reclusione) per una rapina del 1981, conclusasi con l’uccisione di due poliziotti e una guardia di sicurezza, i principali membri del Weather Underground sono in libertà da diversi anni. l’FBI aveva raccolto prove a loro carico mediante metodi “illegali” e così in molti evitarono la prigione. Attualmente sono insegnanti universitari, quasi tutti impegnati in lotte sociali e politiche. La loro esperienza rivoluzionaria si concluse mentre l’ombra dell’America Reaganiana cominciava ad allungarsi. Oggi quell’ombra porta il nome di Donald Trump: «Non sappiamo da che parte la Storia sceglierà di girare nel futuro che ci attende – così recita il manifesto dell’evento di domani – ma sappiamo che questo vento ha già segnato il mondo intero in passato e potrà farlo ancora, si chiama Uprising, “Sollevamento”, e siamo pronti ad ascoltarlo».

Tags: , , , , , , , ,




Back to Top ↑