Cultura Scuola Popolare

Pubblicato il 22 novembre 2013 | da Redazione

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Scuola Popolare Piero Bruno: cinque anni al servizio del territorio.

Il progetto di recupero scolastico festeggia il quinto compleanno con una due giorni di iniziative pubbliche.

Il 23 novembre 2013 al CSOA La Strada si festeggiano i cinque anni della Scuola Popolare Piero Bruno, con due giorni d’iniziative dedicate ai ragazzi e con spazi di riflessione sul lavoro portato avanti nell’ambito del progetto. La Scuola Popolare porta il nome di Piero Bruno, studente di 18 anni dell’ITIS Armellini, che il 22 novembre del ’75 fu ucciso dalla polizia durante una manifestazione per l’indipendenza dell’Angola. Piero in quegli anni manifestava per la libertà d’espressione e di pensiero, ma anche per il diritto allo studio e per una scuola accessibile a tutti.
Il progetto mira innanzitutto a fornire un sostegno allo studio all’interno degli spazi del Centro Sociale, sede di tante attività di diverso tipo e natura, dove La Scuola Popolare ha cercato di ritagliarsi un ruolo abbastanza autonomo ma sempre in stretta connessione con le altre realtà progettuali che animano e attraversano La Strada.
Da un punto di vista pratico, negli anni ci siamo organizzati in uno spazio che abbiamo adibito a vera e propria “Scuolina” (come ci piace chiamarla), con grandi tavoli e librerie con materiali scolastici. Si viene due volte a settimana, il martedì ed il giovedì pomeriggio, portando i compiti delle materie dove si incontrano più difficoltà. Per quanto la “banda” della Scuola Pop sia aumentata in questi anni, il rapporto uno ad uno non è ancora possibile, e quindi il metodo che è stato adottato finora è quello di dividere i ragazzi in piccoli gruppi di studio. Ciò ci permette di proporre una modalità non standardizzata di apprendimento e di lavorare particolarmente sulle competenze dette “trasversali” (che consistono nell’acquisizione di un metodo di comprensione della realtà), necessarie per metabolizzare ed inquadrare le conoscenze più specifiche.
L’esigenza che cinque anni fa ci ha portato a costruire questo progetto è stata quella di fornire gratuitamente un servizio (quello delle “ripetizioni” ) spesso troppo oneroso e quindi non accessibile a tutti, e di considerarlo come punto di partenza per elaborare un discorso più ampio, che consiste nel proporre un modello “altro” e alternativo di insegnamento/apprendimento, che sia circolare e non univoco, creando uno spazio dove ognuno ha un posto e nessuno resta escluso. Si è cercato di guardare alle esigenze di tutti, con l’obiettivo di declinare l’approccio formativo alle specificità di ogni ragazzo e ragazza. Allo stesso tempo però, abbiamo mirato a costruire dinamiche collettive di reciprocità. Difatti, gli studenti e le studentesse, quasi tutti delle medie, creano in questo spazio una realtà scolastica “fuori dagli schemi”, dove lo studio è anche, e soprattutto, socialità, stare insieme e aiutarsi l’un l’altro.
Nonostante i diversi profili e specificità di ognuno, il minimo comune denominatore del progetto è stato quindi la costruzione di una rete di riferimenti personalizzati, che presenta per i ragazzi e per le ragazze un sostegno per poter ritrovare dei fili di interesse che spesso sono andati persi durante la formazione proposta dalla scuola “istituzionale” di tutti i giorni.
In questo percorso di costruzione costante e continua di comunità, abbiamo organizzato dei laboratori e delle occasioni alternative per stare insieme ai ragazzi e alle ragazze, e costruire CON loro (e non solo PER loro) questo progetto. In tal senso dovrebbero quindi essere lette le varie cene sociali, le biciclettate insieme per la città e per il quartiere, le maratone, i tornei di calcio e i laboratori artistici.
Arrivati a questo punto del nostro percorso, l’impegno è volto a rendere l’esperienza delle Scuole Popolari una realtà che possa essere replicabile e declinabile nei diversi territori, come luogo dove si concretizzi l’idea di muto soccorso tra generazioni di studenti e studentesse.
La Scuola Popolare Piero Bruno

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