Resistenze

Pubblicato il 24 aprile 2014 | da Marco Cardaci

1

E se deLiberiamoRoma fosse il vero SalvaRoma?

Quattro delibere figlie di un processo partecipativo che ha visto coinvolti, tra gli altri, il CRAP - Coordinamento Romano Acqua Pubblica, la rete Patrimonio Comune, il Comitato art. 33 Roma e il Forum per una nuova finanza pubblica e sociale

È iniziato tutto la mattina del 22 aprile, a Roma, in pieno centro: associazioni, comitati e spazi sociali hanno occupato simbolicamente Palazzo Nardini, un edificio quattrocentesco, ex sede della Casa Internazionale delle Donne, da oltre 30 anni in stato di totale abbandono. Una mossa che ha anticipato il primo atto concreto della campagna deLiberiamoRoma: una raccolta firme che partirà il 25 aprile, giorno della Liberazione. L’obiettivo è ottenere 5mila consensi per potere presentare in Campidoglio le quattro delibere che potrebbero rilanciare una Capitale sempre più “commissariata” e incartata su se stessa e sui suoi debiti.

Acqua, scuola, finanza e patrimonio: sono questi i quattro campi d’intervento scelti dalle delibere. La campagna DeLiberiamoRoma Acqua riparte dal voto referendario dell’11 giugno 2011, rimette al centro il suo esito e punta alla ripubblicizzazione di ACEA ATO 2 Spa, per uscire dalla logica privatistica dell’azienda e migliorare la qualità del servizio idrico di Roma e provincia. La delibera relativa alla scuola, invece, impegnerebbe Roma Capitale a interrompere i finanziamenti alle scuole private dell’infanzia destinando tutte le risorse economiche a quelle comunali. Una misura promossa dal Comitato Art. 33 per garantire effettivamente il diritto allo studio nelle strutture pubbliche, come sancito dalla Costituzione.

Non solo acqua e scuola ma anche finanza e patrimonio, non a caso è stato scelto un luogo abbandonato per dare il via alla campagna. Queste proposte, “nate dal basso”, si propongono come risposte concrete e collettive alla crisi politica affrontando anche il “problema casa” della Capitale. Una vera e propria emergenza che, i fatti del Municipio VIII in questi giorni lo testimoniano, la politica non è in grado di arginare e in cui l’unico intervento è quello repressivo delle forze dell’ordine, per “spostare” il problema senza risolverlo. La delibera relativa al patrimonio è promossa dalla rete Patrimonio Comune e punta alla valorizzazione del spazio pubblico non utilizzato per creare servizi, case, cultura, spazi di lavoro, trasferendo uffici e servizi comunali in locali a zero canone per risparmiare sugli affitti, arrestando le svendite e le speculazioni edilizie sui beni comunali.

L’ultima delibera, infine, punta nuovamente a un nuovo governo della città, chiedendo al Campidoglio di escludere dal Patto di Stabilità tutti gli investimenti in merito a beni comuni e welfare locale e modificando lo status giuridico e la funzione sociale di Cassa Depositi e Prestiti, l’istituto in cui sono raccolti i risparmi postali dei cittadini, affinché questa sostenga a tassi agevolati gli investimenti degli enti locali. Il 25 aprile avrà inizio la raccolta delle firme che potrebbero portare al Comune “un altro modello di città”, adesso la parola spetta ai cittadini.


Autore



Back to Top ↑