Cultura Fiori di Gutenberg

Pubblicato il 30 settembre 2015 | da Matteo Picconi

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Fiori di Gutenberg, i libri non si salvano da soli

Al Millepiani Coworking un seminario sul libro indipendente organizzato da Doc(k)s

Creare una cooperazione tra i soggetti e le realtà che “quotidianamente animano gli scenari dell’indipendenza culturale”, rilanciare l’editoria dal basso. Questa una delle tante tematiche che saranno al centro del seminario “I fiori di Gutenberg” che avrà luogo sabato 3 ottobre (ore 10.30-20.00) presso il Millepiani Coworking di via Nicolò Odero 13, alla Garbatella. Una lunga giornata con un programma ricco di interventi, relazioni e dibattiti in compagnia di editori, scrittori, librai e rappresentanti di realtà associative vicine all’editoria.

doc(k)sIndipendenza editoriale. Organizzato dalla società cooperativa Doc(k)s, realtà “figlia” della casa editrice DeriveApprodi, il seminario nasce da un dibattito intorno al concetto di “indipendenza” sul quale si è incentrata l’ultima edizione della fiera “Book Pride” di Milano. L’appuntamento si focalizzerà su due prospettive, tramite le quali poter inquadrare la nozione di “indipendenza editoriale”. La prima si basa su una prospettiva “frontale”, o finale, che pone il libro come “prodotto speciale, unico, generatore di libertà e, quindi, come riproduttore di democrazia”. La seconda è di tipo “processuale”, che evidenzia “l’insieme delle pratiche e dei valori (del lavoro) adottate per fare libri”. È attraverso questa seconda prospettiva, quella “dell’agire costituente in funzione del prodotto finale”, che l’iniziativa mira a ripensare un percorso di cooperazione tra autori, editori, distributori, operatori culturali e, in generale, ad una ridefinizione, dal basso, della produzione editoriale.

“Dal basso”. Quella dell’editoria indipendente non rappresenta una sfida donchisciottesca. Per realtà che provengono “dal basso” si intendono tutte le piccole e medie case editrici, scrittori e testate, che non riescono a emergere nel difficile mondo dell’editoria. Trattandosi di un vero e proprio sistema oligopolistico, dove oltre il 60 % del mercato è occupato dalle cinque grandi realtà editoriali, purtroppo alle piccole case editrici, librerie, non resta che galleggiare ai margini o, come sovente capita, chiudere i battenti. «La nostra scelta politica è quella di espanderci verso il basso, verso le intelligenze quotidianamente messe al macero e costrette all’immiserimento materiale e intellettuale – così gli organizzatori di Doc(k)s descrivono il proprio progetto – dobbiamo chiamarle a raccolta e metterle in cooperazione».

Un “dualismo innato”. Logiche di mercato, crisi dell’editoria, poca domanda e qualità sempre più scarsa, la sfida dell’editoria indipendente non è solo economica ma, soprattutto, di natura culturale. Nella descrizione dell’evento, pubblicato da Doc(k)s, viene riproposta la vicenda dell’inventore della carta stampata su caratteri mobili, il tedesco Johannes Gutenberg, e del suo socio in affari, il banchiere Johannes Fust, che costituirono la prima societas tipografica a Magonza nel 1450. La loro storia è l’emblema di un dualismo innato: la ricerca del profitto versus la diffusione della cultura. Gutemberg fallì mentre Fust, con i macchinari e gli operai del suo ex socio, fece la sua fortuna con le bibbie. Paradossalmente, quasi sei secoli dopo, la storia sembra ripetersi. La sola logica del mercato sta lentamente distruggendo il libro, ridotto ormai a merce comune, dove la qualità spesso cede il passo a una redditizia sterilità. In una “democrazia rigida”, spenta, come quella che stiamo vivendo, l’editoria indipendente soffre e “pubblicare e vendere un libro diventa una battaglia quotidiana”. Una battaglia che dal ’400 in poi ha lasciato semi e fatto nascere fiori; sta ai “fiori” di Gutenberg, all’editoria indipendente, portare avanti l’arte, la passione e la vera funzione del libro e, soprattutto, a salvarlo dalla sua estinzione.

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