Donne dietro la macchina da presa – dati analisi ed esperienze in Italia e in Europa
Mercoledì 27 maggio ha avuto luogo presso il Palladium l’incontro tra un gruppo di donne per discutere ed approfondire la condizione femminile in ambito cinematografico e televisivo. Introdotte dal Protettore Vicario dell’Università degli studi di Roma Tre Francesca Cantù, le varie relatrici hanno esposto, ognuna tramite gli strumenti specifici del proprio ambito di appartenenza, la situazione attuale rispetto alla presenza femminile nel mondo del cinema.
Veronica Pravadelli professore ordinario presso Roma Tre, da sempre interessata agli studi cinematografici tramite un’ottica femminile, ha presentato un breve excursus storico sulla presenza di registe donne nella storia del cinema. Alla nascita del cinema, nei primi del ‘900, vi furono registe fondamentali, anche se ad ogni dimenticate, come Alice Guy o la napoletana Elvira Notari, che resero gli anni ’10 “la golden age” della cinematografia femminile. In seguito però tale presenza è andata sempre più scemando. Negli anni della Hollywood classica le registe donne erano praticamente inesistenti, e pochi nomi femminili risultano anche durante gli anni del cinema d’autore europeo, Neorealismo e Nouvelle Vague compresi. La Pravadelli sottolinea come vi sia stato un miglioramento a partire dai primi anni ’90, che per fortuna hanno visto un aumento di “donne dietro la macchina da presa” in Europa e in America. Negli USA in particolare la situazione è migliorata grazie a festival cinematografici, che promuovono pellicole indipendenti a basso costo, come il Sundance Film Festival. In ogni caso, afferma la Pravadelli concludendo il suo intervento, ad oggi non si è ancora raggiunta l’importanza che le donne hanno ottenuto nel periodo del cinema di avanguardia grazie a registe quali Germaine Dulac e Maya Deren, che riuscirono ad aprire uno spiraglio per ribaltare i valori patriarcali grazie all’impatto di un’ottica nuova e di un nuovo immaginario.
A seguire, l’altra organizzatrice dell’incontro, Iole Giannattasio (Coordinatrice Studi DG Cinema – MiBACT), ha illustrato una serie di dati statistici dai risultati piuttosto sconfortanti, che illustrano la scarsissima presenza di donne tanto nei reparti operativi e di comando del mestiere cinematografico, quanto di opere di registe donne nei circuiti Italiani. Pare che siano ancora poche le donne a diplomarsi in scuole di cinema, come sono poche le autrici riconosciute, e altrettanto poche le opere di donne che riescono ad uscire in sala. A conclusione del suo intervento, Giannattasio si chiede e chiede alle altre partecipanti al dibattito: quale può essere il motivo di tale scarsa presenza femminile? Può essere data da un condizionamento culturale? Produttivo? O da altro? A tali dubbi risponde parzialmente Monica Parrella, Direttore Generale Ufficio per gli Interventi in Materia di Parità e Pari Opportunità. Come in ogni ambito lavorativo, anche nel mondo del cinema vi sono forti discriminazioni nei confronti delle donne, discriminazioni, sottolinea la Parrella, che tra l’altro “costano” tantissimo anche allo Stato. Tenere fuori le donne dagli ambiti lavorativi, sprecarne il talento, pesa sulla nostra economia, afferma Parrella. Ad oggi i dati statistici sottolineano che le banche danno meno credito alle donne rispetto che agli uomini, a seguito forse di pregiudizi inconsapevoli. Eppure paradossalmente le donne sono riconosciute dalle stesse banche come migliori pagatrici rispetto agli uomini. L’intervento della Parrella si conclude tentando di rispondere al dubbio sollevato dalla Gannattasio, al quale tenta di rispondere con il proposito di far sviluppare la leadership femminile tramite un diverso approccio culturale, aiutandole a considerare l’ambizione come un valore e non disvalore, e ad avere una rinnovata consapevolezza nelle proprie capacità.
A seguire, Maria Mussi Bollini, Presidente della Commissione Pari Opportunità presso la Rai, ha illustrato i cambiamenti avvenuti in Rai a livello di pari opportunità e di rinnovato rispetto riguardo alla rappresentazione televisiva della donna nei palinsesti, messo in atto anche grazie al nuovo presidente donna, Anna Maria Tarantola.
Mentre Isabel CastroVice Direttrice Eurimages – Fondo sostegno al cinema europeo, ci fa ripiombare nello sconforto, illustrando altri dati sul trattamento impari riservato alle donne nell’industria cinematografica (gli stipendi delle donne nel cinema europeo sono in media il 36% più bassi rispetto a quelli degli uomini, e le registe donne, facendo la media europea, sono il 17%).
Quantomeno, due registe donne, Wilma Labate e Laura Bispuri, presenti al dibattito, ci mostrano tramite la loro intraprendenza che le possibilità per le donne nel cinema non sono inesistenti.

