Pubblicato il 1 maggio 2015 | da Cecilia Chianese

Citizenfour: la realtà oltre ogni immaginazione

Il lavoro della statunitense Laura Poitras, inaspettato vincitore agli Oscar 2015 come miglior documentario, riprende i giorni che hanno preceduto l’esplosione del caso Datagate e il polverone politico e mediatico a esso conseguente.

Hong Kong 4 giugno 2013, nella camera dell’Hotel Mira hanno inizio una serie di incontri, ripresi dalla telecamera della documentarista Laura Poitras. Osserviamo dunque l’ancora sconosciuto autore di una serie di rivelazioni sconvolgenti, il ventinovenne Edward Snowden, raccontare al giornalista del The Guardian Glenn Greenwald i metodi e gli strumenti tramite i quali l’agenzia informatica con la quale ha collaborato fino a quel momento, la National Security Agency (NSA), ha reso possibile l’invasione della privacy e la sorveglianza di massa messa in atto dal governo statunitense e da quello britannico ai danni dei comuni cittadini americani ed internazionali, oltre che dei loro governanti. Nell’arco di una settimana di riprese, Snowden spiega agli attoniti giornalisti il funzionamento e gli scopi dei programmi di intercettazione Prism e Tempora, elaborati dai tecnici della NSA.

La Poitras ritrae un Edward Snowden ancora non assalito dai media e libero da cause e processi, ma già pienamente consapevole del peso e del valore etico di ciò che sta facendo, oltre che delle conseguenze drammatiche che tali confessioni comporteranno per la sua vita. Snowden ci espone le sue scelte, compresa quella di rivelare subito la propria identità, con chiarezza e lucidità, senza enfasi. Appare chiaro che la sua è una decisione non impulsiva ma ponderata, ragionata nel tempo. La delusione verso la scelta del governo Obama nel proseguire una politica repressiva e persecutoria iniziata dal governo Bush nel pieno del clima paranoico post 11settembre, grazie alla quale un comune cittadino che esprime il proprio dissenso rischia di essere perseguito come un potenziale terrorista, è stato uno dei motivi per i quali il giovane Snowden si è visto costretto ad agire.

In seguito alla divulgazione dell’identità del “delatore” Snowden, il documentario si snoda in più direzioni, seguendo le vicende dei protagonisti ed assumendo i tratti di un thriller politico internazionale. Mentre Snowden diventa un personaggio pubblico, assalito dai giornalisti e incriminato dal governo statunitense con accuse gravissime (tra le quali spionaggio ai danni del suo paese), ed è dunque costretto alla fuga, la Poitras segue il pellegrinaggio di Greenwald in giro per il mondo, mentre collabora e documenta l’espandersi a macchia d’olio del caso in seguito soprannominato Datagate. In tal modo ci spostiamo a Brasilia, a Berlino, alla corte del parlamento europeo di Bruxelles, oltre che all’interno dell’ambasciata dell’Ecuador a Londra, dove osserviamo Julian Assange offrire collaborazione a Snowden.

Ciò che la Poitras mostra chiaramente è come le realtà esistenti possano a volte superare le peggiori teorie complottiste. Ciò che rende il documentario un prodotto così particolare, risiede nell’inquietante sovrapposizione tra un’opera di giornalismo puro, una sincera e non censurata rappresentazione dei fatti avvenuti rappresentati in tempo reale, con una sorta di inconsapevole rivisitazione in chiave moderna delle distopie orwelliane alla 1984. Viviamo oramai da tempo all’interno di un mondo regolato da forze invasive e apparentemente impossibili da fermare, ci mostrano i giornalisti tramite le loro inchieste, e la realtà è spesso più terrificante delle peggiori fantasie.

Titolo originale: Citizenfour
Regia: Laura Poitras
Interpreti: Edward Snowden, Glenn Greenwald, Jacob Appelbaum, Julian Assange
Distribuzione: I Wonder Pictures
Durata: 114′
Origine: Germania,Usa 2014

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