Cultura gipsy queens

Pubblicato il 22 novembre 2015 | da Linda Mastrandrea

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“Non siamo tutti uguali, ma neanche diversi”: dal Tavolo delle donne Rom un’esperienza di innovazione sociale

Le Gipsy Queens si preparano a conquistare le nostre tavole. Lavoro, integrazione e sapori tradizionali in un'unica startup.

L’obiettivo di inclusione sociale diventa iniziativa imprenditoriale con le Gipsy Queens , progetto di cucina itinerante che vede protagoniste attive un gruppo di donne Rom residenti nel Campo Attrezzato di via Candoni. L’idea è quella di diffondere il cuore della cultura gitana offrendo un servizio di catering e, arricchendo la proposta culinaria con un accompagnamento musicale di flamenco. Una vera e propria startup attualmente in fase di incubazione, che vedrà nel corso del prossimo anno una crescita grazie al supporto costante e prezioso di Arci Solidarietà e del Coworking Millepiani. Un laboratorio, dunque, in cui si prova a dare risposta alle molteplici esigenze di chi vive la difficile realtà dei Campi: creare occasioni di confronto e formazione, trovare opportunità di lavoro, realizzare un luogo di emancipazione per le donne, demolire l’ostacolo dei pregiudizi e le barriere culturali. Un percorso lungo e ambizioso in cui si punta all’inclusione culturale attraverso la contaminazione anziché concentrarsi su una concezione di integrazione che svilisce la minoranza, costringendola ad indossare i panni della cultura dominante. L’iniziativa delle Gipsy Queens si innesta su un più ampio discorso che prende le mosse dal Tavolo delle Donne Rom, promosso da Arci Solidarietà che lo definisce “ un luogo di scambio mutuale, di crescita come donne e come cittadine”, destinato alle Rom che trovano uno spazio concettuale dove autorganizzarsi per affrontare le criticità della loro comunità.

Il punto di partenza è un progetto Arci finalizzato al conseguimento della patente, durante il quale ha preso forma il gruppo di donne rom appartenenti alla realtà dei campi. Al termine di questa esperienza, durante un pranzo conclusivo ospitato nel coworking, è nata l’idea di portare ad un livello superiore l’impegno delle donne coinvolte: un ruolo chiave  è stato offerto da Millepiani, che ha scelto di investire in una nuova prospettiva sociale. Dunque, con il supporto di Arci da un lato, presente all’interno del Campo di via Candoni e ormai da anni punto di riferimento per la comunità, e quello di uno spazio libero ed in costante fermento innovativo come quello del coworking, si è andata a delineare la possibilità di creare occasioni di integrazione ospitando visitatori esterni all’interno del campo. Il gruppo ha realizzato così quest’anno due esperimenti estivi innovativi (One night in Candoni) in cui sono state aperte le porte del campo di via Candoni per due giornate di festa interamente gitana. In quell’occasione hanno sperimentato la forza della loro cultura, capace di catalizzare l’attenzione e coinvolgere lo spettatore in una manifestazione  che è stata fondamentalmente una festa. Di base l’idea su cui hanno sperimentato è stata quella di creare un Rom(e) Village, sulla falsa riga del Gay Village, un luogo dove fare delle diversità un punto di forza e di incontro, che hanno intenzione di realizzare in maniera duratura nel corso della prossima estate. Da qui è nata l’idea di trasformare questa potenzialità in un lavoro. Le Gipsy Queens, un progetto ancora in itinere, propongono una piccola selezione di pietanze della tradizione rom che vengono servite in stile fast food di strada, il tutto corredato da un tipico accompagnamento musicale, così da fare diventare la prestazione culinaria un vero e proprio spettacolo di intrattenimento. Nella realizzazione di questa prima parte del percorso non sono mancate le difficoltà e le dieci donne rom attualmente parte attiva della startup sono ancora lontane dal camminare con le loro gambe. Felipe Goycoolea, co-fondatore di Millepiani ed uno dei curatori del progetto, racconta che gli ostacoli economici sono ancora piuttosto rilevanti, basti pensare che è stato necessario fornire ad ogni partecipante gli indumenti necessari per poter lavorare, così come le foto alle ragazze sul volantino pubblicitario sono state fatte in due momenti separati e poi montate insieme per mancanza di vestiario adeguato. Inoltre ciascuna donna del Campo porta con sé un bagaglio di storie familiari e difficoltà comportando spesso gravi problematiche psicologiche che occorre affrontare per fare di questa esperienza un vero percorso di emancipazione e crescita. Ad ogni modo ad oggi le prospettive di sviluppo non mancano per le Gipsy Queens, grazie anche al supporto amministrativo,tecnico e manageriale di Arci Solidarietà dall’ interno e del coworking. Si sta già  pensando ad allargare l’offerta producendo anche birra artigianale, e persino ad una tournee europea da concludere a fine maggio a Saint Marie de la mer, in Provenza, in occasione della festa di Santa Sara, patrona di tutti i gitani, una tradizione estremamente significativa per Rom, Sinti e Camminanti. Prima, però, è di fondamentale importanza far decollare in maniera duratura l’impresa, e sarà questa la sfida dei prossimi mesi: farsi conoscere, invitare, far scommettere sempre più persone sulla capacità di un gruppo di donne di prendere in mano una situazione critica per costruire un’alternativa basata sulle proprie capacità e passioni.

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