Resistenze

Pubblicato il 14 dicembre 2011 | da S. C.

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Procede il Piano delle alienazioni e valorizzazioni delle ex caserme di Roma

Ma a via del Porto Fluviale una valorizzazione è in atto già da 8 anni, e risponde alle vere esigenze degli abitanti

A via del Porto Fluviale 12, tra scheletri industriali e nuovi locali notturni dello scenario postsociale Ostiense, c’è un luogo dove si condensano in attesa di risposta due nodi fondamentali per il futuro di Roma Capitale. Quello del diritto all’abitare e quello della speculazione edilizia.

 

Qui infatti, nella ex caserma ‘Direzione Magazzini Commissariato’, abita un condominio di sognatori che lotta per far si che la cartolina dal futuro ritragga una metropoli a misura delle persone e non un’impazzita fabbrica di povertà economica e morale.

Otto anni fa, 300 persone occupavano il fatiscente edificio a C -tre immensi piani open space, niente luce, acqua e gas, ma tanta polvere- alla ricerca di un tetto sopra la testa. In questi anni lo hanno trasformato nella loro casa. Hanno pulito, costruito pareti, suddiviso ogni appartamento equamente, si sono insegnati a vicenda saperi creando dal nulla l’impianto della luce, delle fogne, i bagni. Si sono assegnati compiti, primo tra tutti la libertà di partecipare, di autoregolamentarsi, di aiutarsi a vicenda. Oggi 100 famiglie originarie di tutto il mondo con una valanga di ragazzini di ogni età ci abitano e lottano per chi ancora una casa non ce l’ha.

 

Loro c’erano, insieme al Coordinamento Cittadino Lotta per la Casa, al Campidoglio il 27 Ottobre 2010, quando la Giunta Capitolina ha approvato la delibera 60/2010 che apre le porte al riutilizzo delle 15 caserme romane dismesse secondo il ‘Piano delle alienazioni e valorizzazioni degli immobili militari’.

In un comunicato spiegavano: “Ministero della difesa e Comune di Roma si divideranno un bottino di circa 3 miliardi per la vendita e il cambio di destinazione d’uso delle caserme che permetterà di trasformarle in alberghi e case di lusso, uffici e centri commerciali[..]. Alemanno così avrà i 600 milioni che non è riuscito a strappare al governo come finanziamenti a Roma capitale”.

 

Lo scandalo di questa delibera infatti, nonostante le tante promesse, è che nulla di preciso viene garantito di ciò che riguarda i reali bisogni dei cittadini ovvero servizi pubblici e case. Nelle caserme in mano ai privati solo il 20% delle cubature sarà gestito dal Comune, e, aggiunge Andrea Catarci, presidente del Municipio XI “ è stata già una piccola vittoria visto che si parlava addirittura del solo 10%, una quota ridicola. Abbiamo inoltre chiesto che in ciascuna caserma si inneschi un percorso di riconversione autonomo, che coinvolga Municipi, associazioni locali e cittadini.”

Di questo 20% poi solo il 10% sarà destinato al residenziale e, spiega Giulia Bucalossi, rappresentante del Coordinamento, “non viene neanche specificato se e quanti saranno i veri alloggi popolari e quanta la quota di canone sociale, che dopo i primi anni potrebbero tornare a prezzo di mercato”.

Tantissimi dunque i rischi e le ombre di questa operazione, ed una domanda in prima fila: che ne sarà delle 100 famiglie che già valorizzano Porto Fluviale?

 

Altre informazioni e contatti:

http://www.coordinamento.info/home/materiali.html


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