“El camino se hace caminando”
Tre settimane di incontri itineranti nelle comunità zapatiste messicane: in corso il primo festival mondiale delle resistenze e ribellioni contro il capitalismo
All’ingresso del pueblo uno striscione di benvenuto dell’Ezln ci segnala che siamo arrivati a destinazione. Monclova, località rurale dello Stato di Campeche, è il minuscolo villaggio scelto dagli zapatisti come sede della terza tappa del “Festival Mundial de las Resistencias y Rebeldias contra el Capitalismo”.
Parlando con gli abitanti, scopriamo che per fare tappa a Monclova gli organizzatori si sono accordati direttamente con la Asamblea Popular Ciudadana, organo di rappresentanza informale della comunità, senza consultare le istituzioni locali.
Il risultato è un paese in fermento, con centinaia di persone arrivate da ogni parte del Messico e del mondo.
Gli incontri si aprono in mattinata con le testimonianze di familiari e compagni dei 43 studenti desaparecidos della Escuela Normal de Ayotzinapa: nelle loro parole nessuna rassegnazione, ma la lucida rabbia di chi da oltre tre mesi cerca la verità lottando contro il muro di menzogne innalzato dalle istituzioni nazionali e locali.
Dopo aver ringraziato le realtà straniere presenti all’incontro, i familiari dei desaparecidos hanno espresso l’urgenza di mantenere alta l’attenzione internazionale sulle vicende di Ayotzinapa, perché il governo Peña Nieto – che ha sinora negato ogni legame con l’accaduto bollandolo falsamente come un regolamento di conti legato al terrorismo o al narcotraffico – sia costretto ad assumersi le proprie responsabilità.
A seguire i rappresentanti delle comunità parte del Congreso Nacional Indigena hanno preso la parola per riportare lo stato delle lotte in ciascuno dei 33 stati messicani. Un’opposizione diffusa contro le grandi opere che devastano l’ambiente, la privatizzazione delle risorse energetiche, la svendita incontrollata dei territori a compagnie straniere poi libere di disporne senza tenere in conto la voce delle comunità locali, che quelle terre abitano e coltivano.
La seconda giornata è stata dedicata alla compartición tra le realtà aderenti alla Sexta nazionale e internazionale. Dalle piccole cooperative agricole ai movimenti anticapitalisti nazionali, ogni intervento esprime la medesima esigenza: connettere principi e pratiche di resistenza, per superare i confini e mettere in relazione le lotte a livello globale.
La quarta e ultima tappa del festival è in corso in questi giorni – non potrebbe essere altrove – tra le montagne del Chiapas: il 31 dicembre, nel caracol di Oventic, la festa di fine anno ha nuovamente messo in primo piano i racconti e le richieste dei familiari di Ayotzinapa, cui è stata dedicata gran parte dell’intervento della Comandancia dell’EZLN nella persona del subcomandante insurgente Moisès.
Fino al 3 gennaio, gli incontri proseguono per presentare risoluzioni e proposte conclusive del Festival delle resistenze e ribellioni contro il capitalismo a San Cristobàl de las Casas, luogo di nascita e capitale mondiale del movimento zapatista.