Glocal

Pubblicato il 1 dicembre 2014 | da Fabio Ferrari

0

Kobane, Isis attacca dalla Turchia

Un convoglio di aiuti proveniente dal territorio turco si trasforma in un attacco a colpi di auto-bomba, svelando la complicità del governo di Ankara

L’assedio di Kobane torna a tingersi di rosso sangue. All’alba di sabato i miliziani dello Stato Islamico hanno sferrato un attacco con delle auto-bomba contro il valico di frontiera di Mürşitpınar, controllato dalle forze delle Unità di Difesa del Popolo (Ypg). Il bilancio degli scontri è di venticinque feriti e sedici morti tra civili e combattenti curdi.

La novità viene dalla dinamica dell’attacco. Gli esplosivi erano nascosti dentro i veicoli di un convoglio di aiuti umanitari, un camion e delle automobili, in viaggio per Kobane e provenienti dal territorio turco.

Come riportato dalle testimonianza oculari raccolte dall’agenzia Hawar News, nel momento successivo alle detonazioni delle auto bomba, alcuni membri dell’Isis si sarebbero avvicinati sparando dal lato turco mentre nelle loro vicinanze veicoli corazzati dell’esercito di Ankara circolavano senza replicare al fuoco. Inoltre, come riferito da altri testimoni, dalle quattro del mattino la corrente elettrica sarebbe stata staccata nella zona del confine che da Mesher (villaggio trasformatosi in comunità solidale e sede di iniziative a sostegno dei combattenti Ypg) arriva proprio al gate di Mürşitpınar, mentre nelle altre zone di frontiera non si sarebbe verificata anomalia alcuna.

La giornate di sabato e venerdì sono state teatro di duri scontri. L’Isis ha aggredito la città anche sui lati est e sud ma, come riportato dai comunicati stampa delle Unità di Difesa del Popolo, tutti gli attacchi sarebbero stati respinti. Gli scontri presso Mürşitpınar, durati per tutta la giornata di sabato, sono stati preceduti da una più vasta operazione delle Ypg, durata 24 ore, che ha portato alla liberazione della zona conosciuta come East Botan e all’uccisione di 83 miliziani dello Stato Islamico.

L’attacco di Mürşitpınar ha scatenato forti reazioni in tutto il Kurdistan turco. Mentre da Ankara non sono arrivate smentite in proposito, sabato a Suruç si sono tenute manifestazioni di protesta con barricate e scontri con la polizia per impedire alle forze turche di aggiungere uomini e mezzi al confine. Come raccontato dalla Delegazione Romana per Kobane, anche il villaggio di Mehser ha vissuto il pericolo di sgombero, dovuto alle forti tensioni seguite agli attentati della notte prima.

E’ da tempo che i curdi denunciavano la complicità delle autorità turche con l’Isis, sostenendo che la zona di confine di fronte a Kobane venisse utilizzata per far attraversare nuove reclute e aiuti finanziari per lo Stato Islamico. L’attacco di sabato, purtroppo, non fa che attestare tale situazione, confermando che la rivoluzione del Rojava ha in Ankara un nemico dichiarato.


Autore



Back to Top ↑