Pubblicato il 11 luglio 2015 | da Amedeo Ciaccheri
Riprendiamoci Parco Brin
Il recupero urbano sfreccia per la Garbatella: nella settimana più calda dell’anno, nasce una nuova storia nel vecchio quartiere di Garbatella, abituato ormai alla sorpresa delle incursioni inaspettate e al protagonismo diffuso
A volte la canicola estiva può diventare il giusto metro per misurare le energie di una città: il volto indolente di Roma si affaccia più forte e tutte le tensioni si misurano con una linea di resistenza che si fa più esigua e più necessaria. Ma proprio in momenti come questo alcune idee migliori possono strappare il velo della quotidianità e, mentre la città assorbe i conflitti che la rendono viva, possono aprirsi cantieri di creatività, in preparazione della stagione che si aprirà al termine dell’estate.
Domenica 5 luglio si è aperta, nello storico Parco Brin, una partita semplice e ambiziosa con un atto di cura spontanea, per dire che non tutto è perso nella città della burocrazia e nell’epoca dell’austerità delle risorse, ma bastano azioni semplici che inneschino processi di comunità. Parco Brin, culla della prima Garbatella, il “Pincetto di Roma Sud”, è da tempo un parco lasciato all’incuria del fallimento dei progetti pubblici come i Punti Verde Ristoro e Punti Verde Qualità e che negli ultimi anni è stato reso accessibile da saltuari interventi emergenziali richiesti con forza dall’amministrazione municipale. Un luogo esemplare delle occasioni inespresse che questa città continua a conservare, stretto a metà tra la città giardino e l’Università diffusa su via Ostiense, capace quindi di attrarre per la sua importanza storica, quanto per la possibilità di essere luogo naturale di aggregazione e incontro.
Proprio qui, in un’assolata giornata estiva, una sinergia inaspettata ha visto unirsi una comunità attenta, un parco storico lasciato a se stesso, una pista sportiva rara in città, quattro associazioni sportive di base, diremmo di più, metropolitane, che ambiscono a essere parte della città e renderla viva.
Tanto è bastato per fischiare l’inizio di una nuova partita e lanciare la campagna “Riprendiamoci Parco Brin” che ha visto svolgersi una lunga giornata di riqualificazione attivata dal centro sociale La Strada, dalle associazioni sportive SheWolves Roller Derby, RomaBikePolo, Mammuth Hockey Roma, Pattinatori del Pincio, con il sostegno del comitato Parco Giovannipoli e di tante e tanti cittadini che hanno attraversato la giornata.
Una giornata al massimo delle energie, cominciata con lo sfalcio di un area verde, da mesi senza intervento, che anzi ha visto consumarsi nel tempo quei pochi elementi di arredo urbano che la arricchivano, per proseguire con la risistemazione iniziale della pista di pattinaggio e diverse ore di dimostrazioni sportive, discipline diverse alternarsi con attenzione sul selciato sconnesso e insegnare a piccoli aspiranti atleti i primi rudimenti. Musica e cibo hanno accompagnato la giornata di lavoro, con il sostegno di giovani e promettenti rappers garbatellani e delle note scanzonate dei Beer Brodaz come sirene per attirare i girovaghi della domenica pomeriggio.
Al termine della giornata un primo momento di confronto tra le tante realtà coinvolte e le istituzioni municipali delegate all’Ambiente ha rilanciato un progetto ambizioso per tradurre un evento di successo in un progetto di recupero complessivo dell’area, mettendo a valore sociale uno spazio pubblico così importante e un luogo di sport e incontro come la pista di pattinaggio.
Un’oasi nel deserto? A farsi una passeggiata nell’VIII Municipio non si direbbe. Negli ultimi anni sono nate in questo territorio, come in tanti altri luoghi di Roma, alcune straordinarie esperienze di attivazione civica che hanno visto negli spazi condivisi, luoghi comuni da salvaguardare, recuperare e riempire di significato e iniziative. Alcune esperienze storiche hanno tracciato il passo come l’esperienza del Parco Cavallo Pazzo di via Ignazio Persico e della Casetta Rossa che, nonostante le difficoltà odierne di relazione con la burocrazia capitolina, hanno fatto da modello facendo nascere una comunità di cura capace di parlare a livello internazionale con le proprie iniziative culturali. Tante altre invece si sono sviluppate in questi ultimi tempi, come l’esperienza del Comitato Parco Giovannipoli che dal recupero di un area verde investe oggi energie importanti nel recupero storico di un’area archeologica. L’idea dello Sport per Tutti, comune e centrale anche nella neonata esperienza di Parco Brin, ha invece caratterizzato una strana avventura nata nella silenziosa Roma 70 con l’esperimento del Campo Socrates di via Ascari, iniziata dal protagonismo dell’Associazione Nessun Dorma.
Insomma in questi anni un processo continuo ha fatto della coscienza di luogo immediatamente pratica comunitaria, ha disegnato una costellazione di esperienze capaci di trasformare spazi pubblici in spazi comuni, restituiti a dignità dall’attivazione dal basso di tante e diverse realtà che – sfuggendo all’ideologia del decoro e alla logica della paura – hanno costruito modelli di riqualificazione funzionale, praticando l’autorganizzazione e proponendo all’amministrazione pubblica un’idea prioritaria per l’investimento delle risorse pubbliche.
Un orizzonte lungo che segue un cammino cominciato più di vent’anni fa, quando la Garbatella e la sua storia resistente incontrarono la sfrontatezza del neonato csoa La Strada, che parlando di Zapatismo raccontava come l’autogoverno fosse pratica concreta, e che anche così si poteva costruire la rivoluzione.
Autogoverno e partecipazione: anche questo ha costruito negli anni quel clima favorevole che ha visto moltiplicarsi le esperienze e riprodurre reti di affinità e mutuo aiuto, capaci di costruire un’alleanza strategica con l’ente municipale nonostante, ancora, l’attesa di strumenti normativi e risorse necessarie per sviluppare quel progetto locale, determinante in una metropoli scomposta come Roma.
Torniamo allora al Parco Brin e alla campagna che lo vede obiettivo di tante energie: a partire da un prossimo momento di incontro (mercoledì 15 Luglio alle ore 20.00, alle Casette di Via delle Sette Chiese 186) il Comitato Promotore inizierà un ambizioso percorso per riuscire nelle prossime settimane a preparare un progetto di riqualificazione della pista e del parco e allo stesso tempo un esperimento nuovo di gestione partecipata dell’area, che ne salvaguardi la funzione pubblica, rendendo vivibile il parco, attivando iniziative e puntando a richieste semplici e chiare alle istituzioni per permettere che l’esperimento abbia successo, e che la sfida sia comune.
Per fare questo saranno necessari coraggio e perseveranza: ma a giudicare dallo straordinario successo di questo primo appuntamento, sembra proprio che la piccola marea che in questi anni è nata e cresciuta in questo territorio accoglierà una nuova esperienza carica di potenzialità e suggestioni, di sicuro capace di lanciarsi al di là di ogni aspettativa.
Csoa La Strada
Presidente della Commissione Ambiente del Municipio Roma 8





