“I Racconti dell Orso”. Quando un viaggio diventa film
I registi Olmo Amato e Samule Sestieri raccontano l'avventura di girare un film low budget e con pochi mezzi in una terra incontaminata come la Finlandia.
Nell’estate del 2013 Olmo Amato e Samuele Sestieri, due ragazzi di Garbatella, partono per la Finlandia in un viaggio on the road che durerà quaranta giorni. Con l’aiuto di due macchine fotografiche e con in tasca l’idea di un cortometraggio filmano luoghi magici, misteriosi e a volte spaventosi. Luoghi che, grazie alla loro unicità, hanno rivoluzionato il soggetto iniziale, realizzando una fiaba moderna che unisce alla sorpresa del viaggio la fantasia del cinema.
I due registi ci raccontano I Racconti dell’Orso, autentica testimonianza di come un film, con la complicità delle tecnologie digitali e con l’aiuto del crowdfounding, possa essere realizzato da poche persone e senza il bisogno di ingenti investimenti economici.
Il film come il viaggio è stato un progetto in itinere. Come nasce l’idea iniziale ?
Effettivamente, ad oggi, è difficile ricordare se è nato prima il film o prima il viaggio. Sognavamo da tempo di attraversare laFinlandia fino a Capo Nord, ma contemporaneamente volevamo realizzare qualcosa che fosse come un diario di viaggio, ma nella forma di un cortometraggio. Prima di partire, ancora a Roma abbiamo scritto un soggetto che una volta sul luogo è stato modificato e ampliato fino a raggiungere la forma attuale di cianquanta minuti. Da Helsinki a Capo Nord, passando per le isole Aland e svariate altre locations questa strana ed eccentrica fiaba a preso forma. La regia del film è quella che insegue i personaggi scoprendo con loro le meraviglie di una natura incontaminata.
La Finlandia, quindi, ha stavolto i vostri programmi?
La terra in cui ci siamo ritrovati a girare ci ha messo davanti a dei luoghi che non ci aspettavamo e che come due bambini eravamo curiosi di conoscere e riprendere con le nostre camere. Ogni luogo dava un valore aggiunto al film. È anche per questo che da un’idea di cortometraggio si è arrivati ad avere un mediometraggio. Per poter catturare la verità di quei luoghi era fondamentale farsi cogliere dal caso e dall’imprevisto. L’elemento che ci ha sedotti maggiormante è stato la luce.
La luce che amavamo di più per girare era quella del crepuscolo e lì, a differenza dell’Italia, dura dalle tre alle quattro ore. È come essere sospesi in un limbo di tramonto e alba. Quella luce da vita ai luoghi. Abbiamo svuotato il film dagli elementi logocentrici e antropocentrici perché la parola e la presenza di altri soggetti avrebbe appiattito il legame tra i due personaggi e il mondo circostante. Grazie a questo particolare effetto tutte le scene sono girate senza l’uso di luci artificiali.
Quali sono state le maggiori difficoltà ?
Ilprimo problema è stato essere solamente in due. Recitare, riprendere e dirigere non è stato un lavoro facile. Anche la povertà dei mezzi ci ha messo a dura prova. Ma proprio da questi limiti abbiamo deciso di creare una storia che facesse di questa macanza virtù. Da qui l’idea, per esempio, di camuffare le nostre scarse capacità interpretative attraverso dei costumi e rendere le nostre goffaggini caratteristiche dei personaggi. È stato un lavoro bello quanto faticoso: filmare ha significato vivere, avventurarsi nei boschi e sfidare le insidie naturali.
Per la post produzione avete chiesto aiuto al crowdfounding. Di quanti soldi avete bisogno ?
Sì, ci siamo appoggiati alla piattaforma di indiegogo per ricevere aiuto economico da chiunque volesse contribuire al progetto. Grazie al digitale abbiamo potute effetturare le riprese quasi a costo zero, ma in postproduzione abbiamo dovuto chiedere l’aiuto di professionisti, che se anche credono molto nel progetto, vorremmo retribuire. Le immagini e i suoni del film meritano uno standard cinematografico .Fino ad ora dei 5000 euro richiesti ne abbiamo raggiunti 2000 per cui chiunque volesse contribuire, anche con una quota minima è il benvenuto. Inoltre, come è successo al csoa la Strada un mesetto fa, il 29 dicembre all’Associazione culturale Senso Inverso organizzeremo un aperitivo di sovvenzione.
Una volta conclusa la post produzione che destino avrà I Racconti dell’Orso ?
Il nostro obiettivo è partecipare a festival internazionali e chiedere l’aiuto degli Istituti di cultura Finlandesi, proprio perché crediamo che il film valorizzi quel territorio.

