Spotlight – il valore etico del giornalismo d’inchiesta
Presentato fuori concorso al Festival di Venezia, il bel film di Thomas McCarthy si rifà ad una lunga e gloriosa schiera di opere sul giornalismo investigativo, tra cui il primo titolo che viene alla mente è Tutti gli uomini del presidente, e si focalizza su un ristretto gruppo di giornalisti, specializzati in indagini scomode, i cosiddetti “Spotlight”.
All’interno del giornale The Boston Globe, nell’anno tra il 2001 e il 2002, vennero pubblicati una serie di articoli che fecero tremare dalle fondamenta la chiesa cattolica nord americana, e quella di Boston in particolare, rivelando una lista di nomi di più di ottanta preti accusati di aver abusato di innumerevoli bambini provenienti da famiglie disagiate o orfani, affidati alle loro parrocchie dagli anni ’80 in poi.
McCarthy si focalizza principalmente sui mesi di ricerche e raccolta di testimonianze che precedettero le pubblicazioni dei primi articoli, grazie ai quali nel 2003 il Boston Globe vinse il premio Pulitzer. La presa di coscienza della portata dei crimini perpetrati dai preti, che agivano da decenni nella totale immunità, puntando sui ragazzini delle classi sociali più basse in quanto più credenti e più indifesi, avviene gradualmente grazie al recupero delle denuncie, rimaste per anni inascoltate, di un folto gruppo di ex vittime, che si auto definiscono non a caso come dei “sopravvissuti” alle morti per suicidi o tossicodipendenze a cui sono andate incontro molte altre ex vittime. Nonostante la durezza del tema trattato, e non censurando di descrivere le modalità, il contesto e le conseguenze degli abusi perpetuati per anni, il film non indugia mai su particolari morbosi, ma non manca di esporre il “modus operandi” che permise ai preti di agire indisturbati, oltre al ricatto che imponevano alle famiglie dei fedeli, costretti a subire di fronte all’autorità data dall’abito ecclesiastico, ed alla generale indifferenza. In tal modo il film non risparmia nessuno, scoprendo un velo di silenti complicità verso gli aguzzini, e mostrando come gli scandali abbiano investito la comunità di Boston nella sua quasi totalità, partendo dalle alte sfere del clero che si limitavano a “spostare” i preti colpevoli di abusi da una parrocchia all’altra, ed anzi praticavano ogni forma di ostruzionismo verso i pochi preti che tentavano di portare alla luce i fatti, passando per i grandi studi legali che mettevano a tacere i pochi che osavano denunciare tramite un misero rimborso, fino ai rappresentanti delle istituzioni e gli stessi giornalisti, che pur avendo ricevuto denuncie anonime nel corso di anni, fino all’esplosione del caso hanno censurato una notizia considerata troppo scomoda ed impopolare, dato il buon numero di lettori e finanziatori di fede cattolica.
Se nella civilissima Boston sono state faticosamente mostrate tali indicibili violenze coperte da una fitta rete di complicità omertosa, cosa succede in città e nazioni dal minor senso civico ed ancora più strettamente legate alla chiesa cattolica? La risposta ci è data dalle tre righe di conclusione, quando ci viene ricordato che l’arcivescovo di Boston Bernard Francis Law, colpevole di aver coperto gli scandali per anni, a seguito dell’uscita degli articoli del Boston Globe è stato spostato a Roma, divenendo vescovo della Basilica di Santa Maria Maggiore.
Paese: USA
Regia: Tom McCarthy
Sceneggiatura: Tom McCarthy, Josh Singer
Anno: 2015
Interpreti: Mark Ruffalo, Michael Keaton, Rachel McAdams, Liev Shreiber, Stanley Tucci, John Slattery.