I-60, rinviato di sette giorni l’assist per i costruttori
L'Assessore Massimo Miglio, dopo l'incontro ottenuto ieri con l'Assessore regionale Michele Civita, promette: «è un'atto immorale, Civita si può mettere l'anima in pace, ci opporremo con tutte le forze»
Da scavare c’è sempre qualcosa. Per costruire, come vorrebbero fare i consorzi edilizi legati all’I-60, o per rinvenire qualcosa di storico, come nel caso dell’Assessore regionale alle Politiche del territorio Michele Civita. Alla luce, è proprio il caso di dirlo, il già Assessore alla Mobilità nella passata Giunta provinciale di Zingaretti, è riuscito a portare un Regio Decreto risalente al 1910. Un atto che cancellerebbe i vincoli su 30 fossi della Regione Lazio tra cui quello delle Tre Fontane, l’unico a Roma. Un «regalo ai costruttori» per il Presidente del Municipio Andrea Catarci, l’Assessore Municipale Massimo Miglio, le associazioni Italia Nostra, Legambiente Garbatella, WWF, i cittadini del quartiere e il Coordinamento Stop I-60 che ieri hanno indetto una conferenza stampa sotto il palazzo della Regione Lazio che ha portato a un colloquio con l’assessore Civita.
Assessore Miglio come si è svolto l’incontro di ieri?
«L’assessore Civita si è giustificato dicendo che la richiesta di accertamento del vincolo proveniva dall’Assessore comunale Caudo, il quale avrebbe chiesto una verifica per l’eliminazione di tale vincolo. Noi abbiamo contestato la sua decisione di portare in Giunta questa cancellazione perché è fondata su un atto di oltre un secolo fa, interpretato in maniera autonoma, arbitraria, politica e non giuridica. È una cosa assurda fondare un provvedimento di Giunta per l’eliminazione di un vincolo su un Fosso, un corso naturale delle acque, su un atto di 104 anni fa».
Un atto che riguarda un Fosso sotto sequestro che ha portato all’arresto di parte dei lavori…
«Esatto. È un atto di ostilità nei confronti della magistratura che sta facendo delle indagini proprio perché stavano distruggendo quel fosso. Un’azione che la magistratura non si merita, inopportuna e immorale. Quando ci stanno di mezzo i costruttori la politica si confonde, perde la lucidità. Questo è un atto poco lucido».
Nel Regio Decreto si parla di trenta fossi e non solo di quello delle Tre Fontane…
«Si fa per potere dire che non è un’operazione ad hoc fatta per i costruttori. Civita dice che ci sono altri 30 fossi in tutta la Regione ma questo è l’unico a Roma. Dopo tutto quello che è successo pochi mesi fa con l’alluvione, gli impegni promessi per tutelare i fossi e i corsi d’acqua, promuovere quest’atto vuol dire andare in tutt’altra direzione. Questo è quello che grida vendetta…».
La delibera quindi che fine ha fatto?
«L’assessore Civita ha detto di volerla portare in Giunta martedì prossimo ma noi continueremo a fare tutte le azioni possibili per evitare questo scandalo. Andare a ridurre le tutele su un corso d’acqua tutelato, per fare un piacere ai costruttori mi pare una cosa assurda. Ed è un grande piacere, hanno già 23 ettari ma non gli bastano, perché il progetto prevede che quel fosso sia completamente asfaltato. Questa è una cosa immorale, Civita si può mettere l’anima in pace, non glielo permetteremo mai».
Cosa si augura il Municipio?
«Il Municipio si augura che la magistratura continui nella sua indagine. Visto che la parte amministrativa e politica non sta facendo quello che gli compete, speriamo che lo faccia la magistratura. Noi da parte nostra, con i comitati e con le associazioni, ci opporremmo con tutte le forze a questo tipo di sfregio alla natura e all’ambiente. Non staremo mani in mano, ci opporremo con tutte le forze».

